Dopo il Gran Premio d’Italia, caratterizzato dal rientro in pista in tempi record di Niki Lauda, il campionato del mondo si sposta in Canada, a Mosport Park. È il primo giorno di ottobre quando le vetture scendono in pista per le prime prove libere, è invece trascorsa meno di una settimana da quando la Federazione Internazionale dell’Automobile ha deciso definitivamente di squalificare la McLaren di James Hunt dal Gran Premio di Gran Bretagna nel quale l’inglese si era schierato al via con il muletto pur non essendo stato in grado di tornare ai box con la vettura titolare che aveva dovuto lasciare lungo la pista dopo un incidente. Lauda arriva in Canada, dunque, con 64 punti in classifica contro i 47 di Hunt. In gara però il pilota della McLaren non ha rivali e trionfa, mentre Lauda incappa in una domenica negativa e non ottiene punti.
La settimana successiva il Mondiale è di nuovo in scena negli Stati Uniti, sulla pista di Watkins Glen con Lauda a 64 punti contro i 56 di Hunt. La Scuderia Ferrari ha la possibilità di chiudere entrambe le classifiche iridate con una gara d’anticipo. Per l’austriaco una vittoria significa conquistare matematicamente il Mondiale ma, a seconda dei piazzamenti di Hunt, anche un quinto posto potrebbe bastare. Per la Scuderia il titolo Costruttori è ancora più vicino: se la McLaren non vince il quarto iride è in bacheca, ma anche se i rivali dovessero imporsi alla squadra italiana basta piazzare una vettura nelle prime quattro posizioni.
Gli Stati Uniti diventano la prima nazione dal 1960 a ospitare due gare in una stagione: di fatto succedono a loro stessi dal momento che 16 anni prima erano state disputate la 500 Miglia di Indianapolis il 30 maggio e il GP degli Stati Uniti a Riverside il 20 novembre. L’estensione geografica della nazione americana è tale da riuscire ad aggirare la regola che vieta di avere gare nello stesso paese a meno di 3.000 km tra un circuito all’altro. Ma tra Long Beach, teatro del GP del 28 marzo, e Watkins Glen di chilometri ce ne sono ben 4.650.
In prova Hunt, sulle ali dell’entusiasmo per la rimonta che si sta concretizzando, è subito velocissimo, mentre Lauda e la 312 T faticano di più. Ancora più in difficoltà è Clay Regazzoni che pare quasi demotivato dopo aver saputo che non gli verrà rinnovato il contratto per la stagione 1977. La griglia di partenza si decide al venerdì e vede Hunt nettamente in pole position davanti alla Tyrrell di Jody Scheckter e alle March di Ronnie Peterson e Vittorio Brambilla. Lauda è quinto, mentre Regazzoni è addirittura 14°. Il sabato infatti sul circuito statunitense cade una quantità inusitata di pioggia, al punto che certe parti del tracciato finiscono letteralmente sott’acqua, con grande preoccupazione degli organizzatori in vista della gara di domenica.
Il giorno del Gran Premio la giornata serena ma fredda, al punto che le parte più bagnate della pista tardano ad asciugarsi. Gli organizzatori si organizzano con un gran numero di volontari per cercare di asciugare le pozzanghere. Avendo i piloti in pista con gomme da asciutto, sarebbe infatti troppo pericoloso avere ancora punti del tracciato completamente bagnati. Con oltre un’ora di ritardo la gara prende il via. A scattare meglio è Scheckter che si prende la testa della corsa davanti a Hunt, Brambilla, Peterson e Lauda. Presto i primi due si avvantaggiano sul gruppo che costretto a fare il ritmo mediocre di Brambilla che sta avendo problemi di pressione dei pneumatici.
Alcuni giri dopo Peterson si ritira, mentre Lauda riesce finalmente a sbarazzarsi della March del pilota italiano, anche se i due davanti ormai sono scappati e hanno già svariati secondi di vantaggio. Al 36° passaggio Hunt attacca Scheckter e lo supera, salvo poi perdere tempo per doppiare la Wolf-Williams dell’australiano Warwick Brown. Jody di certo non chiede il permesso e si rimette in testa. Nel box Ferrari si tifa per il sudafricano perché un’altra vittoria di Hunt riaprirebbe definitivamente il Mondiale.
Dieci giri più tardi però l’inglese della McLaren si riporta in scia alla Tyrrell e la supera guadagnando subito un discreto margine. In poco più di dieci giri Hunt mette tra sé e Scheckter otto secondi e conquista la sesta vittoria stagionale, superando così Lauda nel conteggio dei primi posti. L’austriaco della Ferrari è terzo sul traguardo, con in scia l’altra McLaren di Jochen Mass. La Scuderia Ferrari conquista il titolo Costruttori, ma la testa di tutti è alla classifica piloti nella quale il vantaggio di Lauda si è ridotto ad appena tre punti.
Il duello tra i due campioni va dunque all’ultima gara della stagione, in Giappone, una corsa rimasta famosa per l’abbandono di Lauda che non se la sentì di continuare a guidare su una pista completamente allagata. Hunt centra il titolo per un solo punto, ma l’austriaco nel cuore dei tifosi della Ferrari resta il vero vincitore per la grinta mostrata nel tornare in pista a meno di 40 giorni da quel terribile incidente del Nurburging.