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11 feb 2020Passion

Arriva il 16° titolo costruttori

11 febbraio 2020

La Formula 1 nella stagione 2008 vede ancora l’attesissimo duello Ferrari-Mercedes. Tutti si aspettano una replica della battaglia tra Räikkönen e Hamilton, che all’interno della McLaren costringe di fatto Fernando Alonso a tornare alla Renault. La Ferrari invece conferma Felipe Massa al fianco del campione del mondo finlandese.

Hamilton e Räikkönen si dividono le vittorie in Australia e Malesia, mentre l’inizio di campionato è da dimenticare per Massa, fermo a quota zero. Il brasiliano si rifà in Bahrain e Turchia mentre in Spagna vince Räikkönen. I Ferraristi dopo cinque corse sono ai primi due posti della classifica ma Hamilton trionfa a Monaco mentre in Canada va in scena una gara pazza con l’inglese della McLaren che non si avvede del semaforo rosso in fondo alla corsia box e centra la Ferrari di Kimi ponendo fine alla gara di entrambi. Vince Robert Kubica con la BMW Sauber che passa addirittura in testa al campionato.

Massa trionfa in Francia mentre Hamilton fa sua la gara di casa a Silverstone: la classifica è quanto mai serrata. L’inglese, Massa e Räikkönen guidano con 48 punti, Kubica è a 46. La McLaren vince in Germania mentre Felipe pare lanciato verso il successo in Ungheria dopo aver piazzato un gran sorpasso ad Hamilton. La beffa però è in agguato e si materializza a tre giri dal termine con il cedimento del motore. Ne approfitta Kovalainen, all’unica vittoria della carriera. Il brasiliano si riscatta a Valencia, nel GP d’Europa, e in Belgio al termine di un lungo duello con Hamilton.

A Monza va in scena la seconda gara pazza della stagione. Il giovane tedesco Sebastian Vettel al sabato conquista una sorprendente pole position al volante della Toro Rosso a motore Ferrari. Tutti sospettano che possa essere un colpo di fortuna dovuto alla pioggia, ma la gara, pure disputata sul bagnato, dimostra che Sebastian è un talento vero: per la prima e fin qui unica volta una monoposto non Ferrari equipaggiata con un motore di Maranello conquista la vittoria. Gare scialbe per Massa ed Hamilton, ormai destinati a giocarsi il Mondiale, con il brasiliano che si porta a un punto dall’inglese.

A Singapore secondo episodio chiave in negativo della stagione di Felipe. Il brasiliano rientra al box approfittando della Safety Car provocata dall’incidente di Nelsinho Piquet, che poi si scoprirà intenzionale, ma lascia la piazzola quando il bocchettone del rifornimento è ancora attaccato alla sua F2008. Per il brasiliano, che era in testa, è la fine della corsa. Si arriva all’ultimo appuntamento, a Interlagos, con Felipe che insegue Hamilton a sette punti. Lo stesso gap era stato recuperato all’inglese l’anno prima da Räikkönen ma sembra difficile che il miracolo si possa ripetere per due stagioni di fila. Meno preoccupante la situazione nella classifica Costruttori, dove la Ferrari vanta 11 punti di vantaggio sulla McLaren.

Al via, su una pista umida che si sta asciugando, Massa prende la prima posizione. Dietro, invece, Hamilton vive un pomeriggio più complicato: finisce fuori pista in un tentativo di sorpasso e precipita in settima posizione. Se Felipe vince Lewis ha bisogno di un quinto posto. L’inglese al 43° giro recupera la piazza che gli serve e l’impresa di Massa sembra inutile. Nel finale però riprende a piovere e le posizioni si rimescolano. Si fermano tutte le vetture meno le due Toyota, che tentano l’azzardo di restare in pista con le gomme da asciutto.

A tre giri dalla fine Massa è in testa mentre Hamilton è solo sesto. Felipe passa sotto la bandiera a scacchi abbracciato dall’urlo della torcida Paulista: in quel momento è campione del mondo. Ma Hamilton non ha mollato e, complice la pioggia che sta aumentando di intensità, riesce a superare la Toyota di Timo Glock all’ultima curva dell’ultimo giro vincendo così il titolo per un punto. Felipe è in lacrime, si batte il pugno sul petto, il suo pianto si mescola alla pioggia battente. È lo sconfitto, ma non per il suo Brasile che gli tributa un’ovazione degna di quelle che venivano riservate al leggendario Ayrton Senna. La Ferrari si consola con il sedicesimo titolo costruttori della sua storia.

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