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30 aprHypercar

Ferrari 499P, la preparazione del team prima di una gara

Maranello 30 aprile 2024

Prima di un evento del FIA WEC il team Ferrari – AF Corse affronta un percorso di avvicinamento alla gara che include diversi momenti dall’elevato peso specifico. La preparazione alla corsa, infatti, scatta ben prima dell’accensione dei motori in circuito, e inizia con le riunioni dei tecnici a Maranello.

Un lavoro nel quale l’esperienza degli ingegneri s’intreccia ai dati raccolti in precedenti test, andati in scena sul medesimo tracciato, e nelle sessioni al simulatore, e viene quindi finalizzato con i feedback dei piloti. “La preparazione di una gara del WEC come può essere la 6 Ore di Spa-Francorchamps – racconta Giuliano Salvi, Ferrari Endurance Race Cars Race & Test Operation Manager – include tre meeting principali: dopo quelli che definiamo ‘Build’ e ‘Pre-Event’, che avvengono nelle settimane precedenti, ci ritroviamo in pista per un incontro che avviene alla vigilia delle prove libere”.

Venti giorni. La preparazione della gara è un percorso, come anticipato, che parte dalla prima fase denominata “Build”, che si tiene una ventina di giorni prima della corsa. Si tratta di una riunione tecnica alla quale partecipano gli ingegneri che lavorano sulle Ferrari 499P e che ne determinano la “costruzione” in vista della gara.

Un gruppo ristretto di persone – analizza Salvi – stabilisce numerosi aspetti: dalla configurazione aerodinamica della 499P e dell’impianto frenante alle specifiche dei software e dei cablaggi. Costruire la vettura, in gergo, significa creare la miglior Hypercar possibile in quel momento, per quella gara”.

Ogni pista, infatti, ha delle caratteristiche che vengono prese in considerazione nella preparazione specifica della Hypercar Ferrari. “Bisogna considerare che la 499P che per la prima volta venne mostrata al mondo nello Shakedown del 6 luglio 2022 è stata soggetta a un’accurata ottimizzazione – prosegue Salvi –. Pur non avendo usato alcun joker tra il 2023 e il 2024, ogni gara e ogni test sono utili per individuare delle aree di miglioramento. Se si evidenzia un problema o un’area perfezionabile iniziamo a ideare e progettare una soluzione, la quale va poi validata, e quando arriviamo a introdurla sulla vettura siamo certi che possa sopportare un determinato numero di ore, o di chilometri”.

Otto giorni. Lavorare in sinergia e mettere a frutto le idee comuni è la filosofia del gruppo che, in versione più estesa, si ritrova nel meeting Pre-Evento a Maranello, al quale partecipano circa 40 ingegneri impegnati con le Ferrari ufficiali numero 50 e 51. Sono molteplici gli aspetti da considerare per preparare un evento: dalla configurazione aerodinamica all’attivazione del 4WD in determinati settori, dalla scelta degli pneumatici al consumo d’energia per ogni stint, passando per l’elettronica e il set-up della vettura. “Lo scopo è condividere informazioni e diffondere la conoscenza della vettura, a prescindere dalla propria area di lavoro” dettaglia Salvi.

Analizzate le caratteristiche specifiche del tracciato, dal layout ai tempi di riferimento in ogni settore, gli ingegneri condividono informazioni essenziali nel definire le strategie. Qualche esempio? Conoscere la tipologia dell’asfalto di una pista significa stimare il livello di aderenza atteso e di conseguenza il consumo degli pneumatici, come la consapevolezza dell’altezza dei cordoli si riflette sulle traiettorie ideali che saranno seguite dai piloti.

La power unit. Nella preparazione di una prova endurance l’aspetto peculiare in campo motoristico è occuparsi dell’affidabilità dei motori. “È un lavoro che inizia al termine della gara precedente, quando analizziamo le componenti dei motori, termico e ibrido, per stabilire quali possano essere ancora utilizzati – spiega Lucio Calogero, Ferrari Endurance Race Cars Power Unit Design & Development Manager –. Spa è una pista nota nel mondo del motorsport perché sottopone a un grande stress l’intera power unit. Si pensi al lungo tratto tra La Source fino a Les Combes dove è richiesta la massima potenza in continuo. A questo si deve aggiungere il cambio di direzione verticale in prossimità dell’Eau Rouge che rappresenta un unicum nel calendario del FIA WEC: un punto che mette alla prova tutto il sistema di lubrificazione del motore termico”.

Caratteristiche uniche che nella fase di preparazione della gara costringono gli ingegneri del Cavallino Rampante a valutazioni specifiche volte alla ricerca della miglior prestazione in gara. “A Spa, inoltre, vi sono delle curve molto veloci – prosegue Calogero –: pensiamo a Blanchimont, dove alla 499P viene richiesta la massima potenza anche al motore elettrico con l’attivazione della trazione sull’assale anteriore una volta superati i 190 km/h. La 6 Ore di Spa, in sintesi, è un notevole banco di prova e il nostro compito è quello di ottimizzare le prestazioni della power unit in un evento così bello e al contempo difficile”.

Il simulatore. “Fondamentale nella preparazione di una gara è l’attività svolta al simulatore – analizza Mauro Barbieri, Ferrari Endurance Race Cars Performance & Regulations Manager – dove cerchiamo di ottimizzare il set-up per la pista dove andremo a gareggiare, con l’obiettivo in particolare di raggiungere valori ottimali in termini di livello aerodinamico.

In molti tracciati il compromesso da trovare tra carico aerodinamico e resistenza all’avanzamento, per la natura della pista stessa, è fuori di discussione. “Pensiamo a Le Mans dove conta minimizzare la resistenza perché il carico porta un vantaggio di tempo sul giro che è quasi trascurabile – prosegue Barbieri –, mentre un circuito come Sakhir, in Bahrain, si colloca all’estremo opposto, considerato che il carico è una variabile essenziale per le prestazioni mentre la resistenza è quasi trascurabile”.

Alla vigilia della 6 Ore di Spa gli ingegneri Ferrari si sono trovati a preparare la prova su di un tracciato che, per molti versi, ha aspetti intermedi tra Le Mans e il Bahrain: “Il circuito belga è considerato ad ‘alta efficienza’, il che significa che ogni pur minima variazione in termini di carico ha conseguenze non trascurabili sulla resistenza. Spa – dettaglia Barbieri – è quindi una pista dove il lavoro da svolgere in preparazione alla corsa ruota intorno a molti fattori e dove gli equilibri sono molto sottili”.

In pista. L’intenso lavoro di preparazione avviato nelle settimane che intercorrono tra una gara e la successiva viene ulteriormente condiviso all’intera squadra, inclusi i piloti, nei due giorni precedenti la prima sessione di prove libere, con l’obiettivo di confermare o aggiornare, quando necessario, il piano di lavoro finalizzato alla definizione delle strategie in gara.

Il trasferimento dei dati ai piloti – termina Salvi –, che poi saranno i protagonisti della gara, ci permette di studiare nel dettaglio ogni aspetto, dall’impostazione della miglior traiettoria e la velocità ottimale da tenere in curva, fino al set-up della vettura, con l’obiettivo di ambire al miglior risultato”.

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