Sopra l'edificio della Lastratura Ferrari campeggia il nome Scaglietti, un ricordo indelebile di Sergio Scaglietti, uno dei più stretti collaboratori di Enzo, il quale acquistò la sua officina nel 1977.
Insieme, i due hanno lavorato all’unione tra progresso tecnologico e ingegno estetico per realizzare una serie di icone Ferrari, tra cui la GTO, la Monza e la Testa Rossa.
Quello spirito sopravvive ancora oggi nell'Area Tecnologica di Lastratura Ferrari, alla costante ricerca dell’equilibrio perfetto tra artigianalità e automazione robotica.
I ritmi sono senz’altro più rapidi rispetto ai tempi di Scaglietti. Sulla linea di montaggio vengono assemblate molte vetture al giorno, suddivise in modelli V8 (compresa la 296 GTB con motore V6) e V12. Ogni vettura deve passare attraverso varie stazioni, sebbene i livelli di automazione coinvolti nel processo produttivo differiscano leggermente a seconda del numero di cilindri.
Nel centro hanno luogo tre fasi principali: Lastratura, Ferratura e Revisione. Nella prima fase si prende il telaio di base e si saldano i componenti strutturali dei pannelli laterali e del tetto. La seconda fase inizia con il controllo della lastratura e la pulizia di tutte le superfici, per poi procedere all’aggiunta di parti mobili come le porte e il cofano anteriore. La terza fase è costituita dal controllo qualità finale, durante il quale la vettura viene lavata e posta sotto una speciale illuminazione al fine di verificare le tolleranze (in alcuni modelli lo spazio tra la porta e la fiancata dev’essere di 3,5 millimetri, ad esempio) e per controllare l’estetica delle superfici dopo la lastratura.
Tutte le vetture nella linea di montaggio devono attraversare queste tre fasi, anche se tra il processo per i modelli V8 e V12 c’è una grande differenza che riguarda un’area nota come OP40, dove sono presenti robot sofisticati. Nei modelli V8, l’assemblaggio dei pannelli laterali posteriori è responsabilità unica dei robot, che lavorano su due piani e individuano i componenti giusti a seconda del telaio, saldandoli in posizione.
Al contrario, il processo di lastratura per i modelli V12 non prevede alcuna automazione. La procedura, eseguita da specialisti, richiede una serie di abilità estetiche di precisione che si distinguono da qualsiasi altra operazione di lastratura eseguita in officina. L’obiettivo è garantire che, una volta fissata, la carrozzeria diventi un’unica forma finita, anziché apparire come due pezzi uniti insieme.
E forse è proprio questo approccio manuale a definire la dedizione artigianale che da generazioni caratterizza l'Area Tecnologica di Lastratura Ferrari. All’epoca di Scaglietti era il suono dei martelli e delle presse metalliche in azione a segnare l’arrivo di un’altra icona Ferrari; oggi è il certosino lavoro estetico fatto a mano, senza robot, a fare la differenza.