In Formula 2, per il team Prema, milita attualmente anche Oliver Bearman, diciannovenne inglese di Chelmsford. Pilota di Scuderia Ferrari Driver Academy, attualmente è anche terzo pilota di riserva per Scuderia Ferrari HP, con la quale ha debuttato a marzo di quest’anno in occasione del Gran Premio dell’Arabia Saudita in sostituzione di Carlos Sainz, fermato da un attacco di appendicite.
Il giovanissimo Oliver ha stupito tutti facendo un’incredibile gara e giustificando così la sua convocazione in Formula 1, avvenuta durante la riunione del venerdì a Jeddah, appena due ore prima della sessione di prove libere precedente le qualifiche. Il sabato, in gara, il debuttante non si è fatto intimorire dai velocissimi e ben più esperti rivali ed è riuscito a risalire dall’undicesimo al settimo posto, conquistando così una posizione di tutto rispetto al suo primo traguardo di Formula 1. Tifosi e appassionati online lo hanno votato anche “Driver of the Day”, avendo raccolto sei punti nella classifica piloti.
Bearman non è tuttavia venuto all’autodromo di Varano De’ Melegari, vicino Parma, per salire su una monoposto: gli è stata infatti affidata una Ferrari SF90 XX Spider, da mettere alla prova sui percorsi collinari che caratterizzano questa zona dell’Emilia-Romagna.
Le colline sopra al circuito sono l’ambiente perfetto per divertirsi appieno con una vettura da oltre mille cavalli di potenza: “Salendo in abitacolo”, dice Oliver, “la prima tentazione è stata quella di togliere tutti gli aiuti elettronici alla guida, ma prima ho provato a fare qualche chilometro e devo ammettere che sono molto ben tarati, aiutano il pilota a trarre il massimo dall’esperienza di guida senza risultare invasivi”.
Ma è quando si parla di reattività che emerge davvero tutto il DNA sportivo della SF90 XX Spider: “Lo sterzo è qualcosa di incredibile, preciso e immediatamente reattivo agli impulsi”, afferma Oliver una volta concluso il giro. “Lo stesso vale per l’erogazione della potenza, che grazie al contributo della parte ibrida è pressoché immediata, con pochissimo lag”.
Oliver ammette prontamente che il fatto di poter mettere le mani su questa particolare Spider ha avuto per lui un doppio effetto: “Il fatto di non avere un tetto sulla testa contribuiva a far aumentare l’effetto relax. Mi ha fatto ricordare che la vita va anche assaporata con un ritmo appropriato e meno frenetico di quello che spesso scandisce la nostra quotidianità”. Lo splendido paesaggio circostante tendeva a fargli alzare un po’ il piede e a mettere a riposo qualcuno degli oltre mille cavalli di cui questa vettura dispone. “Poi però ho capito che provavo quelle sensazioni perché mi mancava uno degli strumenti del mestiere: il casco”, aggiunge. “Se ci pensi, guidare questa Ferrari per certi aspetti è come stare nell’abitacolo di una monoposto da corsa, con il parabrezza invece dell’halo”.
Bearman guidava per la prima volta nella sua vita una Ferrari, se si escludono quelle di Formula 1 pilotate in sessioni di test e, naturalmente, nel sensazionale Gran Premio dell’Arabia Saudita che lo ha reso famoso nel mondo delle corse. “La SF90 XX Spider e la SF-24 di Formula 1 sono vetture completamente diverse”, afferma. “Ma paradossalmente le potenze sono analoghe e questo è qualcosa di incredibile che solo Ferrari può fare accadere”.
Anche le colline emiliane hanno il loro fascino per Oliver: “Credo che, se le cose andranno per il verso giusto nella mia carriera da pilota, un giorno avrò una casa da queste parti. Forse sarei incerto fra l’Emilia-Romagna e la Toscana. Potrei stabilirmi su questi colli, visto che avrei il circuito di Varano vicino, altrimenti andrei verso Imola, ma anche i paesaggi toscani mi attirano e ancora di più la pista del Mugello”, racconta. L’augurio è che il futuro regali al giovane Oliver l’opportunità di andare a vivere vicino alla pista che lo emoziona di più.