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LE MANS, ITALIA

LA 24 ORE VA A BANDINI E SCARFIOTTI

LE MANS, ITALIA
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250 P
330 P
250 LM
156 F1-63
1964
LE MANS, ITALIA
1963LE MANS, ITALIA
00:00
1963Il dominio nell’endurance

LE MANS, ITALIA

LA 24 ORE VA A BANDINI E SCARFIOTTI

La storia della Ferrari presenta numerosi momenti di gloria. Ci sono episodi però, che più di altri riempiono il cuore e la testa di orgoglio. Momenti nel corso dei quali lo strapotere della Ferrari sugli avversari è davvero feroce. Il 16 giugno 1963 è una data che rimane scolpita negli annali dell’automobilismo.

LE MANS, ITALIA

Lorenzo Bandini e Lodovico Scarfiotti, alla guida di una Ferrari 250 P, ottengono la vittoria nella più prestigiosa e impegnativa gara al mondo: la 24 Ore di Le Mans, giunta alla sua 40a edizione, che, insolitamente, non vede la pioggia protagonista per nemmeno un minuto. È la prima e unica volta che un equipaggio interamente italiano vince la corsa, per giunta al volante di una vettura della stessa nazionalità. Stiamo parlando di due giovani promettenti non ancora trentenni: 27 anni per Bandini e 29 per Scarfiotti, soprannominato Lulù, nonché cugino dell’Avvocato Gianni Agnelli. I due piloti sono ricchi di talento e lo dimostrano andando a vincere anche in F1: il primo in Austria nel ’64, il secondo a Monza nel 1966. A Le Mans si dividono equamente i compiti: Scarfiotti tiene il volante per dieci ore e cinquanta minuti, Bandini per dodici ore e quarantaquattro primi; si fermano ai box dodici volte, perdendo solo ventisei minuti e disputano una gara intelligente. Dalla sesta ora si installano in seconda posizione e a sei ore dal termine prendono il comando, approfittando del problema occorso all’altra 250 P di John Surtees e Willy Mairesse, con il belga che per un soffio si salva dalla fiamme che avvolgono la vettura che sono state causate da una fuoriuscita di benzina durante un rabbocco.

Alle spalle di Bandini e Scarfiotti si piazza la 250 GTO della Ecurie Nationale Belge, affidata a Jean Blaton, soprannominato “Beurlys” e a Gerard Langlois van Ophem, mentre a competare il podio c’è l’altra 250 P ufficiale di Mike Parkes e Umberto Maglioli.Il dominio del Cavallino è tale, che fino alla sesta posizione troviamo solo Ferrari: Dumay/”Eldé”, su 250 GTO; Sears/Salmon sulla 330 LMB sport dell’importatore britannico; Gregory/Piper sulla 250 GTO LMB della scuderia NART. È dal 1960 che Le Mans è un feudo di Maranello, con i tre successi di fila ottenuti dallo specialista Olivier Gendebien: uno in coppia con Paul Frère, per la vittoria di un equipaggio tutto belga, e due con Phil Hill, ma in realtà i die avevano già vinto anche nel 1958. Quella del 1964 è dunque la quarta affermazione consecutiva per la Casa di Maranello: ne arriveranno altre due negli anni seguenti. La 250 P è una vettura dalla quale ci si attende molto, dato che si tratta della prima 12 cilindri a motore centrale, un 3 litri da 310 CV. È disegnata da Pininfarina, ora scritto tutto attaccato, dopo che nel 1961 un decreto del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi ha consentito il cambio di cognome. La vettura si distingue per il rollbar/alettone dietro la testa del pilota e le due prese d’aria sui passaruota posteriori, a corredare una linea molto pulita ed efficace. Nel 1963 vince tre gare su quattro e si aggiudica il titolo Mondiale Endurance.

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I capolavori del 1963