
La corsa ha avuto assolute protagoniste le 499P. Al via la numero 51 ha mantenuto la leadership e la vettura gemella numero 50, scattata terza, ha subito guadagnato la seconda casella, dando inizio a una prova che per l’intero arco ha visto le Ferrari occupare le posizioni di vertice, con due vetture costantemente al comando.
Le potenzialità della 499P, unite alle prestazioni dei piloti, alla perfetta gestione delle gomme e alla strategia impeccabile della squadra hanno permesso a Ferrari di confezionare una gara da manuale.
Nonostante due Drive Through nella parte centrale della 1812 KM abbiano ritardato l’equipaggio di Pier Guidi-Calado-Giovinazzi, lo stesso è stato autore di una rimonta perfetta che gli ha consentito di ottenere il miglior risultato auspicabile a Lusail; del pilota italiano, come anticipato, il miglior tempo in gara pari a 1’41’’259 al 141esimo passaggio.
Sotto i riflettori accesi di Lusail Fuoco ha condotto la 499P numero 50 al traguardo, completando 318 giri, davanti a Kubica e a Pier Guidi.
Ferrari termina con tre vetture ai primi posti una gara nella top class dell’endurance 53 anni dopo l’ultima volta. Nell’albo d’oro, infatti, la stagione 1972 – la penultima che aveva visto il Cavallino Rampante impegnato nella categoria “regina”, prima del ritorno nel 2023 – aveva classificato ben quattro vetture davanti a tutti nel World Championship for Makes.
Era capitato alla 1000 Chilometri dell’Osterreichring, in Austria, con quattro equipaggi al volante della Ferrari 312 PB. Nella gara, disputata il 25 giugno 1972 sul tracciato di Spielberg, terminarono primi Jacky Ickx e Brian Redman, davanti rispettivamente a Helmut Marko e Carlos Pace, Tim Schenken con Ronnie Peterson, e Arturo Merzario con Sandro Munari che conclusero ai piedi del podio.
Indimenticabile, inoltre, la tripletta ottenuta cinque anni prima alla 24 Ore di Daytona del 1967, gara inaugurale del Mondiale Sport Prototipi, con la Ferrari 330 P3/P4 di Lorenzo Bandini e Chris Amon transitata sotto la bandiera a scacchi davanti alla 330 P4 di Mike Parkes e Ludovico Scarfiotti e alla 412 P di Pedro Rodriguez e Jean Guichet.
È stato inaugurato nel 2004 con una prova del Motomondiale. Il circuito misura 5,419 chilometri ed è circondato da erba artificiale per limitare l’afflusso di sabbia dal vicino deserto trasportata dal vento.
Dal 2008 l’autodromo è dotato di un impianto di illuminazione che permette di correre anche in notturna.
Dal 2022 è iniziato un progetto di ammodernamento della struttura, realizzato e completato un anno dopo. L’impianto è stato dotato di una nuova direzione gara, un nuovo media center e tunnel per l’ingresso dei tifosi. Sono state ampliate le aree verdi, i box e aumentati i posti a sedere per gli spettatori (oggi 40 mila) e i parcheggi.
Non sono invece state apportate modifiche al layout del tracciato, se non il rifacimento dell’asfalto nel corso del 2023 e smussati alcuni cordoli piramidali in 7 delle 16 curve esistenti (10 a destra e 6 a sinistra).
Fino al 2021 si chiamava Losail International Circuit. La differenza dipende dalla diversa grafia del nome Lusail.
Misura 1.068 metri, offrendo ampie possibilità di sorpasso.
Sono quai 4mila riflettori su mille proiettori e dal 2020 sono state installate quelle a LED in ottica di sostenibilità ambientale.
È un omaggio alla giornata nazionale di questo Paese, che si celebra il 18 dicembre.
499P è il nome della Le Mans Hypercar con cui Ferrari ha affrontato il mondiale endurance FIA WEC nella top class a partire dalla stagione 2023, ed è un nome che evoca la storia della Casa del Cavallino Rampante.