Nino Vaccarella, soprannominato il Preside volante, è un “mostro sacro” della Targa Florio: è l’eroe locale, il beniamino della folla, che ne scrive il nome sui muretti che cingono l’asfalto. Tre vittorie e due terzi posti figurano nel suo palmares, ma un paio di ritiri lo hanno privato di altri due successi certi.
Siciliano di Palermo, laureato in giurisprudenza, alla morte del padre decide di mettere al primo posto nella sua vita la conduzione dell’istituto scolastico di proprietà della famiglia. In qualità di Preside, assieme alla sorella. Poi vengono le corse, una passione che lo divora fin da ragazzo, ma che a causa della scelta fatta, non può mai esplodere pienamente. Peccato, perché ha i numeri per affermarsi campione e vincere molto di più dei suoi19 successi internazionali. Enzo Ferrari lo reputa perfetto per le Sport, e ha ragione perché Vaccarella vince con Guichet la 24 Ore di Le Mans nel 1964 con la 275 P e contribuisce a far ottenere alla Scuderia di Maranello il Mondiale Sport. Tale è l’attaccamento alla sua scuola, che dopo la vittoria a Le Mans rinuncia ai festeggiamenti per essere al lavoro il lunedì mattina. Nel magico ’64 Vaccarella è anche 2° a Sebring (come nel ’63), 1° nella 1000 km del Nürburgring e nella Coppa Intereuropa a Monza. Poi nel ’65 il trionfo con la Rossa nella sua Targa Florio, la gara di casa, lunga ben 72 km lungo strade difficili e impervie sulle Madonie. Si tratta dell’edizione 1965, che corre in coppia con Lorenzo Bandini. Una vittoria tutta italiana, piloti e auto: i due hanno la meglio su di un nugolo di Porsche ufficiali e sulla Ford presente. Stabiliscono il nuovo record del circuito da percorrere dieci volte per 720 km in totale, in 7 ore 1 minuto e 12 secondi, davanti a circa 250.000 spettatori.
Trentadue anni Vaccarella, trenta Bandini. Ecco l’Italia giovane che va forte e si afferma in campo internazionale. Ferrari ha un debole per i giovani italiani, che vede un po’ come propri figli e fa correre col contagocce, per non metterli in concorrenza diretta. Prova a lanciarli, ma non vuole bruciarli o perderli, per questo motivo li schiera un po’ a turno. Per Vaccarella il 1965 riserba la partecipazione al GP d’Italia di F1 con una 158 F1, dove è sesto fino al momento del ritiro per la rottura del motore. Ad ogni modo il 1964 e il ’65 sono comunque anni magici per il pilota siciliano. l suo compagno Bandini è reduce dal 4° posto finale nel Mondiale di F1, vincitore anch’egli a Le Mans e due volte secondo nella maratona siciliana. Vuole vincerla, questa Targa Florio! Con Vaccarella finalmente ci riesce. La loro 275 P2 fa parte della famiglia di diversi modelli della serie P, sviluppati nell’arco di quattro anni a partire dal 1964; nel 1965 abbiamo la prima evoluzione con il modello 275 P2 che affianca la 330 P2, la quale si differenzia per la maggior cilindrata.