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Passione

Dodici è il numero perfetto

Dopo il lancio dei nuovi modelli 12Cilindri abbiamo pensato di indagare sul perché i Ferraristi abbiano tanto a cuore il legame tra il marchio e il leggendario motore V12. Abbiamo chiesto a quattro collezionisti provenienti da tutto il mondo di rispondere a questa domanda. Il primo della serie è l’investitore immobiliare del Kuwait Meshal Al Marzouq
Testo: Kevin M. Buckley / Foto: Tasneem Alsultan

Come in molte storie romantiche, anche l’amore tra Meshal Al Marzouq e Ferrari è iniziato con un matrimonio. Erano gli anni Ottanta e lui era solo un ragazzino quando, alle nozze della sorella, gli invitati rimasero a bocca aperta davanti a un regalo originale per la sposa: una Ferrari 412 blu con interni bianchi. “E un cruscotto blu, cosa rarissima all’epoca”, rievoca sorridente.

Meshal Al Marzouq con la sua LaFerrari (al centro), la 812 Competizione e la F12tdf

Tutti i presenti se ne innamorarono. Circa le voci che circolavano in famiglia sul fatto che Meshal, ancora teenager, amasse guidarla ancora prima di aver preso la patente: “Preferisco non esprimermi”, commenta ironicamente, in perfetto inglese. Dopo aver studiato negli Stati Uniti, poco più che ventenne, acquistò la sua prima Ferrari: una 550 Maranello. Ora, forte di una carriera di successo nell’impresa di famiglia, attiva nel settore degli immobili commerciali e in vari investimenti bancari e finanziari in Europa, Meshal ha sviluppato un intenso legame col marchio, fino a diventare un fedele ed esperto Ferrarista.


Al momento possiede “circa una dozzina” di Ferrari, che comprendono “propulsori da V6 a ibridi, una LaFerrari e una SF90”. Una passione, quella per le auto, che ama condividere con i figli ormai adulti. Il figlio Khaled sta facendo carriera nell’azienda di famiglia e, a 26 anni, già partecipa alle gare Challenge, e vince. La figlia ventiquattrenne Sarah ha conseguito un master in Inghilterra. Entrambi prendono volentieri in prestito le auto dal garage del papà. 


Meshal con la Ferrari Purosangue, perfetta per viaggiare nei paesaggi desertici del Kuwait

“Amano le auto e le rispettano, e mi fido di loro, tanto da lasciargliele guidare tutte”, afferma Meshal. “Tranne LaFerrari!” si corregge subito. “Trovare i ricambi per questo modello non sarebbe così semplice”, spiega con una risatina leggermente nervosa.


È in fase di progettazione un “garage-museo”, una casa ultramoderna appositamente concepita per la sua collezione in Kuwait, che entro l’anno prossimo ospiterà una ventina di auto.


Il giorno dopo la sua ultima visita a Maranello, ha confermato che tutti e sei i V12 della sua scuderia sono stati realizzati con il supporto del programma Tailor Made, quindi presentano quel tocco artistico particolarmente caro agli Al Marzouq, noti per essere una famiglia di intenditori d’arte.


“Il motore V12 è come un filo rosso che attraversa la storia di Ferrari. Guido anche molte altre auto, ma le V12 sono le V12”, sostiene. “Il segreto è il sound”, precisa. “Tutto l’insieme: la coppia del motore e il sound generano un’unica sensazione”. Riflette attentamente, prima di aggiungere: “Oggigiorno vengono prodotte molte auto innovative, come le ibride e via dicendo. Ma il V12 continua a trasmettere una sensazione diversa”. Sospira, prima di aggiungere con un sussurro: “Completamente diversa”.


Nella vita quotidiana, guida sempre una Ferrari. “La mia auto di base è la SF90 Stradale”, spiega. “È ibrida, quindi silenziosa, così quando mi sposto da casa all’ufficio non mi sente nessuno”, scherza. “Poi, nei weekend in particolare, mi piace passare alle V12”.


Tra un discorso e l’altro fa riferimento al fratello, stimato allevatore di cavalli in un’area del mondo con una forte e prestigiosa tradizione in campo equino. Riallacciandosi a questo, Meshal prova di nuovo a spiegare cos’è a rendere il V12 così speciale per lui.


La notevole collezione di Ferrari è completata da una 812 Competizione con motore V12 

“Senz’altro il sound”, dice, “e ad essere sincero anche la potenza”. Fa una pausa, alza ancora lo sguardo per trovare l’ispirazione, e poi continua lentamente: “Sì, è come quando si va a cavallo e si tengono le redini. Perché il cavallo è sempre pronto, pronto a partire, non appena lo decidi tu”.


E il V12 è come un cavallo di razza che serra il morso? “Sì, proprio come un cavallo”. È un paragone calzante e suscita un sorriso compiaciuto sul volto di Meshal.