Ultima doppietta prima della pausa estiva per il Mondiale di Formula 1: si comincia con il Gran Premio d’Ungheria, giunto alla sua edizione numero 39, come sempre in scena all’Hungaroring. Un tempo questa gara segnava la conclusione della prima metà della stagione, mentre da due anni a questa parte si è aggiunto il Belgio prima dello stop estivo.
La pista. L’Hungaroring, sede della gara fin dal 1986 e primo Gran Premio della storia a essere corso oltre la cortina di ferro che separava il blocco occidentale europeo da quello orientale ai tempi della Guerra Fredda, è stato a lungo considerato alla stregua di una Monte Carlo senza muri. Situato a soli 26 km dal centro di Budapest, la pista misura 4.381 metri ma conta ben 18 curve e un unico lungo rettilineo, che corrisponde a una delle due zone DRS. Proprio questo strumento a disposizione dei piloti negli anni ha cambiato le carte in tavola rendendo le gare più emozionanti e più ricche di sorpassi. Superare infatti continua ad essere molto difficile ma spesso è possibile assistere a bei duelli ruota a ruota nel primo settore, specialmente tra le curve 1 e 2. La sua natura quasi da kartodromo fa sì che i piloti siano più performanti man mano che si gira, quando la pista si pulisce e la confidenza aumenta. Si tratta infatti di un tracciato sul quale le buone sensazioni possono fare la differenza. Carlos e Charles sono proprio a caccia di questo feeling positivo.
Formato tradizionale. Il Gran Premio di Ungheria segue il tradizionale formato del weekend di gara. La prima e la seconda sessione di prove libere di venerdì si svolgeranno rispettivamente alle 13.30 e alle 17 CEST, mentre l’ora conclusiva di preparazione in vista delle qualifiche andrà in scena alle ore 12:30 di sabato. Alle 16 sarà decisa la griglia di partenza, mentre domenica la gara prenderà il via alle 15, con 70 giri da percorrere.
Clima. Il weekend di gara ungherese è caratterizzato da un clima spesso torrido, caldissimo e tremendamente umido, ma nelle passate edizioni non sono mancate corse a dir poco caotiche con acquazzoni improvvisi e, una volta, una sola vettura sulla griglia di partenza per il via, visto che tutte le restanti monoposto decisero di rientrare al box per passare dalle gomme Intermedie alle slick.
La settimana di pausa prima dell’Ungheria ci ha permesso di analizzare a fondo tutti i dati raccolti nelle ultime tre gare. Abbiamo quindi constatato che il pacchetto di upgrade recentemente introdotto ha portato i benefici attesi in termini di punti di carico, ma ha anche innescato degli effetti collaterali che hanno peggiorato il comfort di guida di Charles e Carlos.
Abbiamo lavorato sodo in azienda e dunque a Budapest porteremo una versione evoluta del fondo che contiamo possa dare ai piloti una vettura con la quale possano esprimersi al meglio delle loro capacità. In questa stagione si continua a lottare sul filo dei centesimi e avere Charles e Carlos in piena fiducia può consentirci di ottenere risultati migliori, in gara ma soprattutto in qualifica, quando si tratta di spingere al limite. Sono fiducioso che il pacchetto che avremo a disposizione all’Hungaroring potrà permettere alla nostra squadra di essere protagonista.
Fred Vasseur Team Principal Scuderia Ferrari HP
FERRARI STATS
GP disputati 1086
Stagioni in F1 75
Debutto Monaco 1950 (A. Ascari 2°; R. Sommer 4°; L. Villoresi rit)
Vittorie 245 (22,56%)
Pole position 250 (23,02%)
Giri più veloci 262 (24,12%)
Podi totali 817 (25,08%)
FERRARI STATS GRAN PREMIO DI UNGHERIA
GP disputati 38
Debutto 1986 (S. Johansson 4°; M. Alboreto rit.)
Vittorie 7 (18,42%)
Pole position 8 (21,05%)
Giri più veloci 9 (23,68%)
Podi totali 26 (22,81%)
TRE DOMANDE A... RICCARDO ADAMI
RACE ENGINEER #55
1. Quali sono le caratteristiche dell’Hungaroring?
L’Hungaroring è un tracciato caratterizzato da molte curve a bassa velocità di percorrenza e da pochi rettilinei. Solitamente la configurazione aerodinamica della vettura è ad alto carico, anche se ciò comporta maggiore resistenza all’avanzamento. È il circuito permanente con la velocità media sul giro più bassa di tutto il campionato. È richiesta un’ottima trazione ma anche un assale anteriore molto reattivo a centro curva per potere ottimizzare la percorrenza. Le alte temperature ambientali e i corti tratti rettilinei mettono a dura prova il raffreddamento delle vetture, la pista risulta impegnativa anche per i piloti che affrontano un rapido susseguirsi di curve stile “kartodromo” nel tratto centrale. È difficile effettuare sorpassi quindi è importante concentrarsi, oltre al passo gara, anche sulla qualifica. A rendere il fine settimana ancora più sfidante ci saranno infine le condizioni meteo che, in questo periodo dell’anno, possono essere mutevoli con possibili temporali estivi.
2. Hai ormai un’esperienza notevole nel ruolo di Race Engineer e quest’anno oltre a Carlos ti sei trovato a dover supportare Oliver Bearman al debutto in Formula 1 a Jeddah. Quale è la chiave per ricoprire al meglio questo ruolo?
