La classica Ferrari F40 ha compiuto 35 anni. Era la stradale più veloce dell’epoca e, cosa forse più importante, probabilmente la supercar più esaltante di sempre
La 250 GTO sarà più prestigiosa, la Enzo più tecnologica, e la nuova SF90 Stradale certamente più veloce, più sofisticata e molto più performante. Ma, in quanto a pura emozione di guida, niente può battere la Ferrari F40, forse l’auto più emozionante di sempre.
Spettacolare nello stile e appassionante nell’esperienza di guida: così viscerale, così impegnativa eppure così appagante.
Come se non bastasse, la F40 è stata la prima stradale a superare i 320 chilometri orari, e tutto questo senza freni ABS o controlli elettronici. Non aveva nemmeno il servosterzo o i freni servoassistiti. La sua era una missione del tutto particolare: emozionare.
Guarda la storia della F40, l'auto che Enzo Ferrari ha lasciato in eredità al mondo automobilistico, un vero classico del design
Lanciata 35 anni fa, è stata l’ultima Ferrari commissionata e approvata personalmente da Enzo Ferrari, morto nel 1988. Era stata progettata per celebrare i 40 anni di produzione di Ferrari, da cui il nome.
La carrozzeria pulita e scenografica, che a 35 anni di distanza appare ancora moderna, utilizzava portiere, cofano e portellone in fibra di carbonio leggera. Il telaio tubolare in acciaio era rinforzato con Kevlar accoppiato, per aumentare la rigidezza torsionale. La vettura anticipava un nuovo capitolo nell’uso di materiali leggeri da parte di Ferrari e pesava solo 1100 kg, una delle supercar più leggere di sempre. La forma aerodinamica era stata perfezionata nella galleria del vento per consentirle di superare i 320 km/h.
L’alimentazione era affidata a un avanzato V8 turbo, il più potente di Ferrari fino a quel momento. Questo motore da 2,9 litri produceva 478 CV (351 kW). C’era anche un cambio sportivo senza sincronizzatori per chi voleva portare all’estremo il concetto di vettura da corsa per uso stradale. La maggior parte sceglieva il cambio manuale a cinque marce, innestato da una bella e lunga leva cromata in un “cancelletto” in lega a sei dita: un classico Ferrari.
La F40 è stata una delle prime supercar ad avere interni "spogli" per massimizzare il risparmio di peso e ottenere le massime prestazioni
La storia della F40 colpisce. Ma, come per tutte le grandi auto sportive, contano le sensazioni, non i dati. Il leggendario collaudatore Dario Benuzzi dice che la F40 è la Ferrari di cui va più fiero.
Guidatene una – e io ho la fortuna di averne guidate quattro – e capirete perché. I brividi iniziano prima ancora di sedersi al volante. L’auto ha un aspetto straordinario e la vista panoramica del V8 turbo offerta dal cofano motore trasparente regala grandi emozioni. Si scavalca il grande brancardo in carbonio e si scende sul profondo sedile da corsa dotato di robusti rinforzi laterali.
Il cambio è preciso ma rigido. L’acceleratore, il freno e la frizione sono tutti in metallo traforato e incredibilmente pesanti per gli standard moderni. Per padroneggiare quest’auto ci vogliono abilità e muscoli di una volta.
Non aveva i tappetini, l’insonorizzazione, i rivestimenti delle portiere e nemmeno una maniglia interna, ma solo una semplice cinghia. Non c’erano nemmeno gli alzacristalli elettrici, ma solo un semplice avvolgitore manuale o finestrini scorrevoli in plastica nelle prime auto.
Subito iconica al momento della sua uscita nel 1987, la F40 poteva passare da 0 a 100 km/h in soli quattro secondi grazie al suo motore V8 biturbo da 2,9 litri
E che auto da guidare! Si sta seduti talmente in basso da avere il sedere a pochi centimetri dall’asfalto. È avvolgente e chiassosa, in particolare il motore, che romba e ruggisce a pochi centimetri dalla schiena del guidatore.
Le prestazioni erano sensazionali per l’epoca: 0-100 km/h in 4,1 secondi, velocità massima di 323 km/h. Nessuna vettura aveva un’intensità di accelerazione simile, una precisione di sterzo più accurata, una migliore tenuta di strada, una maggiore maneggevolezza o potenza di frenata. Ancora oggi non smette di sorprendere.
La F40 si pone come un tributo duraturo al genio di Enzo Ferrari; la sua scomparsa è avvenuta appena un anno dopo la presentazione al pubblico
A differenza di molte nobili supercar Ferrari, questo modello estremo non può diventare una comoda gran turismo, perfetta per un viaggio intercontinentale in due. Non c’è nulla di lontanamente lussuoso in una F40.
È troppo rumorosa, troppo rigida, troppo coinvolgente. La sua peculiarità è di stimolare costantemente i sensi. È un’auto estrema e velocissima, progettata, quasi esclusivamente, per la massima emozione alla guida.