Barnard viene richiamato alla Ferrari e naturalmente si ripropongono i problemi di sempre, in primo luogo i tempi lunghi per la realizzazione della nuova monoposto la 412 T1 del 1994.
La sigla questa volta è formata da 4, numero delle valvole per cilindro, e 12 i cilindri, mentre la T indica nuovamente il cambio trasversale sempre a 6 marce avanti e RM ma con la scatola costruita mediante saldatura di lamiere di acciaio. Il passo è fortemente allungato e le sospensioni anteriori, pur restando del tipo già visto in precedenza hanno adesso gli attacchi alla scocca non più a sfera ma con una piastrina flessibile, visto anche il minimo movimento delle sospensioni stesse. Le dimensioni dell’abitacolo sono già quelle maggiorate richieste dal regolamento del 1995.
Grazie a questa vettura e dopo un lunghissimo digiuno, la Ferrari torna al successo in un Gran Premio. La vittoria arriva grazie a Gerhard Berger, primo a Hockenheim, un circuito dove il V12 della 412 T1 riesce a colmare il divario con le rivali. L’anno è indelebilmente segnato dal tragico weekend di Imola, dove perdono la vita prima l’austriaco Roland Ratzenberger e poi, in gara, Ayrton Senna. La FIA interviene imponendo drastiche modifiche regolamentari, sia sulle piste che sulle monoposto, per garantire maggior sicurezza. Il titolo Piloti va ad un tedesco di grande talento, Michael Schumacher, che brucia all’ultima gara Damon Hill. La Williams vince il campionato Costruttori, con la Ferrari terza a 71 punti.