La ristrutturazione appena iniziata da Montezemolo riporta alla Ferrari l’inglese Postlethwaite che affianca il francese Migeot per l’aerodinamica e Claudio Lombardi per i motori
Progetto totalmente inedito per la monoposto del 1992 con elementi già visti come le prese d’aria separate dai fianchi della carrozzeria ed altri nuovi come il muso rialzato cui è applicato l’alettone anteriore per mezzo di due sostegni verticali. La sospensione anteriore è profondamente modificata con l’adozione di un cinematismo che utilizza un solo gruppo molla ammortizzatore, ed il cambio è nuovo con sei marce anziché sette ed un diverso sistema di azionamento automatico.
Con questa vettura la Ferrari affronta una delle sue stagioni più difficili. Il ritardo accumulato nello sviluppo delle nuove tecnologie, in particolare nel settore dell’elettronica, si combina con l’avvio di un lungo e profondo processo di ristrutturazione interno. Nonostante le innovazioni la F92 A non è assolutamente competitiva: sono solo 21 i punti raccolti alla fine dell’anno. Non basta il talento di Alesi, terzo in Spagna ed in Canada, a risollevare le sorti del Cavallino. Il campionato è dominato dalla Williams-Renault, con Nigel Mansell che si aggiudica il titolo Piloti con ben cinque gare d’anticipo.