Come ogni edizione del Salone di Parigi, anche quella dell’anno 1976 riserba la presentazione di una nuova Ferrari. C’è sempre tanta attesa per scoprire una nuova vettura di Maranello, dal momento che ad ogni modo sa sempre stupire. Per la linea, le prestazioni, oppure per i contenuti tecnici.
A Parigi vede la luce la nuova serie 400 che sostituisce la 365 GT4 2+2, della quale conserva sostanzialmente lo stile di Pininfarina, con poche differenze aggiuntive, come lo spoiler anteriore montato nella parte bassa del musetto, i cerchioni e la scomparsa del Cavallino Rampante dalla griglia del radiatore. Nell’abitacolo, l’allestimento è più lussuoso. Enzo Ferrari la definisce “una granturismo in abito da sera”, proprio per la sua eleganza. In funzione della presenza del cambio automatico, il nuovo modello viene chiamato 400 Automatic. La 400 GT mantiene invece il cambio manuale.
La sigla indica la capacità del singolo cilindro, per una cilindrata totale di 4.823 cc. Oltre ad avere il cambio automatico, la vettura è lunga e molto spaziosa. Inoltre questa volta ha l’omologazione per gli Stati Uniti. Infatti la mancata omologazione dei precedenti modelli a 12 cilindri a causa dei costi esorbitanti, è stato il motivo per il quale la Casa di Maranello ha dovuto sospendere le vendite in USA. Sembra fatta apposta per il mercato nord-americano, che è un vecchio pallino di Enzo Ferrari, da quando l’amico Luigi Chinetti ha incominciato a distribuire le sue vetture. Invece, nonostante queste caratteristiche, ufficialmente non viene commercializzata nel nuovo continente.
Lo sarà comunque attraverso il mercato dell’usato. E’ in Gran Bretagna che questo modello ha invece molto successo, rigorosamente con la guida a destra. Enzo Ferrari ha il coraggio in questo frangente, di presentare comunque un modello che in teoria si allontana dallo stereotipo solo sportivo della Ferrari che hanno gli appassionati. In quegli anni sembra lontano anni luce da ogni legame possibile tra il cambio automatico e il mondo delle corse, dal quale l’azienda Ferrari trae la sua fondazione. Come vediamo oggi invece, il cambio automatico, con tutte le sue evoluzioni e innovazioni, è diventato di uso comune anche per le vetture supersportive.