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    La preparazione atletica dei piloti

    Scuderia Ferrari 2024

    Maranello 11 settembre 2024

    A TU PER TU CON ANDREA FERRARI E PIERLUIGI DELLA BONA, PREPARATORI ATLETICI DI CHARLES LECLERC E CARLOS SAINZ  
     
    La preparazione dei piloti di Formula 1 è uno degli aspetti chiave del loro successo in pista. La massima categoria dell’automobilismo sportivo richiede non solo un altissimo livello di abilità tecnica, ma anche una resistenza fisica e mentale straordinaria. Al fianco dei piloti, lavora dunque un team di esperti che li guida attraverso intense sessioni di allenamento, terapie di recupero e una costante gestione della salute in generale, a cominciare dall’alimentazione. Andrea Ferrari con Charles Leclerc e Pierluigi Della Bona con Carlos Sainz, lavorano a stretto contatto per aiutarli a mantenere il massimo livello di prestazione per tutta la stagione e a preparare in modo dedicato le più impegnative, tra le quali c’è sicuramente il Gran Premio di Singapore, la seconda delle due gare in programma nei prossimi due weekend. 
     
    Quali sono le aree di focus su cui strutturi la preparazione del tuo pilota?

    AF. Come in ogni sport, la preparazione atletica di un pilota si basa su due aree principali: capacità condizionali e coordinative. Particolare attenzione viene inoltre rivolta agli aspetti più rilevanti per l'automobilismo e alle specifiche esigenze del pilota. Non va trascurato il lavoro cognitivo, come ad esempio il miglioramento dei tempi di reazione e la gestione dell'ansia da prestazione. 
    PDB. Lavoriamo sulle aree di condizione e le aree cognitive. Quelle di condizione sono quelle che noi esprimiamo attraverso la forza, la resistenza e la mobilità articolare, chiamata flessibilità. Le aree di capacità cognitiva sono un po’ più difficili da allenare e da migliorare, ma devono essere preparate costantemente nel corso del processo di preparazione di un pilota. Sono i riflessi, la rapidità di esecuzione e l'adattamento ad un qualsiasi stimolo esterno. A quelle velocità i riflessi, la rapidità di esecuzione e l'adattamento a un qualsiasi stimolo esterno possono fare la differenza ed è essere in grado di rispondere più velocemente di altri. La concentrazione viene allenata abbinando i due tipi di capacità. Si cerca di stressare il pilota facendolo correre, abbinando allo stesso tempo degli esercizi che sollecitano i riflessi che vanno a stimolare la rapidità di pensiero e concentrazione.  
     
    Come si allena un pilota off-track e on-track?

    AF. La maggior parte del lavoro di preparazione si svolge off-track, quando c'è più tempo per dedicarsi a un allenamento approfondito e mirato. Questo approccio permette di lavorare in modo più dettagliato su tutti gli aspetti della performance del pilota. On-track, invece, l'attività è incentrata sulla "rifinitura”, un lavoro di precisione che punta a eliminare ogni possibile distrazione, consentendo al pilota di focalizzarsi completamente sulla guida. Oltre a questo, in pista si eseguono anche sessioni specifiche in funzione del pilotaggio, come esercizi di attivazione fisica e cognitiva, e sessioni di recupero, come massaggi, sedute di pre-cooling e recovery.  
    PDB. On-track, la mattina viene solitamente effettuata una sessione di 30 minuti di stretching, mobilità e leggera attivazione del corsetto addominale, per poi avere 10-12 minuti di attivazione vera e propria prima di ogni sessione in cui si abbina un lavoro globale: muscolare, mentale e sulla prontezza dei riflessi. Off-track viene svolto un tipo di allenamento più robusto, che prevede tanta palestra, tanta bici, attività di resistenza alla forza, di resistenza cardiovascolare e allenamenti specifici per collo e addome. Ad esempio, per Carlos, il lavoro che era stato svolto sul core è stato di vitale importanza per l’operazione di appendicite che ha subito quest’anno. Sempre off-track, oltre al simulatore, non devono mai mancare anche lavori più light sulla mobilità, allungamento muscolare, allenamenti volti a riguardare i riflessi, rapidità e le varie capacità cognitive. 
     
