I 3.968 metri del circuito Hungaroring non sono noti per facilitare le manovre di sorpasso. Quando al termine delle qualifiche dell’edizione numero dieci del Gran Premio d’Ungheria Nigel Mansell si ritrova in dodicesima posizione, l’impressione netta era che per il “Leone” sarebbe stata una gara tutta in salita.
Dopo la vittoria ottenuta all’esordio con la Scuderia Ferrari nel Gran Premio del Brasile, Mansell è ancora alla ricerca del suo secondo successo al volante della monoposto italiana, e l’appuntamento sembrava destinato ad essere rimandato. Meglio di lui aveva farro Gerhard Berger che però non era andato oltre il sesto posto.
Nonostante le qualifiche poco brillanti, tuttavia, migliaia di tifosi ferraristi sfidano le temperature torride di metà agosto e riempiono le tribune dell’Hungaroring nella giornata di domenica 13 agosto.
Al via il poleman Riccardo Patrese mantenne il comando della corsa con la Williams, davanti ad Ayrton Senna con la McLaren, ad Alex Caffi con la Dallara della Scuderia Italia, a Gerhard Berger e ad Alain Prost con la seconda McLaren. Mansell è molto determinato sin dai primi metri dopo il semaforo verde, guadagna quattro posizioni in partenza e sfrutta al meglio la pista che gli si libera davanti.
Dopo il cambio gomme Nigel si porta in quarta posizione, girando più veloce di un secondo al giro rispetto al gruppo di testa, un ritmo che gli consente di raggiungere e superare di slancio Prost e ritrovarsi secondo dietro a Senna dopo che entrambi sorpassano facilmente Patrese che ha guai al cambio che lo costringono al ritiro di lì a poco.
Tra Mansell e il successo c’è Ayrton Senna, non un cliente facile, specie su un circuito come l’Hungaroring. Il pilota della Ferrari numero 27 però non desiste e si mantiene molto vicino al brasiliano, pronto a sfruttare ogni occasione disponibile.
La chance si presenta al giro 58, quando Senna ha un’esitazione nel doppiare la Onyx di Stefan Johansson dopo curva 3, e Nigel con un deciso cambio di traiettoria riesce a sorprendere il brasiliano e a mettergli le ruote davanti.
Una volta al comando Mansell conferma la sua superiorità allungando con decisione, e al termine del 77 giri in programma taglio il traguardo con oltre venticinque secondi di vantaggio su Senna, ottenendo il suo secondo successo alla guida della Ferrari.