Entusiasmo, passione, rigore e una dettagliata analisi dei circuiti e degli avversari trasformano la lunga carriera del talento inglese in continui successi, in tutte le categorie e su tutti i tipi di pista.
Nato nel 1934 con la passione per le moto nel sangue, si dedica sin da ragazzo alle due ruote, debuttando e vincendo ufficialmente nel ‘51 all’Excelsior B14 categoria 500.
John corre con Vincents, Triumphs, MV Augusta, e ottiene in tutto ben 68 vittorie in 76 gare disputate, che gli garantiscono una fama internazionale di pilota preciso e straordinariamente sensibile. Flessibile e meticoloso, osserva ogni piccolo dettaglio, per essere sempre al meglio delle condizioni e delle prestazioni.
Fino agli anni ‘60, “Big John”, questo il suo soprannome, conquista successi dietro successi, per un incomparabile record fatto di 37 Gran Premi, 44 podi e di un incredibile numero di miglior giri veloci. Il talento di Surtees viene notato anche nel mondo delle auto e presto gli viene proposto di correre anche sulle quattro ruote. Il ‘61 con Cooper, il ‘62 con Lola rappresentano un periodo di studio, miglioramento tecnico e interventi meccanici utili a rendere le macchine inglesi più competitive. Proprio nel ‘62, a Monza, il pilota inglese attira l’attenzione di Enzo Ferrari, colpito dalla personalità e dallo stile di John. Senza la minima esitazione, nel ‘63, Surtees è il pilota numero uno della Scuderia. Un anno memorabile che vede John, ribattezzato dalla nuova famiglia di adozione, la Ferrari, come il “Figlio del Vento”, conquistarsi il primo titolo in F1. E’ uno splendido 1964, un anno di grandi battaglie nella storia delle competizioni su pista. Nonostante la sua grande passione e le auto molto competitive, le successive stagioni non gli danno uguale soddisfazione. E’ il momento per Surtees di guardare ad altro genere di gare che non la Formula 1.
Qualche screzio con Enzo Ferrari, porta John a chiudere la stagione alla guida di una Cooper. Cambia diverse squadre fino al ‘72, anno in cui decide di creare un proprio team, ma senza riscuotere altrettanto successo. Si ritira dalle competizioni nel ‘73 per dedicarsi completamente alla sua squadra. Resiste fino al 1978, quando ci sarà un allontanamento definitivo da tutto il mondo delle corse.
La 156 F1-63 – una successiva evoluzione della vettura campione del mondo di due anni prima – viene schierata in questa stagione ed in alcune gare di quella successiva