    Oltre alla preparazione pre-gara, ci sono anche delle sessioni di “recovery”? Di cosa si tratta?

    AF. Le sessioni di “recovery” mirano soprattutto a ripristinare rapidamente la condizione fisica del pilota dopo lo sforzo intenso, cercando di ottimizzare il più possibile i tempi di recupero. Questo processo include diverse componenti essenziali, come sedute di massaggio per alleviare la tensione muscolare e promuovere la circolazione, un’alimentazione bilanciata e mirata a reintegrare le energie spese, e un adeguato riposo notturno per favorire la rigenerazione fisica e mentale. Inoltre, si integrano trattamenti di fisioterapia e allenamenti a basso impatto, studiati appositamente per continuare a mantenere l’attività fisica senza aggiungere ulteriore stress al corpo. Queste pratiche combinate assicurano che il pilota possa recuperare al meglio, pronto per affrontare nuove sfide. 
    PDB. Ci sono vari tipi di recupero: quello alimentare, quello che riguarda l’idratazione e quello fisico. Dal punto di vista alimentare, il pilota deve essere allenato a saper bere per reintegrare i liquidi che perde e deve ricevere un introito proteico di zuccheri mescolati con latte o yogurt dopo ogni sessione. Dal punto di vista fisico nei massaggi ci si focalizza soprattutto sul collo e la zona lombare, poi facciamo mobilità e stretching perché avere una buona flessibilità e plasticità muscolare consente di sentire meno dolore. In aggiunta, soprattutto nelle gare più calde, si hanno sessioni di vera e propria recovery con acqua ghiacciata, perché andare in cooling è una delle situazioni migliori per vascolarizzare meglio il muscolo e tutto l’apparato cardiovascolare. 
     
    L’alimentazione del pilota ha altrettanta importanza: com’è strutturata e quanto è rigida in relazione al mantenimento del peso forma?

    AF. L'alimentazione è un aspetto cruciale sia per ottimizzare la performance che per migliorare il recupero. È importante che il pilota mantenga un peso costante durante l'intero campionato e nel corso dei weekend di gara, minimizzando le oscillazioni. Il lavoro sull’alimentazione viene sviluppato in collaborazione con un biologo nutrizionista. È fondamentale l’interscambio diretto e continuo tra il pilota e i professionisti, in quanto da un lato si cerca di adattare il piano alle preferenze e gusti del pilota, ma dall’altro il piano viene strutturato soprattutto in base alle esigenze energetiche e alla limitazione delle oscillazioni di peso. Quindi, è fondamentale dare al pilota tutte le energie di cui ha bisogno, ma allo stesso tempo controllare le quantità e le tipologie di alimenti così da aiutarlo a mantenere e controllare il peso.   
    PDB. A mio parere l’alimentazione vale tanto quanto la forza fisica e mentale, e forse addirittura prima della preparazione atletica. Ritengo di vitale importanza abituare il pilota a saper mangiare. La sua dieta è come quella di un qualsiasi atleta, in cui l’introito proteico la fa da protagonista, senza però dimenticare tutti gli altri fattori nutrienti come gli zuccheri, carboidrati e grassi saturi. In particolare, è una dieta che pone attenzione ai sali minerali e alle vitamine, anche a livello di supplemento alla nutrizione tramite integratori. Possiamo contare su una squadra di professionisti e per quanto riguarda la nutrizione, io e Carlos siamo seguiti dal dietista Andrea Masullo con il quale a inizio anno viene concordata una dieta basata sulle necessità e i gusti del pilota, che poi seguiamo insieme on-track e a Maranello.  
     
    Quali sono le gare più delicate e perché?

