Testo: Jason Barlow
Ferrari si prepara a celebrare un altro anniversario
Mentre la 250 GTO si prepara a festeggiare il 55° compleanno, è ora di ritornare a parlare di quest'auto senza tempo.
Perché questa Ferrari si distingue da tutte le altre? In parte perché la GTO rappresenta il culmine della leggendaria famiglia delle 250 GT.
Ma anche perché era una Ferrari estremamente affidabile e dalle incredibili prestazioni, in un'epoca in cui le competizioni eguagliavano la Formula Uno in termini di popolarità e importanza economica.
Il motore sviluppato da Gioachino Colombo era ormai un veterano delle competizioni: un V12 a 60°, con due alberi a camme in testa, un capolavoro di 2953cc di cilindrata con una potenza di 300 cavalli. Al centro della V del motore c’erano sei carburatori Weber doppio corpo montati ai collettori di aspirazione in lega di magnesio; il blocco del cilindro era in Silumin, una lega di alluminio, con canne in ghisa e la lubrificazione era a carter secco.
L'albero a gomiti era ricavato da un unico pezzo d'acciaio, come le bielle. Un'alta novità era il cambio a cinque marce, tutte sincronizzate.
Il telaio aveva una struttura in acciaio tubolare; ma i punti d’attacco permettevano al cambio, al radiatore, ai serbatoi del carburante e dell'olio di essere ribassati per migliorare il baricentro.
La maggior parte delle GTO aveva due prese d'aria per il raffreddamento sui parafanghi anteriori; alcune ne avevano tre. La rigidità del telaio era potenziata da longheroni e brancardi sottoporta rinforzati e dalla presenza di una rollbar.
L'assale era un ritorno al passato in termini di ingegneria, ma c'erano i freni a disco su tutte le ruote, e uno schermo in alluminio proteggeva il pavimento. Le ruote Borrani con cerchi in lega e raggi in acciaio erano avvolte da pneumatici Dunlop. La GTO usava lo sterzo a ricircolo di sfere.
Ma era soprattutto la carrozzeria che andava modificata per tenere il passo con i veloci bolidi concorrenti, tra cui la Jaguar E-type (una vettura che Enzo Ferrari ammirava moltissimo).
L'aerodinamica era agli albori e la carrozzeria della GTO venne rimodellata per ridurre la portanza anteriore e migliorare la deportanza posteriore. Due prototipi anticipano la prima vettura di serie; uno venne testato anche da Stirling Moss a Monza nel 1961.
Il progetto era seguito da Giotto Bizzarrini (poco prima della sua espulsione nella famigerata "rivoluzione di palazzo"), poi Enzo Ferrari chiese a Sergio Scaglietti di terminare il lavoro sull'auto.
La 250 GTO venne presentata ai media durante la conferenza stampa annuale della Ferrari il 24 febbraio 1962. Responsabile sviluppo era allora il giovane Mauro Forghieri. Giancarlo Baghetti testò la GTO a Monza, dove si dimostrò incredibilmente veloce.
Naturalmente, nessuna delle 36 GTO prodotte dal 1962 al 1964 era uguale alle altre, come si conviene a una vettura in costante evoluzione. I primi 18 esemplari avevano lo spoiler posteriore separato. Poi divenne parte integrante del corpo vettura.
Tra le variazioni ricordiamo l'alettone posteriore, la dimensione dei radiatori, il numero di tubi e ogni sorta di modifica sperimentale. Ma poiché molte vetture sono state danneggiate nelle battaglie in pista, è quasi impossibile sapere esattamente quali cambiamenti sono stati apportati.
Tre prototipi erano alimentati da un V12 da 4,0 litri. Anche se ci sono state solo tre GTO serie 2 (costruite nel 1964), con una carrozzeria diversa, quattro vetture della prima produzione di 36 vennero successivamente ricarrozzate con i nuovi aggiornamenti e le migliorie meccaniche.
Raramente utilizzata a piena capacità, la GTO veniva affidata solo ai migliori piloti di Enzo Ferrari.
La Super America mulotipo, telaio n.: 2643, corse a Le Mans nel 1961 e alla sua guida Stirling Moss arrivò quarto a Daytona nel 1962. Ottennero delle vittorie anche a Goodwood e a Silverstone.
Una delle GTO più famose era una Ferrari verde pallido con guida a destra, utilizzata dal team UDT-Laystall, gestito dal padre di Stirling Moss Alfred e dal suo manager Ken Gregory.
La 250 GTO ha collezionato più di 500 apparizioni in gara, incluse le vittorie nel Tour de France e le vittorie di categoria alla Targa Florio e a Le Mans (nel 1962 le GTO finirono al secondo e al terzo posto in classifica generale a La Sarthe). È stata una delle Ferrari da corsa di maggior successo. Oltre ad essere straordinariamente bella.
Nick Mason dei Pink Floyd è forse il proprietario più famoso di una 250 GTO, diamo quindi a lui l'ultima parola. "Perché è diversa dalle altre? La GTO è bellissima, praticamente tutte hanno una storia, e, per quanto possa sembrare strano, è una vettura estremamente versatile".