Il secondo weekend consecutivo al Bahrain International Circuit si è chiuso nel peggiore dei modi per la Scuderia Ferrari Mission Winnow: nessun punto all’attivo e la quasi aritmetica certezza di non poter più riuscire a migliorare il sesto posto nella classifica Costruttori. Come consuetudine, abbiamo chiesto a Iñaki Rueda, Head of Race Strategy, di raccontarci l’approccio al weekend e il suo andamento, con particolare riferimento alla strategia.
“Alla vigilia eravamo molto curiosi di scoprire il nuovo tracciato e di vedere come vi si sarebbero adattate le monoposto. Uno dei punti interrogativi più grandi era relativo al comportamento delle gomme: su un circuito più corto di circa la metà rispetto a quello tradizionale avrebbero sofferto il 50% in meno? La risposta è stata che la situazione era molto più complicata perché il ciclo energetico cui sono sottoposti gli pneumatici è molto diverso da una pista all’altra. L’Outer Track infatti, essendo più breve, dà alle gomme più spazio per ‘respirare’ e, conseguentemente, soffrire meno per il surriscaldamento della superficie. Ciò ha significato un degrado per chilometro molto più basso rispetto al weekend precedente che, aggiunto al minor degrado determinato dal giro più corto, ha portato a un’estensione della vita degli pneumatici.”
Oltre al comportamento delle gomme c’erano altre incognite?
“Con una forma che poteva anche ricordare i classici ovali americani, ci chiedevamo se avremmo potuto assistere a un festival del sorpasso ma direi che così non è stato. Al tempo stesso, la lunghezza ridotta non è stata un ostacolo e tutto è rimasto abbastanza nella norma. Anche il traffico in qualifica poteva essere un problema, invece cìnon c’è stata nessuna bandiera gialla, il che è abbastanza sorprendente, e non c’è stato nemmeno alcun caso di impeding. Anche in Q1, con venti piloti in pista allo stesso momento, tutto è filato liscio perché tutti sono stati molto attenti e corretti”.
La qualifica ha dimostrato una varietà di interpretazioni: come è stata gestita dal nostro muretto?
Con un tracciato così corto è stato possibile fare più dei soliti due run per sessione, il che ha reso l’ora decisamente più intensa e spettacolare. Visto il degrado più limitato, la possibilità di partire con le Medium rappresentava un vantaggio meno significativo di quanto non si fosse visto la settimana precedente: è per questo che abbiamo sì provato a passare il taglio in Q2 con questa mescola facendo due tentativi ma ci siamo riservati la possibilità di farne un terzo di back-up con le Soft nel finale. Charles aveva fatto un ottimo tempo con le Medium e pensavamo di poter avere una piccola chance di farcela, così lo abbiamo fatto uscire per l’ultimo tentativo proprio nelle battute finali, pronti ad abortire il run se fosse stato possibile passare il turno. Alla fine, Charles ha dovuto comunque completare il giro cronometrato con le Soft per entrare nella top ten mentre Sebastian non è riuscito a qualificarsi.
Il pilota monegasco ha fatto solo un tentativo nell’ultima parte delle qualifiche: perché?
“Charles aveva soltanto un set di Soft nuove a disposizione. L’alternativa era: fare un run preparatorio con un treno di Soft usate – ma sarebbe stato sicuramente più lento – oppure aspettare la fine per usare quello nuovo. Il pilota era molto convinto che avrebbe potuto fare il suo giro migliore restando fuori dal traffico e così abbiamo fatto, pur consapevoli che avrebbe poi dovuto assistere ai tentativi degli avversari senza possibilità di replica. È stata una mossa azzeccata, anche perché la pista non è migliorata, e ha ottenuto un ottimo quarto posto.”
Poi è arrivata la delusione della gara…
“Già, perché la corsa di Charles non è durata più di poche curve: alla staccata della 4 ha provato ad attaccare Max Verstappen ma ha bloccato le gomme mancando l’apice e venendo a contatto con Sergio Perez, che stava facendo la sua traiettoria. L’urto è stato violento e Charles ha riportato le conseguenze peggiori con la rottura della sospensione anteriore sinistra. Paradossalmente, per Perez è stata quasi una fortuna perché così ha potuto cambiare pneumatici e passare subito alle Medium senza perdere troppo tempo vista la neutralizzazione, mettendosi subito in condizione di fare la strategia ideale.”
Cosa puoi dire della gara di Sebastian?
“Onestamente poco, è stata quasi del tutto una corsa in solitario. Da una parte non aveva delle minacce alle spalle, dall’altra non aveva il passo per insidiare chi gli era davanti. Abbiamo cercato di ottimizzare la strategia a una sosta, sperando di potercela giocare con chi fosse stato sul doppio pit-stop. La sequenza di Virtual Safety Car e Safety Car nella seconda parte ci ha dato la possibilità di fare delle soste senza perdere delle posizioni per tentare di guadagnare eventualmente qualche posto alla ripartenza, ma così non è stato e ha concluso la gara praticamente dove era partito”.