Il campionato del mondo 1971 si apre in Sudafrica all’inizio di marzo: le squadre arrivano con anticipo sulla pista di Kyalami, circuito bellissimo ricco di saliscendi in una zona collinare della provincia di Gauteng, che letteralmente significa “dove c’è l’oro”, una delle più ricche del paese. Kyalami, che nel dialetto locale vuol dire “casa mia”, si trova a metà strada tra le città di Johannesburg e Pretoria ed è meta di turismo di alto livello con alberghi lussuosi che fanno di questi luoghi lo scenario perfetto per una vacanza in altura che mitighi il caldo tipico che si trova in prossimità del Tropico del Capricorno.
La Scuderia Ferrari arriva in Sudafrica con quattro vetture per i suoi tre piloti Jacky Ickx, Clay Regazzoni e Mario Andretti, messo sotto contratto in sostituzione dello sfortunato Ignazio Giunti, che aveva perso la vita a gennaio in un assurdo incidente alla 1000 Km di Buenos Aires: ci sono tre 312B e una 312B2. La settimana prima della gara in una delle sessioni di test Regazzoni è incaricato di effettuare una prova comparativa: deve guidare in rapida successione la 312B e la B2 così da poter valutare quelle che ci si aspetta essere modifiche migliorative. Il pilota svizzero però, proprio mentre è a bordo della vettura nuova, ne perde il controllo finendo contro le barriere e danneggiandola. Per il Gran Premio, dunque, tutti i piloti saranno alla guida delle 312B del 1970.
Con la gara prevista il sabato, le prove di qualificazione cominciano fin dal mercoledì. Il caldo è notevole e la pista offre le condizioni migliori intorno alle 17. È a quell’ora che Jackie Stewart con la Tyrrell stabilisce il tempo che nessuno riuscirà più a battere: 1’17”8. Regazzoni il giorno dopo ottiene un 1’18”7 che sembra poter bastare per un posto in prima fila, mentre Andretti ferma i cronometri a 1’19”0. Nel finale della sessione tuttavia Chris Amon, con l’unica Matra, centra un 1’18”4 che lo piazza in seconda posizione e relega le due Ferrari in seconda fila. Ickx con la terza 312B appare sottotono e solo nel finale dell’ultimo turno riesce a piazzare un riscontro interessante, 1’19”2, che gli vale l’ottava posizione sulla griglia di partenza.
Il sabato pomeriggio le vetture sono schierate, lo starter solleva la bandiera nazionale e la abbassa quasi subito cogliendo di sorpresa la prima fila. A scattare meglio degli altri è così Regazzoni che si installa al comando e al primo passaggio sul traguardo guida davanti alla Lotus di Emerson Fittipaldi, a Ickx, autore di un prodigioso giro iniziale, alla McLaren di Denis Hulme, alla BRM di Pedro Rodriguez e ad Andretti che ha dunque perso un paio di posizioni.
Al settimo passaggio Hulme supera Fittipaldi e dieci giri più tardi il neozelandese scavalca anche Regazzoni portandosi al comando. Ickx è invece particolarmente sfortunato dal momento che è costretto al box da una foratura che lo taglia fuori dai giochi per la vittoria. Andretti, dal canto suo, dopo essere stato superato da John Surtees alla guida dell’omonima vettura, è in lotta con le BRM di Rodriguez e Jo Siffert per la quarta posizione.
A due terzi di gara Regazzoni comincia ad avvertire forti vibrazioni in frenata e decide di preservare la vettura abbassando il ritmo. A breve viene scavalcato da Surtees e da Andretti, ma presto anche la TS9 dell’inglese sparisce dalla circolazione a causa di una perdita d’olio.
Hulme a nove giri dal termine guida con poco meno di dieci secondi su Andretti e con circa trenta su Stewart che nel frattempo ha superato Regazzoni, sempre più in difficoltà con la sua vettura. La classifica sembra delineata, quando sulla McLaren una delle sospensioni comincia a cedere rendendo la monoposto quasi impossibile da guidare per il campione del mondo del 1968. Andretti rapidamente gli si avvicina e lo supera prendendosi la prima posizione.
Mario, tre volte campione americano USAC e da tutti considerato pronto per brillare anche in Formula 1, passa per primo sotto la bandiera a scacchi davanti a Stewart e Regazzoni. Ickx è invece ottavo. Il pilota statunitense nato a Montona, in Istria, quando questo territorio era ancora parte del Regno d’Italia, e poi emigrato negli Stati Uniti ancora bambino, è il terzo pilota a vincere all’esordio con la Scuderia eguagliando Juan Manuel Fangio, capace di questa impresa nel 1956, e Giancarlo Baghetti, che ci era riuscito in Francia nel 1961.