E come sanno molto bene i fan del Cavallino Rampante, in fatto di icone a Maranello c’è l’imbarazzo della scelta: per questo nel 2018 Ferrari ha lanciato il suo nuovo programma Icona, ispirandosi direttamente alle sue gloriose auto storiche.
Mentre il primo frutto di questo programma, lo straordinario binomio di Monza SP1 e SP2, ha attinto all’immagine della barchetta degli anni ‘50, la nuova Ferrari Daytona SP3 incarna lo spirito di un’altra epoca d’oro nella storia di Ferrari: quella degli Sport Prototipi degli anni ‘60 e ‘70.
Flavio Manzoni, Chief Design Officer di Ferrari, afferma: “La Daytona SP3 è una moderna interpretazione del concetto di Sport Prototipi, che ha costellato la storia di Ferrari con esempi di spicco come la 350 Can Am, la 512 S, la 330 P3 e P4. Non si ispira a un modello in particolare ma mira piuttosto a catturare l’anima di queste auto da corsa, dando vita a un design potente, espressivo e scultoreo”.
Come sempre, Ferrari non studia il design solo in virtù della forma ma presta grande attenzione alle prestazioni, come spiega Flavio Manzoni: “La Daytona SP3 è la sintesi perfetta di performance e bellezza. Ogni singolo elemento è necessario e funzionale; la nostra sfida è stata quella di trasformare ogni elemento in un’opportunità di design”.
Per ottenere una fusione così efficace di forma e funzione, la Daytona SP3 ha preso spunto da un’altra icona della Casa di Maranello: il telaio in fibra di carbonio deve le sue origini a LaFerrari, con tutti i vantaggi che ne derivano in termini di peso, estetica e dinamica. L’accento è posto in particolare sulle tecnologie e i materiali da corsa, incluse la fibra di carbonio T800 di derivazione aerospaziale utilizzata per la vasca e la tecnica di cottura in autoclave che riprende il processo usato in Formula 1.
Il telaio in carbonio offre inoltre straordinarie possibilità di design, come conferma Manzoni: “Il telaio de LaFerrari offre proporzioni ideali, soprattutto intorno all’abitacolo. Ne è un esempio la sciancratura sulla fiancata dietro alle porte, resa possibile grazie all’esclusivo posizionamento dei radiatori”.
Le porte ad apertura alare sono un altro elemento chiave sia dal punto di vista estetico che funzionale. La loro forma scultorea evoca quelle della Ferrari 512 S da corsa, agendo da air box, convogliando l’aria di raffreddamento verso i radiatori, con ulteriori canali che sembrano sospesi sui brancardi in fibra di carbonio.
Le luci meritano un’attenzione speciale. I fari anteriori sono parzialmente nascosti da una “palpebra” mobile che ricorda i tipici fari a scomparsa delle auto sportive d’epoca. I gruppi ottici posteriori, invece, sono composti da una suggestiva barra luminosa che attraversa l’auto in tutta la sua larghezza, creando una perfetta interazione con lo spoiler posteriore soprastante. Al di sotto, si estende un’iconica serie di lame orizzontali che disperdono il calore del motore creando al contempo la suggestione di un volume monolitico. E come nelle recenti SF90 Stradale e 296 GTB, la coppia di scarichi fuoriesce in posizione centrale, riducendo al minimo la distanza tra il motore e la coda e ottimizzando la riduzione del peso.
La guida della Daytona SP3 non si può esprimere a parole, ma basta descriverne le specifiche per intuirne il livello. Come base è stato utilizzato il motore V12 aspirato della 812 Competizione, impreziosito da un layout esclusivo di aspirazione e scarico e da una fluidodinamica ottimizzata. Il risultato è il motore F140HC, il propulsore più potente sinora realizzato da Ferrari, in grado di erogare 840 CV. Il sound unico prodotto quando ci si avvicina al regime massimo di 9500 giri/min è a dir poco sensazionale.
La combinazione con un cambio a doppia frizione a sette rapporti, dotato di strategie di cambio dedicate, offre numeri da primato, non solo in termini di rapporto peso/potenza ma anche di accelerazione: da zero a 200 km/h in 7,4 secondi e da zero a 100 km/h in soli 2,85. Non vi sembrano caratteristiche iconiche? È così: la nuova Daytona SP3 incarna ed esprime al massimo il concetto di Icona.