Ci sono momenti della vita in cui ogni cosa gira nel verso giusto, arrivano gioie e successo, tanto successo! Il 1961 è destinato a rimanere uno dei più positivi per Enzo Ferrari. Il Cavallino Rampante diventa l’incarnazione della velocità a motore. La sua Scuderia è l’essenza dell’automobilismo, le sue auto creazioni perfette e quasi invincibili.
Dopo due anni difficili e di scarse soddisfazioni in F1, il 1959 e il 1960, ecco l’apoteosi, complice anche un radicale cambio di regolamento. Prima di questo però per Ferrari c’è un travaglio interiore: ha dovuto ricredersi, e accettare di mettere “il carro davanti ai buoi”, presentando una monoposto e una vettura Sport con il propulsore alle spalle del pilota. La scelta paga, in maniera straordinaria, dato che arrivano tre titoli iridati in un colpo solo: Piloti e Costruttori in F1, più il Mondiale Sport. Ovviamente non tutto va per il verso giusto e a testimoniarlo c’è l’episodio terribile della scomparsa di un pilota che correva per la Ferrari, Wolfgang Von Trips… Inoltre la fine di quella stagione trionfale sfocia in una tempesta, con il ribaltone che azzera i vertici dirigenziali e tecnici della squadra. La 156 F1 progettata da Carlo Chiti stupisce tutti, perché è la prima monoposto Ferrari a motore centrale. Viene ribattezzata “squalo”, per la forma innovativa del musetto con due prese d’aria inclinate che la fanno assomigliare al grande predatore dei mari. Questa vettura permette a Phil Hill di far proprio il titolo piloti, precedendo di un solo punto il povero Von Trips, che perde la vita a Monza, assieme a quindici spettatori. L’altro ferrarista Richie Ginther, è quinto nella graduatoria finale. Phil Hill che stabilisce il nuovo record del Nürburgring in prova, girando sotto i nove minuti, è il primo pilota americano a conquistare il Campionato del Mondo di F1.
Anche al giovane Giancarlo Baghetti, la 156 regala una giornata di gloria, consentendogli di vincere la gara del suo debutto in F1, a Reims, con una vettura della Scuderia Sant’Ambroeus noleggiata dalla federazione italiana. Nel Mondiale Sport, la musica è la stessa. La Scuderia Ferrari domina fin dalla 12 Ore di Sebring, quando quattro 250 Testa Rossa, calano il poker, aggiudicandosi le prime quattro posizioni. Al primo posto Phil Hill e Olivier Gendebien. Il pilota belga – questa volta in coppia con Von Trips – si ripete subito nella Targa Florio, al volante della 246 SP. Se nella 1000 km del Nürburgring si fa solo incetta di piazzamenti (dal 2° al 5° posto), ecco un’altra grande tripletta nella 24 Ore di Le Mans: ancora primi Hill e Gendebien. Gli italiani Lorenzo Bandini e Giorgio Scarlatti si aggiudicano invece l’ultima gara del Mondiale, il GP di Pescara.
La 246 SP è la prima Ferrari della categoria Sport a motore centrale, con una forma molto aerodinamica, e un cofano basso dotato di una doppia presa d’aria obliqua. Il motore è il V6 da 2.500 cc. La 250 Testa Rossa, prende il suo nome dal colore della testa del motore; in questo caso in realtà sono verniciati solo i coperchi delle valvole, ma il nome resta, a richiamare il precedente modello. E’ forse la vettura Sport di Maranello più nota fra tutte. Quest’auto, pensata soprattutto per squadre e piloti privati, adotta il nuovo motore 3 litri.