Le fantastiche quattro

10 aprile 2018

Che cosa hanno in comune una designer di gioielli, un'imprenditrice tessile, la proprietaria di un circolo ippico e una responsabile marketing? La passione per le auto di Maranello. TOFM le ha intervistate e ha chiesto a ciascuna di loro cosa rende speciale una Ferrari.

Lepa Galeb-Roskopp è cresciuta in Montenegro e si è trasferita a Parigi per dedicarsi alla moda, la sua passione. Si è poi spostata in California

dove ha fondato Misahara, la sua azienda di gioielli. Ricorda ancora la prima Ferrari che ha visto, una Testarossa, nella Silicon Valley degli anni Ottanta.

All'epoca non era molto interessata alle auto ma oggi, come designer di gioielli di successo, riconosce le affinità tra il suo processo creativo e la filosofia di Ferrari e vede una sinergia tra il suo lavoro di design e il modo in cui Ferrari crea le sue vetture. Apprezza l'"intensità con cui si ricerca la perfezione".

 

Lepa possiede una GTC4Lusso e una F12tdf. La prima è per l'uso "quotidiano", la seconda è "per le gite del fine settimana", preferibilmente lungo la Highway 9 nella Silicon Valley. Sulla Highway 1 per Santa Barbara ha fatto uno dei suoi viaggi più memorabili, partecipando assieme a una cinquantina di auto a una Cavalcade lungo la costa del Pacifico.

Per una donna così impegnata nel design di splendidi gioielli, la reazione di Lepa nel vedere una Ferrari è viscerale. “Quando guardo una Ferrari sorrido”, sostiene. “L’emozione che evoca è immediata". Anche il rombo del motore cattura la sua attenzione: "È fantastico. L’adrenalina sale automaticamente”.

Shindy Xin Di Meng - creative director e fondatrice di Camin, una delle principali aziende di design tessile in Cina - ricorda la prima volta che ha visto una Ferrari: era una F355 Spider parcheggiata nel porto di Sydney. Fu "amore a prima vista".

Nata a Shanghai, Shindy è emigrata in Australia da adolescente e da allora ha vissuto in otto paesi. Ama l'automobilismo, una passione sbocciata quando ha assistito alla vittoria della Ferrari nel 2004 al Gran Premio di Shanghai. Ha seguito subito dopo un Corso Pilota introduttivo, che le ha aperto il mondo delle Cavalcade.

 

La sua prima Ferrari è stata una 458 rossa, che lei descrive come "il miglior regalo di compleanno che mi sia mai fatta".

Nel 2012 Shindy è diventata la prima concorrente cinese di una Cavalcade; il suo miglior piazzamento finora è un ottimo terzo posto negli Stati Uniti, con la sua Ferrari California T. Ma il momento più felice è stato l'anno scorso, con la vittoria al rally in Cina sulla Via della Seta per il 70° Anniversario, con la sua Ferrari 458. Ama così tanto guidare la sua auto che ha stabilito il suo ufficio a circa 30 km dal centro della città “per poter trascorrere del tempo da sola con la mia macchina”.

Dopo una carriera nella moda, Charlotte Dunkerton ha intrapreso una nuova avventura imprenditoriale, un circolo ippico nelle Cotswolds con spa e ristorante.

Ama percorrere le stradine di campagna britanniche con la Ferrari F12berlinetta, una vettura che, dice, "mi mette sempre di buon umore". Ne ha fatta di strada dalla sua prima auto, una Fiat Panda con guida a destra.

 

Alcuni usano le loro Ferrari sono nelle occasioni speciali, ma non Charlotte. "Mi piace guidarla in ogni occasione”, insiste. “È la mia auto preferita e la guiderò sempre, ovunque”. Questo entusiasmo si traduce anche nel prestare le chiavi agli amici? “Sono molto protettiva con la mia Ferrari! Quindi no, non la lascio guidare a nessun altro”.

Usandola così frequentemente, la sottopone a un lavaggio professionale una volta a settimana.

Quando le viene chiesto di descrivere che cosa l'affascina della Ferrari, dice: “Come gran parte di ciò che è italiano, c’è eccellenza nella sua artigianalità”. 

Esther Ma, CEO e fondatrice di Prestique Limited, una delle principali società di marketing di Hong Kong, ricorda la prima volta che ha messo gli occhi su una Ferrari. Era circa 20 anni fa e la guidava il padre di sua amica.

Oggi Esther guida quella che definisce "il modello in assoluto più femminile": la Ferrari California. "Mi piacciono i sedili spaziosi per le mie due figlie", dice. "E il bagagliaio spazioso in cui entrano comodamente due sacche da golf."

Da professionista del marketing quale è, Esther è altrettanto precisa quando le viene chiesto di indicare le tre cose che riassumono il marchio: "Prestigio. Qualità. Artigianalità”.

 

È tanto meticolosa con il suo “regime di cura dell’auto”: lavaggio quotidiano, cera trimestrale, e check-up "all'occorrenza" - quanto è severa nel decidere chi può guidare l'auto oltre lei: solo al marito è permesso di passare del tempo al volante. “Ma solo per viaggi brevi”, ci tiene a precisare.

La Ferrari di Esther è anche una risorsa preziosa per il suo lavoro: ricorda di aver fatto colpo su un cliente portandolo a fare un giro sulla sua California. “L’ho sorpreso con la mia eccellente abilità alla guida”, sorride. E ha chiuso l'affare.