Fu la chiusura di una stagione tragica eppure densa di successi. Quell’anno, la nuova vettura turbo di Ferrari si aggiudicò tre gare, oltre all’ambito titolo costruttori. Purtroppo, però, Gilles Villeneuve (ritenuto il pilota preferito di Enzo Ferrari) perse la vita durante le qualificazioni al GP del Belgio. Il suo compagno di scuderia Didier Pironi dominò la classifica piloti per gran parte della stagione e avrebbe quasi sicuramente conquistato il titolo iridato se non fosse stato per un incidente avvenuto in Germania, che determinò la fine della sua carriera. Si piazzò comunque al secondo posto.
Il GP del Caesars Palace del 1982 fu la seconda gara di F1 nella capitale americana del gioco d’azzardo. Al contrario della corsa di quest’anno, che segue un tracciato cittadino tra le vie di Las Vegas, le edizioni del 1981 e del 1982 si svolsero nel parcheggio del celebre Caesars Palace Hotel.La leggendaria 126 C2 del 1982 era l’erede della 126 CK del 1981, la prima Ferrari turbo da F1. Animata da un motore V6 da 1,5 litri, la 126 CK era potente e veloce ma al tempo stesso difficile da guidare e dotata di scarsa affidabilità. Ciò non le impedì di portare Villeneuve a tagliare due dei traguardi più importanti della sua carriera, a Monte Carlo e in Spagna. Anche il modello successivo alla 126 C2, ovvero la 126 C3 con design “a freccia”, vinse il campionato costruttori e quattro gran premi, e permise a René Arnoux di sfiorare il titolo piloti.
Da quel momento, le vetture turbo continuarono a dominare la F1 fino al 1989, quando furono vietate per il loro costo elevato. I motori sovralimentati scomparvero dal panorama della F1 per 25 anni, prima di essere reintrodotti nel 2014 e affermare la loro presenza in tutte le successive monoposto da F1.
Il turbocompressore si è dimostrato uno degli strumenti cruciali per chi progetta motopropulsori, in quanto consente di realizzare motori più compatti e più potenti. Un turbocompressore spinge con forza l’aria all’interno del motore, e per un motore a combustione interna più aria significa più potenza.
Ferrari fu pioniera nell’applicazione della sovralimentazione sulle auto sportive, grazie all’esperienza maturata nella F1. La prima Ferrari turbo da strada fu invece la 208 GTB Turbo, presentata nello stesso anno in cui la 126 C2 si aggiudicò il titolo costruttori. Il turbocompressore KKK singolo contribuiva a compensare il gap di potenza causato dalla cilindrata ridotta. Il V8 turbo riusciva così a erogare 220 CV, quasi quanti i 240 CV prodotti in quello stesso periodo dal motore da 3 litri della 308 GTB. Il motore da 2 litri consentiva per di più di usufruire di agevolazioni fiscali sul mercato interno.
A riscuotere ancora più successo fu la GTO del 1984. Passata alla storia come la prima supercar (o addirittura “hypercar”) moderna in edizione limitata del mondo, la GTO rappresentava una vettura esclusiva (costruita in soli 272 esemplari) e straordinariamente veloce. Grazie al doppio turbocompressore, il motore V8 era in grado di raggiungere ben 400 CV di potenza che, associata alla leggerezza della carrozzeria in composito, consentiva alla GTO livelli di performance davvero sensazionali. L’auto vantava infatti una velocità massima di oltre 300 km/h e un’accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 4,9 secondi. Il know-how che generò il motore turbo e i materiali leggeri della GTO affondava in gran parte le radici nell’esperienza della F1, come spesso accade nella Casa di Maranello. Il risultato fu la prima Ferrari turbo ad altissime prestazioni.
Il modello successivo, la F40, era ancora più entusiasmante da guidare e nel suo anno di realizzazione, il 1987, risultava l’auto da strada più veloce al mondo. Così come la GTO, montava un V8 biturbo in grado di erogare una fenomenale potenza di 478 CV e di catapultare l’auto da 0 a 100 km/h in soli 4,1 secondi: dati formidabili per l’epoca. Questa fu l’ultima auto stradale firmata personalmente da Enzo Ferrari, che morì nel 1988: un addio alla sua altezza. Per molti, infatti, la F40 è considerata tuttora la supercar più esaltante di tutti i tempi, sia per la sfrontatezza del design che per la grinta del suo motore turbo.
Negli anni, la tecnologia turbo ha continuato ad accrescere le prestazioni di molte Rosse moderne, come la California T del 2014 e la 488 GTB del 2015. Da allora, tutte le berlinette Ferrari con V8 centrale sono state caratterizzate da una propulsione turbo, compresa l’attuale 296 GTB che, come le vetture da F1 moderne, vanta anche un’architettura ibrida.
La potenza turbo e quella ibrida confluiscono per dare vita a performance strepitose anche nell’ultima ammiraglia in edizione limitata della Casa di Maranello: la F80. Il modello dotato di halo è animato da una tecnologia ripresa per gran parte dall’ultima Ferrari da F1 pilotata da Charles Leclerc e Carlos Sainz a Las Vegas. Questa segue a sua volta le orme della 126 C2, vincitrice del primo titolo mondiale dell’era turbo nel parcheggio dell’hotel più famoso di Las Vegas.