C’è un rovescio della medaglia nell’affermarsi come uno dei marchi più desiderati al mondo: criminali e ciarlatani cercheranno di copiare i tuoi prodotti. Con una nuova iniziativa, la Casa di Maranello offre ai ferraristi più fedeli la possibilità di contribuire, ovunque essi si trovino, alla lotta contro la contraffazione
Quando Michael Mann ha deciso di girare il suo film dedicato a Enzo Ferrari, con Adam Driver e Penélope Cruz, si è trovato di fronte a una piccola impresa al di là delle riprese e della regia: realizzare, avvalendosi anche della collaborazione di Ferrari Classiche, copie il più possibile verosimili delle vetture del 1957, dalla 801, la monoposto in cui perse tragicamente la vita Eugenio Castellotti, alle indimenticabili sport prototipi 315 S e 335 S portate sulle strade della Mille Miglia da Piero Taruffi e Alfonso De Portago. Chi ha visto il film le ha viste sfrecciare a velocità impensabili e le ha ammirate come se fossero vere Ferrari. Ma già in partenza si sapeva che, dopo l’uscita del film, quelle pur bellissime copie sarebbero state distrutte, come è avvenuto recentemente e come mostrano le foto che pubblichiamo in queste pagine.
Ma non sempre il marchio Ferrari viene riprodotto con scopi artistici e nobili come quello di un film. C’è chi lo usa illegalmente con altri fini, che siano economici o di notorietà, e la tutela del brand è una battaglia che viene combattuta quotidianamente a Maranello. In primo luogo dall’Ufficio legale.
“Ferrari significa lusso, innovazione e italianità”, dice Carlo Daneo, General Legal Counsel di Ferrari. “E purtroppo è quasi scontato che qualcuno cerchi di sfruttare il marchio, riallacciandosi a noi pur senza il diritto di farlo. Bloccare lo sfruttamento illegale del marchio è uno dei nostri compiti. P E anche se può apparire incredibile, al di là di accessori, magliette o cappellini falsi, c’è proprio chi si ingegna per realizzare – e naturalmente vendere anche a prezzi molto alti – finte Ferrari”.
E se alcune di queste copie sono decisamente poco credibili e fanno quasi sorridere, come il SUV con il Cavallino Rampante incollato sul muso, altre sono realizzate con estrema attenzione ai dettagli e possono davvero trarre in inganno un occhio inesperto. “I falsari stanno diventando sempre più abili”, continua l’avvocato Daneo. “C’è chi utilizza veri telai Ferrari per costruirci sopra una scocca di un modello di maggior valore. Ci dobbiamo addirittura proteggere dalla vendita di kit per la contraffazione, dalla falsificazione dei documenti, viene persino falsificata la punzonatura con strumenti costruiti ad hoc. Alcune vetture sono realizzate talmente bene da finire all’incanto ed è nostro compito segnalarle alle case d’aste perché le tolgano dal mercato. E il nostro obiettivo è sempre lo stesso: non basta togliere il marchio, noi vogliamo che tutti i falsi vangano distrutti. Anche se spesso, proprio per un vincolo di riservatezza, le case d’aste non siano autorizzare a rivelare il nome del proprietario e che quindi quelle vetture dopo un po’ spuntino da qualche altra parte”.
Naturalmente per Ferrari questa è una partita che si gioca in tutto il mondo. Questo significa dover fare i conti con legislazioni diverse e avvalersi della collaborazione di legali locali impegnati ad andare a fondo nelle indagini. Ma può succedere che chi è in possesso di una Ferrari falsa non sia intenzionato a demolirla, soprattutto se per acquistarla ha speso una cifra non indifferente. “A quel punto” dice ancora Daneo “sta a noi applicare con rigore le regole e far capire all’acquirente quali sono le conseguenze a cui va incontro”. Questo non vale solo per i falsi, ma anche per le vetture modificate autonomamente. “Chiunque apporti modifiche di quel tipo deve sapere che le auto non saranno mai ammesse a eventi ufficiali e che, se ne risultano compromesse le caratteristiche tecniche, potrebbero perdere la copertura della garanzia. In casi estremi, le modifiche potrebbero persino inficiare l’omologazione per l’uso su strada. In poche parole, per mantenere il proprio valore la Ferrari deve mantenere lo ‘state of the art’ con cui è uscita dalla fabbrica e a ogni controllo le nostre officine verificano tutti i dettagli con estrema cura”.
In questa corsa alla falsificazione, c’è persino chi ha pensato di costruire veicoli di lusso partendo da una base vera, come potevano essere la F12 o la GT4Lusso, per trasformarla in altro, una replica della mitica 250 GTO o addirittura in un modello che non esiste. L’irresistibile fascino esercitato dal marchio del Cavallino Rampante su un pubblico così ampio, oltre ad alimentare i tentativi di copiare le sue auto, induce alcuni individui a cercare di raggirare acquirenti inconsapevoli applicando una semplice targhetta a un oggetto, anche se quest’ultimo non ha nulla a che vedere con Maranello. Di recente, ad esempio, la scritta Ferrari è stata trovata persino su un frigorifero…
Naturalmente gli oggetti più spesso contraffatti sono i più comuni e di conseguenza più economici. Mentre la collezione moda Ferrari, che fa parte dell’ultra lusso, rende la vita molto dura ai contraffattori, accessori, cappellini, occhiali, T-shirt replica di F1 e tutto quello che fa parte di questo settore merceologico è purtroppo destinato a essere copiato. E intercettare i falsi, considerato che la maggior parte degli acquisti che un tempo si facevano fisicamente in un negozio oggi avvengono online, è diventato sempre più difficile. Ed è principalmente in rete che questo commercio illegale va bloccato.
Per questo, dallo scorso anno, Ferrari ha dato il via al Progetto Reward Anticontraffazione.
Paolo Lorenzi, Intellectual Property Senior Legal, spiega l’idea su cui si basa l’iniziativa. “L’abbiamo elaborata per andare oltre all’attività di controllo che svolgiamo già e per cui ci adoperiamo quotidianamente in collaborazione con autorità locali e studi legali di tutto il mondo. Il progetto intende piuttosto incoraggiare la segnalazione di casi di contraffazione da parte di chiunque voglia aiutarci a contrastare il fenomeno”. L’aspetto positivo è che già ora centinaia di migliaia di oggetti falsi vengono distrutti ogni anno grazie all’attento lavoro di molte persone, anche esterne a Ferrari. “I falsi danneggiano non solo Ferrari e chi li acquista, spesso con la convinzione di aver comprato un prodotto di qualità comprovata”, insiste Lorenzi, “ma anche i detentori ufficiali di licenze, autorizzati per contratto a utilizzare un marchio prestigioso come il nostro”. Ora chiunque, registrandosi al progetto “Ferrari Reward Anticontraffazione”, può segnalare casi sospetti di contraffazione. “Se dai nostri controlli risultano confermate, gli autori delle segnalazioni ricevono un ringraziamento ufficiale per averci aiutato a contrastare la contraffazione”, conferma Lorenzi, “con tanto di gadget Ferrari”. Ogni giorno arrivano segnalazioni e il lavoro di verifica è molto impegnativo. “Ma è una grande soddisfazione vedere che così tante persone, da chi lavora per l’azienda ai tifosi, hanno a cuore questa battaglia importante”.