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UN NUOVO PARTNER

FIAT DIVENTA AZIONISTA FERRARI

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312 F1-69
312 P
365 GTS4
212 E
1969
UN NUOVO PARTNER
1969UN NUOVO PARTNER
1969

UN NUOVO PARTNER

FIAT DIVENTA AZIONISTA FERRARI
Il 21 giugno 1969 viene annunciato l’acquisto del 50% della Ferrari da parte di Fiat, ma il rapporto tra i due marchi è sempre stato molto stretto e la prima collaborazione risale al 1950.
Quando la Lancia decide di ritirarsi dalla competizioni, è la Fiat, assieme all’Automobile Club d’Italia, a fare in modo che tutto quanto (ovvero vetture/ricambi/bisarca e altri beni del reparto corse Lancia) venga dato alla Ferrari gratuitamente. Si vuole impedire che il know-how di un’azienda italiana vada all’estero. Il Principe Filippo Caracciolo, suocero di Gianni Agnelli e Presidente dell’ACI, lavora a un’intesa che prevede la donazione di tutto il materiale Lancia alla Ferrari, e allo stesso tempo impegna Fiat a stanziare un contributo a fondo perduto di 50 milioni di lire per cinque anni, ovvero 250 milioni totali. Una cifra considerevole per quel tempo. L’accordo ha un obiettivo molto preciso: aumentare le vittorie in ambito internazionale della Casa di Maranello, poiché danno grande prestigio a tutta l’industria automobilistica italiana e promuovono le vendite delle vetture anche su altri mercati. Vittorio Valletta, che conosce e stima – ricambiato – Ferrari – dal ’32, prende questa decisione in accordo con l’Avvocato Agnelli, destinato a succedergli alla Presidenza della Fiat.
Gianni Agnelli nel 1950 ha 29 anni e non ricopre nessun incarico nel management, ma è il rappresentante della famiglia azionista di maggioranza e si avvia a diventare Amministratore Delegato nel ’63 e Presidente tre anni dopo. Agnelli apprezza il marchio Ferrari, e ne diviene cliente. La sua prima Ferrari è una 166 MM Touring Superleggera del ’48; in seguito ce ne saranno altre, come la 365 P o la Testarossa Spider. Col passare degli anni Enzo Ferrari è conscio del fatto che non può più sopportare da solo l’onere economico dell’attività sportiva e nel 1963 è vicino a vendere alla Ford. La trattativa dura gli interi mesi di aprile e maggio, ma al momento della firma abortisce, a salvaguardia dell’autonomia nella gestione dell’attività agonistica da parte di Enzo Ferrari. Il tema di trovare un forte alleato, rimane però d’attualità e nel 1965 arriva l’accordo con Fiat per la produzione del motore 6 cilindri Dino, progettato da Ferrari e realizzato negli stabilimenti della Casa torinese, da utilizzare per commercializzare i nuovi modelli Fiat Dino, spider e coupé. Subito dopo arriva la Dino Ferrari, realizzata a Maranello. Ferrari ha la necessità di omologare la Ferrari Dino 166 di F2, e per far questo occorre costruire almeno 500 vetture di serie con il motore progettato a suo tempo da suo figlio. Da lì in avanti i colloqui tra Ferrari e Agnelli in merito ad una possibile acquisizione, si fanno più frequenti.
Ad un certo punto sembra che anche l’Alfa Romeo di Giovanni Luraghi si possa aggiungere, per dar corpo a un progetto a tre, ma poi si tira indietro. Il 18 giugno 1969 Ferrari e Agnelli si vedono a Torino per firmare il contratto, che sarà reso pubblico tre giorni dopo. Fiat e Ferrari coronano con l’unione, un lungo fidanzamento.

I capolavori del 1969

312 F1-69
312 P
365 GTS
365 GTS4
Dino 246 GT
212 E
00:00
1969Il dominio nell’endurance

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FIAT DIVENTA AZIONISTA FERRARI

Il 21 giugno 1969 viene annunciato l’acquisto del 50% della Ferrari da parte di Fiat, ma il rapporto tra i due marchi è sempre stato molto stretto e la prima collaborazione risale al 1950.

UN NUOVO PARTNER

Quando la Lancia decide di ritirarsi dalla competizioni, è la Fiat, assieme all’Automobile Club d’Italia, a fare in modo che tutto quanto (ovvero vetture/ricambi/bisarca e altri beni del reparto corse Lancia) venga dato alla Ferrari gratuitamente. Si vuole impedire che il know-how di un’azienda italiana vada all’estero. Il Principe Filippo Caracciolo, suocero di Gianni Agnelli e Presidente dell’ACI, lavora a un’intesa che prevede la donazione di tutto il materiale Lancia alla Ferrari, e allo stesso tempo impegna Fiat a stanziare un contributo a fondo perduto di 50 milioni di lire per cinque anni, ovvero 250 milioni totali. Una cifra considerevole per quel tempo. L’accordo ha un obiettivo molto preciso: aumentare le vittorie in ambito internazionale della Casa di Maranello, poiché danno grande prestigio a tutta l’industria automobilistica italiana e promuovono le vendite delle vetture anche su altri mercati. Vittorio Valletta, che conosce e stima – ricambiato – Ferrari – dal ’32, prende questa decisione in accordo con l’Avvocato Agnelli, destinato a succedergli alla Presidenza della Fiat.

Gianni Agnelli nel 1950 ha 29 anni e non ricopre nessun incarico nel management, ma è il rappresentante della famiglia azionista di maggioranza e si avvia a diventare Amministratore Delegato nel ’63 e Presidente tre anni dopo. Agnelli apprezza il marchio Ferrari, e ne diviene cliente. La sua prima Ferrari è una 166 MM Touring Superleggera del ’48; in seguito ce ne saranno altre, come la 365 P o la Testarossa Spider. Col passare degli anni Enzo Ferrari è conscio del fatto che non può più sopportare da solo l’onere economico dell’attività sportiva e nel 1963 è vicino a vendere alla Ford. La trattativa dura gli interi mesi di aprile e maggio, ma al momento della firma abortisce, a salvaguardia dell’autonomia nella gestione dell’attività agonistica da parte di Enzo Ferrari. Il tema di trovare un forte alleato, rimane però d’attualità e nel 1965 arriva l’accordo con Fiat per la produzione del motore 6 cilindri Dino, progettato da Ferrari e realizzato negli stabilimenti della Casa torinese, da utilizzare per commercializzare i nuovi modelli Fiat Dino, spider e coupé. Subito dopo arriva la Dino Ferrari, realizzata a Maranello. Ferrari ha la necessità di omologare la Ferrari Dino 166 di F2, e per far questo occorre costruire almeno 500 vetture di serie con il motore progettato a suo tempo da suo figlio. Da lì in avanti i colloqui tra Ferrari e Agnelli in merito ad una possibile acquisizione, si fanno più frequenti.

UN NUOVO PARTNER

Ad un certo punto sembra che anche l’Alfa Romeo di Giovanni Luraghi si possa aggiungere, per dar corpo a un progetto a tre, ma poi si tira indietro. Il 18 giugno 1969 Ferrari e Agnelli si vedono a Torino per firmare il contratto, che sarà reso pubblico tre giorni dopo. Fiat e Ferrari coronano con l’unione, un lungo fidanzamento.

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I capolavori del 1969