“Ferrari: un nuovo traguardo. E una nuova partenza”. È la frase che Sergio Marchionne scrive il 4 gennaio 2016 sul libro delle dediche di Borsa Italiana per il debutto del Cavallino Rampante a Piazza Affari, dopo quello sul listino di New York. A fare gli onori di casa l’ amministratore delegato della Borsa Italiana Raffaele Jerusalmi, alla presenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi.
La tradizionale campanella suonata dal Presidente Marchionne, dal Vicepresidente Piero Ferrari e dal Presidente di FCA John Elkann dà il via alle contrattazioni del titolo, in un Palazzo Mezzanotte tinto di rosso dalle bandiere della Casa di Maranello. Con la quotazione sul listino milanese, Ferrari apre definitivamente la struttura del suo azionariato, aumentando dal 10% al 66% la quota dei titoli liberamente negoziati sul mercato e, con la scissione dal Gruppo FCA, sancisce in modo formale l’ indipendenza che il marchio ha sempre avuto all’ interno del gruppo. Nel suo discorso alla cerimonia di avvio degli scambi, Marchionne sottolinea quanto l’ ingresso sul mercato finanziario italiano rappresenti, appunto, una partenza, proprio perché consente a Ferrari di sprigionare al meglio il suo pieno potenziale, dotandosi di una solida piattaforma per future opportunità di crescita. Il Presidente di Ferrari ribadisce inoltre che “l’italianità è uno dei valori fondamentali di Ferrari”, ringraziando John Elkann e Piero Ferrari, eredi degli uomini che nel 1969 strinsero un patto di alleanza basato prima di tutto sulla reciproca stima: Giovanni Agnelli ed Enzo Ferrari. Così come ci sono parole di gratitudine per la città di Milano, dove il fondatore negli anni ‘ 20 tagliò i primi traguardi da pilota al volante dell’ Alfa Romeo. Ora tocca all’ azienda che porta il suo nome affrontare a Milano un altro test importante.