Se il monte Fuji appartiene all’immaginario collettivo grazie alle centinaia di opere d’arte che l’anno ritratto nel corso dei secoli, il Fuji International Speedway rientra a pieno titolo nel numero dei circuiti più famosi al mondo, in particolare nelle competizioni endurance. Inaugurato nel 1965, il tracciato, che misura 4,563 chilometri e include 16 curve, sin dalla nascita del FIA WEC – nel 2012 – ha ospitato una gara iridata, a eccezione del 2021. In questo periodo Ferrari ha ottenuto sei vittorie di classe – l’ultima nel 2023 con la 488 GTE numero 54 – mentre nei decenni precedenti fu proprio il circuito, che sorge a breve distanza dalla città di Gotemba, a ospitare il primo successo assoluto del Cavallino Rampante in Giappone: fu firmato dalla 512 S alla 200 Miglia del 1970.
Nei primi anni Sessanta il progetto del tracciato prevedeva la costruzione di un impianto in stile americano, un “superspeedway” ovale formato da due rettilinei raccordati da curve sopraelevate, il quale venne quindi modificato per arrivare – nel 1965 – all’inaugurazione del Fuji International Speedway. Sin dall’inaugurazione la pista ospitò gare di particolare importanza, molte delle quali riservate alle vetture Sport e ai Prototipi.
Tra le prove più blasonate spicca la 1000 Miglia del Fuji, che si disputò tra il 1967 e i primi anni Novanta del secolo scorso. Altrettanto nota e importante fu la 200 Miglia del Fuji, una competizione su invito che andava in scena al termine della stagione agonistica, nella quale Ferrari ottenne la prima vittoria in assoluto in Giappone. A firmare questo storico risultato, nel 1970, fu la 512 S della Scuderia Picchio Rosso guidata da Gianpiero Moretti e Corrado Manfredini.
Questo prototipo di Gruppo 5, progettato nella seconda metà del 1969 e costruito complessivamente in 25 esemplari, montava un propulsore V12 da 4.993,53 cc e 550 cavalli; nella stagione 1970 la 512 S ottenne altri piazzamenti di rilievo inclusi il successo alla 12 Ore di Sebring con Ignazio Giunti, Nino Vaccarella e Mario Andretti, e alcuni podi tra i quali quelli alla 24 Ore di Daytona al debutto assoluto della vettura (Mario Andretti, Arturo Merzario e Jacky Ickx terminarono terzi) e alla 1000 Chilometri di Monza con Giunti, Vaccarella e Chris Amon.
In anni più recenti tra il 2012 e il 2023 Ferrari ha messo agli archivi sei successi di classe al Fuji. I primi due furono firmati da Toni Vilander e Gianmaria Bruni con la 458 Italia GTE, nel 2014 e 2015, in LMGTE Pro. Nell’ambito del FIA WEC, inoltre, nel palmares brillano le vittorie della 488 GTE nel 2017 – con Alessandro Pier Guidi e James Calado, in LMGTE Pro – e con Thomas Flohr, Francesco Castellacci e Miguel Molina, in LMGTE Am. Nel 2022 vinsero nuovamente Pier Guidi e Calado in LMGTE Pro e nel 2023 il trio formato da Flohr, Castellacci e Davide Rigon, che s’imposero alla 6 Ore del Fuji in LMGTE Am con la Ferrari iscritta da AF Corse.