Inaugurato ufficialmente nel 1953, con la denominazione di “Autodromo Prototipo Coni”, cambia il nome nel 1970 con l’intitolazione a Dino Ferrari, in memoria dello scomparso figlio di Enzo Ferrari, a cui si aggiunge successivamente il nome di quest’ultimo.
Inizialmente conosciuto come teatro per le corse in moto, il tracciato di Imola assume una caratura internazionale a partire dal 1979 con l’approdo della Formula 1 sancito dal “Gran Premio Dino Ferrari”. Nel 1980 diventa il “Gran Premio d’Italia”, mentre dall’anno successivo fino al 2006 sarà il “Gran Premio di San Marino”. Segue una pausa, senza più le monoposto, fino al 2020, quando Imola torna ad ospitare il “Gran Premio dell’Emilia-Romagna”. Oltre alla Formula 1 si corrono prove di vari campionati endurance, GT e altre serie con vetture monoposto.
Quello di Imola è universalmente riconosciuto come un tracciato molto tecnico, con curve e staccate piuttosto impegnative. Ha una lunghezza di 4.909 metri con 12 curve a sinistra e 9 a destra e fin dalle sue origini viene considerato un piccolo Nürburgring.
Dopo le tristi vicende del 1994, con la scomparsa dei due piloti Ayrton Senna e Roland Ratzenberger, la pista è stata oggetto di importanti modifiche, rallentando alcuni tratti ritenuti eccessivamente pericolosi. Nel 2006 il circuito e le strutture annesse sono stati oggetto di un piano di riqualificazione curato dal noto architetto tedesco Hermann Tilke, specializzato nella realizzazione di circuiti automobilistici.