Il vertiginoso aumento prestazionale delle vetture di Formula 1 obbliga la federazione a intervenire sul regolamento tecnico, decretando la fine delle monoposto ad effetto suolo. La Scuderia Ferrari inizia la stagione con la 126 C2B, una 126 C2 evoluta e adattata alle nuove specifiche regolamentari, decidendo di affidarla alla coppia tutta francese formata da Patrick Tambay e René Arnoux. Con questa vettura Tambay vince il Gran Premio di San Marino, a Imola, mentre Arnoux trionfa in Canada.
A partire dal Gran Premio di Gran Bretagna, nono appuntamento dei quindici in calendario, debutta la 126 C3. La nuova monoposto rappresenta un importante passo avanti dal punto di vista tecnico: spiccano la monoscocca realizzata con i materiali più avanzati e l’assenza dei pannelli in alluminio, sostituiti da quelli più leggeri e robusti in fibra di carbonio. Le vittorie di Arnoux nelle gare di Germania e Olanda confermano la bontà della vettura e permettono al pilota francese di arrivare all’ultimo atto ancora in lizza per il titolo. La Ferrari è invece al comando con undici punti di vantaggio sulla Renault tra i costruttori. In caso di ritiro di una delle vetture transalpine, dunque, la Casa di Maranello sarà automaticamente campione per l’ottava volta. La stagione si sarebbe dovuta aprire con il Gran Premio del Sud Africa che invece viene spostato alla fine del calendario proprio per consentire alle squadre di adeguarsi al nuovo regolamento tecnico.
La Scuderia arriva a Kyalami con una consapevolezza: nella stagione 1984 ci sarà nuovamente un pilota italiano in squadra. All’indomani del Gran Premio d’Europa viene infatti annunciato che Michele Alboreto sostituirà Tambay riportando un pilota tricolore in abitacolo a quasi undici anni di distanza da Arturo Merzario che aveva disputato la sua ultima gara al volante della Ferrari a Watkins Glen, il 7 ottobre 1973.
René Arnoux, con 49 punti, è terzo nella classifica Piloti che è guidata dal connazionale Alain Prost, alfiere della Renault, con 57 lunghezze. Davanti al ferrarista c’è anche Nelson Piquet, brasiliano della Brabham, a quota 55 punti. Arnoux ha dunque bisogno di vincere la corsa sperando che Prost non giunga meglio di sesto e Piquet non salga sul podio. Le prove libere si svolgono al lunedì e al martedì e a dominare la scena a Patrick Tambay che nei due giorni di attività percorre praticamente la distanza di due Gran Premi.
Le qualifiche si svolgono al giovedì e al venerdì dal momento che per una delle ultime volte nella storia si gareggia di sabato. Tambay ottiene la pole position provvisoria, mentre Arnoux vive una giornataccia: prima è costretto ad accostare a bordo pista con la vettura in panne, poi, mentre aiuta i commissari di percorso a mettere la Ferrari in una posizione sicura, viene colpito ad una caviglia proprio dalla 126 C3. Il francese prova molto dolore e teme una frattura: viene portato a Johannesburg per un controllo, ma dopo circa un paio d’ore è già in hotel con del ghiaccio sulla parte dolorante. Per fortuna si è trattato solo di uno stiramento.
Nelle qualifiche del venerdì il caldo è asfissiante, al punto che sono in pochi i piloti che riescono a migliorare i tempi della giornata precedente. Tra questi c’è ovviamente Arnoux la cui Ferrari è tornata in forma e gli permette di agguantare un posto in seconda fila alle spalle delle Brabham di Riccardo Patrese e Nelson Piquet. Tambay non migliora, ma si porta comunque a casa la quarta pole position della carriera.
Al sabato la gara prende il via con uno scatto fulmineo delle due Brabham che passano a condurre con Piquet davanti a Patrese, mentre Arnoux viene sorpassato da Prost e dalla nuova Williams a motore Honda del campione del mondo Keke Rosberg. Al secondo giro Andrea De Cesaris, con l’Alfa Romeo, scavalca Tambay, che ogni tanto accusa dei cali di potenza, mentre Niki Lauda con la McLaren sopravanza Arnoux.
Al nono giro il weekend nero di René termina nel peggiore dei modi: un guasto al motore ferma la sua 126 C3 e pone la parola fine ai sogni di titolo. Poco dopo anche Prost e Lauda passano davanti a Tambay, che continua ad avere un ritmo anomalo alimentando la paura nel box Ferrari, dove si teme che un eventuale doppio ritiro possa tradursi in una beffa nella classifica che davvero conta, quella Costruttori. A rasserenare gli animi ci pensa Prost che al 36° giro rientra al box per ritirare la sua Renault con un problema al motore.
Per l’ottavo titolo Costruttori è fatta, e poco importa che anche Tambay debba effettivamente ritirarsi al 56° passaggio. Non succede spesso di centrare un titolo con doppio ritiro, ma tant’è. La gara vede una doppietta italiana, con Patrese davanti a De Cesaris, mentre il titolo Piloti va per la seconda volta a Nelson Piquet.