    AF. Tra tutte, sicuramente le gare più delicate e difficili sono quelle in cui le condizioni atmosferiche estreme incidono significativamente sulla performance del pilota. Parlo quindi di gare molto calde ed estremamente umide, come ad esempio Singapore o Qatar lo scorso anno. Un altro gruppo di gare che secondo me sono difficili da gestire sono quelle in cui il fuso orario è importante e ci sono molte ore di differenza con l’Italia. Qui, la gestione del sonno diventa cruciale perché la privazione di sonno può avere un impatto rilevante sulla prestazione del pilota e quindi si cerca il più possibile di adeguare maggiormente la preparazione per affrontare anche queste sfide. 
    PDB. Sono convinto che ogni gara abbia un proprio coefficiente di e una sua delicatezza: noi dobbiamo essere pronti alle richieste di ogni pista. Il pilota è abituato a guidare per un massimo di due ore, dopodiché ci sono piste più lunghe e piste più corte, gare più calde e umide di altre. Nelle piste molto lunghe dove non ci sono troppi carichi gravitazionali, non è tanto la fisicità intesa come forza fisica che la fa da padrona, lo è molto di più la concentrazione. In piste più corte dove i carichi gravitazionali a livello del core e dell'addome sono altissimi, oltre alla concentrazione, da un punto di vista fisico la forza muscolare è quella che guida.  
     
    Come si gestiscono i radicali cambi di fuso orario cui i piloti sono sottoposti?

    AF. Il fuso orario rende alcune gare più difficili da gestire e bisogna organizzarsi in modo tale che il pilota abbia la giusta quantità di riposo. Prima di iniziare la stagione, durante il periodo di off-season, si studia attentamente la pianificazione dei voli con il dipartimento Logistica della Scuderia Ferrari HP. Nei viaggi più lunghi si pone molta attenzione su alimentazione e idratazione, evitando anche troppa esposizione a fonti luminose di pc e schermi. 
    PDB. La cosa principale è il riposo pre, durante e post fuso orario. La fortuna di poter collaborare con Med-Ex, Health partner di Scuderia Ferrari HP, è quella di poter contare su un'equipe ampia e preparata, della quale fa anche parte un neurologo che aiuta molto soprattutto su questo tema. Ci sono alcune tecniche per poter gestire lunghi viaggi e fusi orari: avere una maggiore esposizione solare, cercando di abituarsi a quello che è il fuso orario già dal viaggio; leggere un libro, cercando di evitare il più possibile le luci blu di computer e telefoni; idratarsi; mangiare seguendo il più possibile il ritmo orario di destinazione; l’utilizzo di supplementi come la melatonina per tutta la durata del viaggio così da abituarsi al fuso orario e poi riabituarsi al ritmo solito una volta rientrati. 
     
    Quanto aggiornamento continui a fare a livello di metodologie? Quanto è importante aggiornarsi?

    AF. Mantenersi sempre aggiornati è fondamentale: vengono costantemente pubblicate nuove ricerche e studi che portano allo sviluppo di nuove metodologie. Anche la tecnologia che utilizziamo è in continua evoluzione, e ciò rende indispensabile la necessità di rimanere al passo con i progressi. Il fatto di essere anche un insegnante unviersitario mi offre inoltre l'opportunità di accedere a un'ampia gamma di informazioni, a livello di studi e in ambito tecnologico, permettendomi di integrare queste conoscenze nella pratica professionale. 
    PDB. L'aggiornamento in qualsiasi tipo di lavoro è fondamentale. In Med-Ex abbiamo giornate dedicate e grazie alla supervisione di medici specializzati, come Fred Fernando e Alessandro Biffi, posso collaborare con molti medici dello sport: fisiatri, ortopedici, cardiologi, ma anche con altri fisioterapisti e preparatori atletici. Ritengo molto importante anche curare le varie tipologie di allenamenti che il pilota svolge. Per un bene fisiologico, si cercano metodi di allenamento per cercare di staccare da quella che è la routine, anche passeggiate in giro per le città che si visitano, partite di padel, di tennis o calcio a 7 sono utili, quest'ultima anche come attività di team building. 
     
    Tu alleni il pilota, ma alleni anche te stesso? Come?

    AF. Certamente, mi sono avvicinato a questi studi perché ho la passione per lo sport e quindi mi alleno volentieri, senza che questo possa essere un peso o un ostacolo. Ad esempio, sfrutto la mia preparazione per alimentare la mia forte passione per il triathlon, sia con sessioni non competitive che prendendo parte a vere e proprie gare. 
    PDB. Ho sempre pensato, specie quando lavoravo con piloti più giovani, che se voglio che l'atleta mi segua io devo essere un esempio, quindi mi alleno tanto quanto loro, se non un po' di più. Lo faccio perché Carlos, come gli altri piloti, fa uno sport nel quale ci sono delle sollecitazioni, delle forze che vanno oltre quelle della quotidianità, quindi sono più forti di noi mediamente. Come mi alleno? Un po' di triathlon, un po' di crossfit, qualche percorso sulle lunghe distanze, un po' di snorkeling. Diciamo che faccio molti sport ma questi sono stati sempre i miei preferiti. Tra loro ovviamente c'è anche il calcio, sport che ho praticato per 26 anni. 

