Tredici i punti all’attivo della Scuderia Ferrari nell’esordio della Formula 1 sul circuito di Portimão, frutto del quarto posto di Charles Leclerc e del decimo di Sebastian Vettel. Un Gran Premio molto intenso perché c’era tanta carne al fuoco, a cominciare dall’adattamento ad un tracciato praticamente sconosciuto, visto che l’ultimo test effettuato risaliva al dicembre del 2008. In più, oltre al normale lavoro di definizione dell’assetto per le qualifiche e la gara, c’erano da valutare gli ulteriori sviluppi aerodinamici introdotti sulla SF1000 nonché due tipi di mescole sperimentali portate dalla Pirelli, cui è stata dedicata la prima mezz’ora della seconda sessione di prove lbere, come spiega Iñaki Rueda, Head of Race Strategy, nel suo ormai consueto debriefing del lunedì, che ha reso più complicato il lavoro del team.
“Tanto lavoro da fare e davvero poco tempo a disposizione, anche a causa di un paio di interruzioni che hanno praticamente ridotto al minimo la possibilità di provare le varie mescole sulla lunga distanza. Inoltre, l’asfalto era stato recentemente rifatto, il che ha introdotto una variabile in più per noi ingegneri.”
Che tipo di mescole erano state messe a disposizione dalla Pirelli?
“La scelta è stata giustamente la più conservativa possibile, con le tre mescole più dure – dalla C1 alla C3 - del range a disposizione e anche con la sostituzione di un set di Soft con uno di Hard. Due i problemi principali che sapevamo di dover affrontare con le gomme: il graining e il warm-up. Pensavamo che la mescola più morbida avrebbe sofferto particolarmente per il primo dei due mentre con le Medium e le Hard avremmo fatto molta fatica a mandarle nella giusta temperatura d’esercizio, sia in qualifica che in gara dopo la partenza e dopo i pit-stop. Per questo motivo abbiamo lavorato molto insieme ai piloti per preparare al meglio le gomme, facendo una tornata in più del solito prima di lanciarsi per il giro cronometrato. Lo abbiamo fatto bene in Q1 con le Soft e poi in Q2 abbiamo fatto il primo tentativo con le Medium sia con Charles che con Sebastian, anche perché la differenza di prestazione con le Soft non era così netta. In Q2 abbiamo quindi deciso di fare un primo run più lungo del solito, con il primo tentativo preceduto da un giro preparatorio e poi, dopo un giro più lento, un secondo tentativo. Per Charles, che era stato veloce già nel primo run, la C2 era una scelta chiara, per Sebastian lo era di meno ma il pilota aveva comunque un feeling migliore con questa mescola: purtroppo però non è riuscito a passare il taglio. Charles invece passando il turno con le Medium – solo i due della Mercedes hanno fatto altrettanto - si era garantito un vantaggio strategico per la gara su molti degli avversari diretti e ha poi completato il lavoro in Q3 con una bellissima quarta posizione”.
Il problema di warm-up si è ripresentato in partenza.
“Sì, acuito anche da un breve scroscio di pioggia, iniziata a cadere nel giro di formazione. Le prime tornate sono state difficilissime per tutti i piloti con le Medium. Charles ha perso tante posizioni mentre Sebastian ne ha perse di meno ma qualcuna cruciale in termini di strategia. Una volta entrate nella giusta temperatura d’esercizio le gomme, Charles ha iniziato a riprendersi il terreno perduto riportandosi abbastanza agevolmente in quarta posizione. Da lì in avanti la sua è stata una gara molto accorta e regolare. Il momento più delicato avrebbe potuto essere il pit-stop perché, passando alle Hard – anch’esse soggette a difficoltà di warm-up – avrebbe potuto essere esposto ad eventuali attacchi nel primo giro, senza considerare il fatto che la configurazione dell’uscita della pit-lane creava uno svantaggio ancora maggiore per chi usciva dai box nelle prime curve. È per questo che la sosta di Charles è avvenuta qualche giro prima del necessario: abbiamo così “coperto” la rimonta di Perez, che si è avvicinato per un paio di tornate ma poi ha riperso terreno una volta che le Hard sono andate in temperatura”.
Decisamente meno semplice la corsa di Sebastian.
“Avevamo scelto di partire con le Medium proprio per evitare il rischio di perdere prestazione a causa del graining per poi passare alle Hard come piano principale. Dopo una dozzina di giri era chiaro che gli avversari diretti sarebbero stati quei piloti potenzialmente su due soste come Lando Norris, Alex Albon, Daniel Ricciardo e Kimi Räikkönen - tutti partiti con le Soft - e abbiamo deciso di rimanere sulla nostra prima opzione invece di coprire Albon, fermando Sebastian al giro 27 per mettergli le Hard. Norris e Albon si sono effettivamente fermati per un secondo pit-stop, rispettivamente al giro 43 e al giro 46, mentre Räikkönen e Ricciardo – probabilmente alla luce del lunghissimo primo stint di Esteban Ocon con le Medium (53 giri) – hanno provato ad arrivare fino in fondo. A quel punto a Seb restava l’opzione di sfruttare una gomma più nuova ma più dura e cercare di superare gli avversari in pista: ci è riuscito con il suo ex-compagno di squdra al giro 53 e si è portato alle spalle di Ricciardo ma, complice uno spiattellamento alla curva 1 al giro 56, ha dovuto riporre ogni ulteriore ambizione di rimonta”.
All’inizio hai ricordato le novità aerodinamiche: ci puoi dire qualcosa in più?
“A Portimão abbiamo completato un programma di sviluppi che era iniziato a Sochi. In particolare, in Portogallo abbiamo introdotto un nuovo fondo e un diffusore, che avremmo già voluto testare al Nürbugring ma non avevamo potuto farlo a causa della pioggia. Inoltre, abbiamo sperimentato una configurazione della parte terminale del fondo per riprodurre le condizioni di carico che avremo nel 2021 dopo le recenti modifiche al regolamento tecnico e anche alcune soluzioni che ci dovrebbero consentire di migliorare il riscaldamento degli pneumatici, un’area su cui abbiamo sofferto quest’anno soprattutto con le basse temperature che incontriamo in questa strana stagione 2020. Direi che il responso è stato positivo, tanto è vero che gli aggiornamenti sono stati montati su entrambe le vetture. Ora dobbiamo confermare quanto di buono si è visto a Portimão anche in questo fine settimana ad Imola, in un altro weekend insolito, visto che è strutturato su due giorni. Non che non sia già accaduto – a causa delle condizioni meteorologiche che hanno cancellato sessioni o rimandate al giorno successivo – ma sarà comunque un’esperienza diversa. Chissà che non sia un’opportunità in più per fare bene”.