La lotta per il titolo è tutta in famiglia, col compagno di squadra e rivale Ragazzoni e con il brasiliano Fittipaldi che solo per quell’anno avrà la meglio. In ogni caso per la Scuderia del Cavallino il ‘74 è una stagione di prova, con un nuovo pilota e lo sviluppo di quella che diverrà la monoposto vincente del futuro campionato, la Ferrari 312 T (dove T sta per trasversale).
In forte sintonia con il Manager della Scuderia, Luca di Montezemolo, Lauda riporta forza e grinta alla Rossa accumulando vittorie su vittorie. Nel 1975 l’austriaco è Campione del Mondo per la prima volta e riporta così sia il Titolo Costruttori che quello Piloti al Cavallino Rampante dopo ben 11 anni di astinenza. Anche la stagione ‘76 sembra iniziare sotto i migliori auspici, per il neo Campione in carica, ma gli equilibri aziendali interni incominciano a vacillare. Con Luca di Montezemolo che lascia l’incarico per entrare in FIAT e Daniele Audetto che lo sostituisce, l’assetto pilota-scuderia cambia. Audetto punta su Regazzoni, ma l’agguerrito Lauda non ci sta a fare il secondo pilota e continua a vincere in pista. Un banale incidente casalingo lo costringe a rallentare la corsa, provocando clamore nella stampa internazionale, sempre molto presente durante tutta la permanenza di Lauda al Cavallino.
Il primo agosto del 1976, il Campionato si sposta in Germania, sul terribile circuito del Nurburgring. La gara è un testa a testa fra Lauda e Hunt, ma al secondo giro Niki perde il controllo della vettura per schiantarsi contro le barriere di protezione. L’impatto è tremendo e l’auto prende fuoco. Il tempestivo soccorso dei compagni-colleghi è indispensabile per salvargli la vita. Tanta voglia di vivere e forza di carattere trasformano Lauda da pilota sfortunato e in difficili condizioni, a campione vincente dopo solo sei settimane. Un recupero da record che lascia stupiti tutti, stampa, pubblico e persino la sua squadra, la Ferrari. Il Cavallino può contare ancora su di lui per vincere.
A Buenos Aires la monoposto di Lauda, ancora la 312 T, viene modificata per la nuova stagione. Incominciano le tanto sospirate vittorie, fra alti e bassi di campionato, il pilota austriaco viene incoronato per la seconda volta Campione del Mondo e regala alla Scuderia il terzo Titolo Costruttori consecutivo. Lauda è di nuovo campione, ma le troppe pressioni interne gli impediscono di rimanere per il quarto anno consecutivo all’interno della Scuderia. La rottura è definitiva e il pilota firma un contratto con la Brabham-Alfa Romeo per l’anno successivo. Dopo il ritiro temporaneo, Lauda torna in pista, vincendo al volante di una vettura competitiva il suo terzo e ultimo titolo nel 1984.
Le difficoltà incontrate nella messa a punto della monoposto nel 1973 sono state numerose.