Nel mio ruolo è fondamentale curare la comunicazione con il pilota per coglierne le sensazioni e trasmettergli le informazioni utili a seconda della circostanze e delle condizioni di contorno, che sono sempre estremamente mutevoli. Ho lavorato con piloti dalle caratteristiche diverse e l’esperienza mi aiuta a valutare le singole situazioni per metterli in condizione di performare al meglio. Con Oliver, ad esempio, avevamo poco tempo a disposizione ed è stato importante fornirgli le giuste informazioni per condurre qualifica e gara. Nel corso di un campionato è possibile invece lavorare più a lungo per sviluppare un’affinità sempre crescente tra il pilota e la squadra.
3. Guardando più al lato personale, qual è l’aspetto che ami di più del tuo lavoro, e quale invece quello più complicato da gestire?
Svolgo questa professione da anni e non riesco a fare a meno delle sensazioni che si provano durante il weekend di gara soprattutto quando si svolge un buon lavoro. Il Campionato è lungo e a volte è complicato gestire i momenti di grande tensione che si possono creare. Sto comunque seguendo una mia passione ed è un orgoglio far parte della Scuderia Ferrari.
Profilo
Riccardo Adami
Nazionalità: Italia
Nato il 27/11/1973
Città di provenienza: Brescia
GRAN PREMIO D'UNGHERIA: NUMERI E CURIOSITÀ
8. I siti UNESCO in Ungheria, riconosciuti per il loro significato culturale, naturale, artistico e storico. Questi luoghi sono preservati affinché le generazioni future possano goderne. La prima ad essere inserita nell’elenco è Hollókő, esempio perfettamente conservato di una modesta cittadina ungherese, sopravvissuta alla rivoluzione agricola del XX secolo. Si distingue per la peculiare architettura delle sue 126 case. Ci sono poi le Grotte dell’Aggtelek e Slovak Karst, oltre 700 cavità situate nella zona carsica tra Ungheria e Slovacchia. C’è il Monastero di Pannonhalma, fondato nel 996 dai benedettini sulla collina dove, secondo la tradizione, nacque San Martino. I benedettini proprio qui diedero inizio alla loro opera di conversione degli ungheresi e qui venne scritto il primo documento in lingua ungherese, nel 1055. Di grande importanza anche il Parco Nazionale di Hortobágy che al valore paesaggistico e naturalistico affianca quello culturale, con gli usi, i costumi e il folklore dei pastori della puszta. Di rilievo anche il Cimitero paleocristiano di Pécs, con tombe riccamente decorate che risalgono al IV secolo d.C. Infine da segnalare il complesso del Lago Fertö, inserito nell’elenco per l’incontro di culture diverse che si è verificato in questa zona per otto millenni. L’ultimo arrivato nella lista UNESCO è la zona di produzione del vino Tokaj, che testimonia la lunga tradizione di produzione vinicola in questa regione ricca di basse colline e valli fluviali. Il sistema intricato di vigneti, fattorie, villaggi e piccole città, con le loro storiche reti di cantine, illustra ogni aspetto della produzione dei famosi vini, strettamente regolamentata da quasi tre secoli.
25. La posizione di Budapest tra le città più visitate al mondo. Secondo il Global Destinations Cities Index, il numero di persone che viaggiano verso la capitale ungherese è aumentata del 76% dal 2009. Il rapporto mostra che Budapest ha superato anche Praga (al 28° posto) e Vienna (al 33°). La città risulta popolare tra tutti i gruppi demografici di età, attirando visitatori indipendentemente dalla stagione.
33. Le mini statue attribuite a Mihály Kolodko, scultore noto per i suoi interventi di guerrilla-sculpture, che si trovano nella città di Budapest. L’artista ha voluto commemorare personaggi e oggetti della cultura di massa aggiungendo sempre una particolare chiave di lettura legata alla storia ungherese, alla tradizione e all’arte contemporanea. Tra le più note il cubo di Rubik, nota invenzione ungherese, sul molo di Bem; un carrarmato triste che commemora la rivoluzione del 1956 sedata nel sangue dai militari sovietici (il mezzo ha la canna del cannone rivolta verso il basso, quasi si vergognasse per ciò per cui è stato usato); un Chuck Norris legato sul lato Pest del ponte Megyeri (l’attore è popolarissimo in Ungheria, al punto che molti abitanti volevano dedicare a lui il ponte in costruzione), e Kermit, la celebre rana del Muppet Show.
1200. I metri di lunghezza del labirinto di grotte e caverne che si estendono al di sotto del Palazzo Reale di Budapest a una profondità di 16 metri. Al suo interno c’è un'area paleolitica, una più specificamente speleologica e una storica, corredata da statue in cera di vari personaggi.
1700. L’anno cui risalgono le prime ricette scritte del lángos, una delle più famose una specialità culinarie ungheresi. Gli ingredienti base sono farina, lievito, acqua e sale e si presenta come una grande frittella su cui è possibile aggiungere diversi ingredienti. Nell'impasto al posto dell'acqua possono essere utilizzati anche yogurt, panna acida o patate. Il lángos non è conosciuto solo in Ungheria, ma in tutti i paesi che erano parte dell'Impero austro-ungarico, e quindi in Austria, Repubblica Ceca, Serbia, Romania e anche in Italia, nella Venezia-Giulia.