Dai kart, dove ha iniziato a gareggiare a soli quattro anni, passando per le monoposto, le GT e l’Hypercar, la carriera di Antonio Fuoco è ricca di sfumature. Il 27enne in dieci stagioni ha ottenuto 32 vittorie, delle quali due nel FIA WEC con le Ferrari derivate dalla serie. Il 2023 ha rappresentato l’inizio di una nuova avventura sportiva per il pilota calabrese che al debutto agonistico della 499P, in occasione della 1000 Miglia di Sebring, ha firmato la pole position, ottenendo quindi due podi con i compagni Miguel Molina e Nicklas Nielsen – negli Stati Uniti e a Portimão –, prima di siglare sia la Hyperpole sia il miglior tempo in gara alla 24 Ore di Le Mans. “Il sogno di ogni bambino è diventare un pilota Ferrari. I sacrifici fatti per arrivare a questo traguardo sono stati ripagati dalla gioia che provo ogni volta in cui indosso il casco” racconta Fuoco alla vigilia della 6 Ore di Monza, quinto round del FIA World Endurance Championship 2023.
I primi passi. I primi ricordi si legano agli anni dell’infanzia, quando Antonio Fuoco iniziò a subire il fascino dei motori e della velocità, una passione condivisa con la famiglia. “Andavo spesso alla pista Nika con mio padre e mio fratello – racconta – dove disputai la mia prima gara con i go-kart. A quattro anni ottenni il primo successo. Fu l’inizio di un lungo viaggio. Il mio primo casco? Aveva una tigre disegnata sulla livrea. Era il casco di Eddie Irvine, già pilota della Scuderia Ferrari”.
Un percorso iniziato da giovanissimo nutrendo un desiderio che poi è diventato realtà. “Credo che il sogno di ogni bambino sia diventare un pilota Ferrari – prosegue –: per me lo è stato sin dai primi giri con i go-kart. Quando anni dopo ho realizzato che vi era la possibilità di diventare un ufficiale del Cavallino Rampante ho lavorato esclusivamente per quell’obiettivo”.
Le monoposto. Fuoco, dopo le stagioni con i kart a livello internazionale, nel 2013 ha debuttato con le monoposto di Formula Renault 2.0 Alps, inanellando quattro vittorie che hanno contribuito a spalancare le porte della Ferrari Driver Academy – FDA, aprendo un percorso di crescita durato diverse stagioni. Un periodo nel quale il pilota calabrese ha gareggiato in Formula 3, GP3 e Formula 2, dove è stato compagno di Charles Leclerc. “La mia famiglia ha fatto tanti sacrifici per permettermi di arrivare a questo livello – ricorda il classe 1996 –. Sono arrivato a Maranello a 14 anni, lasciando gli affetti e la mia vita quotidiana. La FDA è stata fondamentale perché mi ha formato non solo come pilota, ma anche come uomo. Per me Ferrari non è solo una squadra, è anche la mia famiglia”.
La squadra. Passione, impegno, dedizione sono termini ricorrenti nei discorsi di Antonio Fuoco (“Non mi piace auto-definirmi, ma se dovessi farlo direi: sono un pilota ‘aggressivo’ e sempre determinato. Quando abbasso la visiera voglio essere perfetto”), che a partire dal 2019 ha iniziato a competere con le GT di Maranello vincendo in quell’anno il titolo italiano della classe Pro-Am con la 488 GT3 del team AF Corse.
Un’esperienza che ha fatto da viatico verso l’esordio nel FIA WEC con la 488 GTE in classe LMGTE Am (2021) e in LMGTE Pro (2022). “L’endurance per me è sinonimo di motorsport. Dopo gli anni con le monoposto sono arrivato alle ruote ‘coperte’ e ora alla Hypercar – racconta Fuoco –. Ho capito il valore di condividere la vettura con altri compagni, il significato del lavoro in gruppo, il senso della squadra. Quest’anno con la 499P stiamo vivendo qualcosa di straordinario”.
La velocità. Dopo mesi intensi di test, nei quali Fuoco è stato tra i piloti ufficiali che hanno contribuito a sviluppare la 499P, all’inizio del 2023 è arrivata la notizia più attesa. “Quando Antonello Coletta mi ha detto che sarei stato un pilota della Hypercar ho provato un’emozione indescrivibile” dettaglia. “Com’è da guidare la nostra Hypercar? Prima di tutto è molto bella, e poi dà molta confidenza al pilota, un aspetto che ti permette di avvicinarti al limite della prestazione”.
Un limite che il pilota della Hypercar numero 50 ha toccato a più riprese. Un’immagine che rimarrà nella memoria dei tifosi (“Sentiamo il loro supporto sempre, è un sostegno essenziale per un pilota Ferrari”) è la pole position firmata al debutto, mentre sulla pista americana di Sebring il sole tramontava e la Ferrari tornava da protagonista nella top class dell’endurance. “In quelle condizioni all’ultima curva vedere il punto di corda era complicatissimo. Ho dato tutto, ma sono convinto che quel giro favoloso sia arrivato anche grazie all’atmosfera magica che ci circondava, al clima che aleggiava dentro la nostra squadra. Non vi sono parole per descrivere quello che tutti stanno facendo in pista e a Maranello, un lavoro enorme di una squadra molto unita. Questo è il nostro punto di forza”.