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Il ritorno in patria di una protagonista di Le Mans

La 250 LM che trionfò a Le Mans nel 1965 torna a Fiorano per incontrare le 499P che hanno portato la Ferrari alla vittoria nel 2023 e 2024
Testo: Ben Barry

Nel 2023 la Ferrari 499P ha conquistato la prima di due vittorie consecutive alla 24 Ore di Le Mans, segnando un momento storico: il ritorno alla ribalta della Casa di Maranello al Circuit de la Sarthe, qualcosa che non accadeva dal trionfo della 250 LM nel 1965.
La vettura schierata dalla NART (North American Racing Team), che godeva del sostegno di Ferrari, ha trascorso quasi tutta la vita negli Stati Uniti. Recentemente, però, i simboli di due epoche storiche per Ferrari si sono incontrati sul circuito di Fiorano, dove le 499P vincitrici della 24 Ore di Le Mans si sono cimentate in alcuni giri dimostrativi insieme alla 250 LM che le ha precedute.

La visita a Fiorano dell’auto con numero di telaio 05893, che nelle abili mani di Masten Gregory e Jochen Rindt condusse Ferrari alla sua quinta vittoria consecutiva a Le Mans, è stata breve: la leggendaria vettura sarà infatti messa all’asta da RM Sotheby’s il 5 febbraio, in occasione della fiera Rétromobile di Parigi.

La 250 LM vincitrice della 24 Ore di Le Mans nel 1965 torna a Fiorano, accolta come un'eroina dagli uomini e dalle auto che hanno ripetuto l'impresa nel 2023 e nel 2024 

Si tratta di uno di soli 32 esemplari. La 250 LM a motore centrale (concepita per Le Mans) fu presentata al Salone di Parigi nel 1963, e tutti i modelli erano dotati di motore V12 e telaio tubolare derivati quasi del tutto dal prototipo 250 P. La carrozzeria messa a punto da Scaglietti, tuttavia, era una novità che fu ulteriormente perfezionata nella galleria del vento. Integrava anche montanti posteriori ad arco rampante, introdotti per la prima volta sulla sport prototipo 330 P.

Seppur inizialmente concepita per gareggiare nella classe GT del Campionato Mondiale Sport Prototipi, la FIA stabilì che la 250 LM avrebbe potuto competere solo nella categoria Prototipi, dominata da vetture nate come auto da corsa. Ciò rese una vittoria a pieno titolo alquanto improbabile per la nuova biposto da 320 CV.

La vettura con telaio n° 05893 fu completata verso la fine del 1964, registrata come il sesto esemplare di 250 LM mai costruito e successivamente consegnata a Luigi Chinetti Motors, in Connecticut. Sebbene inizialmente venduta a privati come vettura omologata per uso stradale, tornò presto nelle mani di Chinetti, che la preparò per la competizione con la NART (North American Racing Team), sostenuta da Ferrari. Tra le migliorie apportate troviamo un muso più lungo e aerodinamico, realizzato dal carrozziere Piero Drogo.

Il telaio 05893 corrisponde al periodo di produzione e anche i numeri del motore V12 e del cambio sono quelli originali dell'epoca

Sebbene dovesse gareggiare con prototipi ben più veloci, messi a punto da Ford e da Ferrari stessa, la 250 LM numero 21 riuscì a strappare un’inaspettata vittoria al suo debutto a Le Mans, saldamente in testa già dalla ventunesima ora. Altre due Rosse salirono sui gradini del podio rimanenti, sottolineando il dominio assoluto di Ferrari. Mentre Gregory e Rindt festeggiavano la vittoria, però, nessuno si aspettava che la Casa di Maranello non avrebbe più vinto a Le Mans per i successivi 58 anni.

L’illustre 250 LM completò altre due gare a Le Mans e tre edizioni della 24 Ore di Daytona prima di essere acquistata dall’Indianapolis Motor Speedway Museum nel 1970. Da allora la vettura è rimasta nelle mani del museo, completa del suo motore Tipo 211 da 3,3 litri e del cambio 564-940 con tanto di numero di gara, prima di essere calorosamente riaccolta a Fiorano insieme alle due eccezionali Ferrari 499P.

La 250 LM, un'auto da corsa omologata per la strada, ha esplorato le strade di campagna dell'Emilia-Romagna nei dintorni di Maranello

Tutti i piloti ufficiali che hanno portato Ferrari alla vittoria a Le Mans sono venuti a vedere la 250 LM in azione: Alessandro Pier Guidi, James Calado e Antonio Giovinazzi (che hanno trionfato nel 2023 con la vettura numero 51) e Nicklas Nielsen, Miguel Molina e Antonio Fuoco (vincitori dell’ultima edizione con la vettura numero 50).

“È pazzesco che si guidassero vetture del genere a Le Mans... Beh, ci vuole coraggio”, è stato il commento di Alessandro Pier Guidi mentre si trovava al volante della 250 LM. “Se pensiamo a quello che sono riusciti a ottenere con dei simili mostri, direi che i piloti di allora erano dei veri eroi!”.

Il telaio numero 05893 attirerà senz’altro l’interesse di numerosi collezionisti appassionati provenienti da tutto il mondo all’asta di RM Sotheby’s, in programma il 5 febbraio alla fiera Rétromobile. Considerato che una parte del ricavato sarà devoluta a cause internazionali dedicate all’istruzione selezionate da Ferrari, non c’è modo migliore per questa 250 LM a dir poco unica di celebrare 60 anni dal suo leggendario trionfo a Le Mans.