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15 dic 2022Endurance

Season Review 2022: il racconto dell’inverno

Maranello 15 dicembre 2022

Un’annata che ha visto le vetture del Cavallino Rampante protagoniste sui circuiti di tutto il mondo, che termina con 29 titoli conquistati a livello internazionale. La storia del 2022 è un percorso costellato di sfide nel segno della velocità. Un “film” iniziato già nel pieno della stagione invernale con i primi eventi in America e in Medio Oriente.

Gennaio. Come da tradizione la stagione delle corse oltre l’Atlantico è scattata con la 24 Ore di Daytona, atto inaugurale del campionato IMSA, dove la Ferrari 488 GT3 Evo 2020 di Risi Competizione, con Pier Guidi-Calado-Rigon-Serra, ha ottenuto un secondo posto in classe GTD-Pro, mentre la vettura di AF Corse in classe GTD ha sfiorato un piazzamento a podio con Nielsen-Vilander- Pérez Companc-S. Mann.

Febbraio. Il mese ha ospitato le quattro gare dell’Asian Le Mans Series, al termine delle quali in classe Pro Davide Rigon, David Perel e Rino Mastronardi sulla Ferrari di Rinaldi Racing, con un successo a Dubai e un secondo posto ad Abu Dhabi, hanno concluso terzi in classifica piloti. Mentre in Pro Am i due successi a Yas Marina di Zollo-Jefferies-Ziemian sulla vettura di Kessel Racing valgono i medesimi punti della squadra di SPS Automotive, la quale avendo vinto per prima in stagione ottiene il titolo.

Con la 9 Ore di Kyalami, inoltre, si è conclusa la stagione 2021 dell’Intercontinental GT Challenge. Grazie al secondo posto in Sudafrica, Pier Guidi e Côme Ledogar – nell’occasione con Miguel Molina – hanno conquistato il titolo, il numero 107 per la 488 GT3, concludendo una stagione straordinaria. Il campionato aveva preso avvio con il successo per la coppia italo-francese, insieme a Nicklas Nielsen, alla 24 Ore di Spa, ed era proseguito con il quarto posto alla 8 Ore di Indianapolis.

Marzo. Nel primo atto del FIA World Endurance Championship, la 1000 Miglia di Sebring, Ferrari, Alessandro Pier Guidi e James Calado si sono presentati con gli allori di campioni del mondo, ma i piloti sono stati costretti a fare i conti con una realtà inattesa e, per molti aspetti, inconsueta. Sull’esigente asfalto di Sebring, infatti, le 488 GTE degli iridati e del nuovo equipaggio formato da Antonio Fuoco e Miguel Molina non sono riuscite a esprimere il loro potenziale e sono state costrette a raccogliere le briciole.

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