     

    Andrea Ferrari ha 45 anni ed è nato a Viareggio. Si è laureato in Scienze Motorie a Firenze e ha un Master in Posturologia clinica a Pisa. Nel 2000 ha iniziato a lavorare nelle categorie propedeutiche del motorsport, tra cui karting, Formula Master, Formula 3, Formula 4, GP2 e poi Formula 1. Andrea si è avvicinato al mondo del motorsport lavorando in un centro specializzato in preparazione atletica dei piloti a Viareggio. Da lì ha lavorato con numerosi di loro, accompagnandoli nel percorso verso la massima categoria del motorsport. Uno dei momenti cruciali della sua carriera è stato l'inizio della collaborazione con Jules Bianchi attraverso il quale nel 2010 è entrato in Ferrari e ha continuato a lavorare con i giovani talenti della Scuderia Ferrari Driver Academy. Oltre a questo, tiene delle lezioni sulla preparazione atletica nell’automobilismo all’università di Pavia. Ha conosciuto Charles Leclerc quando il monegasco aveva solo 11 anni ed ha iniziato a seguirlo dal 2015, quando correva in Formula 3, un anno prima che entrasse a far parte della Scuderia Ferrari Driver Academy nel 2016. Negli anni il lavoro di Andrea con Leclerc si è evoluto man mano che le esigenze del pilota cambiavano con il passaggio a categorie superiori. Ogni volta che si sale di livello, le caratteristiche della vettura, la durata dei weekend di gara e delle singole competizioni richiedono un adattamento fisico e mentale, e Andrea ha adeguato l'allenamento di Charles a queste nuove sfide, accompagnandolo nel suo percorso.

    Pierluigi Della Bona ha 31 anni e vive a Ceprano (in provincia di Frosinone). Ha una laurea quinquennale in Scienze Motorie, con specializzazione in attività motorie preventive e adattate e diploma in masso-fisioterapia, branca riconosciuta della disciplina fisioterapica moderna. Ha iniziato a lavorare nel 2014 inizia nel mondo del calcio, diventando formatore motorio e coordinatore atletico in una società sportiva. Nel 2018 lascia il mondo del calcio grazie al professore universitario Angelo Rodio e accetta la proposta di lavoro del Dott. Frederik Fernando e del Dott. Alessandro Biffi presso Med-Ex, partner medico di Scuderia Ferrari HP. Nei primi anni lavora in ambito clinico nel laboratorio di performance e inizia a conoscere la squadra di Formula 1 affiancando i colleghi nelle visite mediche dei dipendenti, mentre opera anche in ambulatorio con lo scopo di continuare a migliorare le proprie competenze fisioterapiche. Nel 2019 inizia con i training camp delle categorie junior, con la Scuderia Ferrari Driver Academy (SFDA). Dal 2021 inizia a lavorare "on track" con i giovani piloti SFDA Arthur Leclerc, Oliver Bearman e Dino Beganovic, seguendoli nel loro percorso di crescita, in modo tale da potersi preparare nel miglior modo possibile al mondo della Formula 1.
    Nel 2021, con la seconda ondata di Covid-19 l’ex preparatore di Carlos si trova talvolta impossibilitato ad uscire dalla sua nazione così attraverso MedEx gli viene data l’opportunità di affiancare Sainz nella preparazione pre-season. Prosegue poi come co-preparatore per tutta la durata della prima stagione di Carlos in Ferrari.

    “Lavorare con un nuovo pilota comporta sfide, specialmente nell'adattamento alle abitudini comportamentali e mentali. È importante trovare il giusto approccio per ogni atleta, individuare il punto di accesso migliore scavando e comprendendo a fondo la mentalità e carattere dello sportivo.”