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20 apr 2023Magazine, Cars

FERRARI 456 GT: Un’eredità preziosa

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FERRARI 456 GT: Un’eredità preziosa

A trent’anni dal suo debutto, questa elegante Ferrari è pronta a diventare un classico dei tempi moderni

Testo: Ben Barry - Video: Rowan Jacobs

Fin dalla fine degli anni ‘40, quando fu fondata la Casa di Maranello, il motore aspirato V12, il design elegante e la configurazione dei sedili 2+2 che coccola i passeggeri e accoglie i loro bagagli sono i tratti distintivi delle Gran Turismo Ferrari. Nel 1992, però, la Casa di Maranello ha sapientemente reinventato il modello rendendolo adatto al XXI secolo. Nasce così la 456 GT.

La 456 GT vantava un potente V12 completamente nuovo, un design molto più moderno e aerodinamico rispetto ai modelli precedenti e un metodo di costruzione all’avanguardia per quei tempi. Agli inizi degli anni ‘90, un periodo turbolento per i mercati mondiali, che annaspavano fra incertezza e recessione, questa vettura voleva essere un’iniezione di fiducia. 




Scopri il design e lo sviluppo della 456 GT, un'auto divenuta un classico dopo 30 anni




Non meravigliano i tre anni di vuoto trascorsi da quando la Casa di Maranello aveva interrotto la produzione del modello precedente la 456 GT. La lussuosa 412, che aveva fatto il suo debutto solo nel 1985, è stata anche la vettura che ha posto termine alla lenta evoluzione iniziata nel 1972 con la 365 GT4 2+2. 

Pur rimanendo fedele all’identità Ferrari, la 456 GT prese la via della modernità. Il raffinato design firmato Pininfarina si ispirava alla due posti 365 GTB/4 “Daytona” e alla sua emanazione a quattro posti 365 GTC/4 coupé.

Come nei modelli precedenti, Ferrari utilizzò telai in tubolari d’acciaio anche per i corpi vettura della 456, realizzando dimensioni più compatte e sportive comunque in grado di garantire abitabilità sufficiente per i passeggeri dei due sedili posteriori supplementari.




Le linee della 456 GT firmate da Pininfarina sono state ispirate da vetture come la 412 e la 365 GTB4 e combinano il design classico con le moderne tecniche aerodinamiche




L’alluminio trasformò in realtà le eleganti linee scaturite dalla matita di Pininfarina, con risultati mozzafiato: il cofano della 456 GT fu allungato per accogliere il potente V12 e l’abitacolo peculiarmente arretrato; il tetto declinava dolcemente verso una coda stretta, dalle linee più morbide, arrotondate e aerodinamiche rispetto a quelle squadrate della 412 – chiaramente un prodotto degli anni ‘70. 

Rievocando quelli della classica 365, i proiettori a scomparsa fuoriuscivano a richiesta dall’anteriore incredibilmente ribassato; subito dietro si trovavano specularmente le prese per l’aria di raffreddamento, leggermente rientranti nel cofano.

La rientranza delle prese d’aria si ritrovava nella fiancata in una forma a C che, partendo da dietro la ruota anteriore, seguiva una linea netta fin nella minigonna e nel pannello posteriore. Pininfarina aveva magistralmente reso le fiancate più aerodinamiche, riducendo visivamente il metallo.

Un altro particolare quasi impercettibile era lo spoiler ad attivazione elettronica nascosto sotto il pannello di coda, che aumentava progressivamente la deportanza della 456 GT man mano che la vettura si avvicinava alla sua velocità massima di oltre 300 km/h.




Gli interni della 456 GT erano lussuosi; la vettura era corredata del proprio set di valigie coordinato




Rispetto alla 412, si trattava di ben 48 km/h in più, che la 456 GT raggiungeva tagliando facilmente l’aria grazie alle linee fluide della carrozzeria e al nuovissimo motore V12. Sostituendo il precedente propulsore Colombo di vecchia data, il nuovo V12 con codice F116 introduceva un design futuristico interamente in lega con doppi alberi a camme in testa, quattro valvole per cilindro e una maggiore cilindrata di 5.474 cc che, divisi per i 12 cilindri, diedero origine ai numeri del nome della 456 GT.

Con una potenza di 442 CV a 6.250 giri/min e una coppia flessibile di 550 Nm (entrambe con incrementi a tre cifre rispetto alla 412), il V12 vantava prestazioni prodigiose senza alcuno sforzo, che trasmettevano la forza alle ruote posteriori tramite un cambio transaxle a sei rapporti integrato sull’asse posteriore per una distribuzione del peso quasi perfetta.

Al controllo della potenza contribuivano doppi bracci oscillanti indipendenti sulle quattro ruote, ammortizzatori a controllo elettronico, sospensioni posteriori autolivellanti e servosterzo in funzione della velocità.




La 456 GT nascondeva sotto il cofano la potenza del motore V12 in grado di portare l'auto a una velocità massima di oltre 300 km/h




La 456 GT era perfettamente equipaggiata per i viaggi lunghi: interni dall’allestimento lussuoso e dall’ergonomia ottimizzata con pregiata pelle Connolly, climatizzatore, lettore CD con otto altoparlanti e set di valigie Schedoni su misura di serie – quattro valigie per i modelli con cambio manuale oppure tre valigie appositamente studiate per la versione GTA con cambio automatico del 1996, il cui bagagliaio era leggermente più piccolo.

Indipendentemente dal tipo di trasmissione scelto, grazie al grande serbatoio del carburante da 110 litri i passeggeri potevano percorrere lunghe distanze godendosi il viaggio in tutta tranquillità.

La 456 GT, che fu presentata al Salone di Parigi nel 1992 accolta con grande entusiasmo sia dalla stampa sia dai clienti, fu prodotta fino al 1998 prima di essere sostituita dalle 456M GT e GTA, che le erano molto affini.

Trent’anni dopo aver debuttato come moderna granturismo e aver inaugurato un’era Ferrari completamente nuova, la 456 GT sta diventando un classico assolutamente moderno e perfettamente utilizzabile.





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