Il campionato del mondo 1974 arriva in Spagna alla fine di aprile per il quarto appuntamento stagionale dopo che nei primi tre Gran Premi si sono avvicendati altrettanti vincitori diversi. In Argentina ad avere la meglio è stata la McLaren di Denis Hulme; in Brasile a trionfare è stato Carlos Reutemann, con la Brabham, mentre in Sud Africa, nonostante a centrare la pole position sia stato il nuovo acquisto della Ferrari, Niki Lauda, il successo è andato all’altra McLaren guidata da Emerson Fittipaldi. Nessuno dei tre vincitori ha marcato punti in altre occasioni e così al comando della classifica iridata con dieci lunghezze c’è l’altro pilota della Scuderia, Clay Regazzoni, che è stato terzo in Argentina e secondo in Brasile.
La 312B3-74 sembra davvero nata bene, anche se continua ad essere afflitta da problemi di affidabilità, mentre Niki Lauda, che è stato consigliato ad Enzo Ferrari dallo stesso Regazzoni, sembra crescere gara dopo gara. Sulla pista che sorge alla periferia di Madrid la Scuderia Ferrari si trova subito a meraviglia. Mentre gli altri piloti arrancano nella messa a punto, Lauda e Regazzoni trovano immediatamente la configurazione ideale per ottenere, via via, sempre il miglior tempo, e questo indipendentemente dalle temperature che continuano a variare in base all’ora del giorno nella quale si gira. Ci vuole tutta la classe dello svedese Ronnie Peterson, già pilota Ferrari nel Campionato Mondiale Marche, per evitare che la prima fila sia interamente monopolizzata dalle vetture di Maranello. Lauda conquista la pole position in 1’18”44, appena tre centesimi meglio della Lotus. Regazzoni è terzo con 1’18”78.
La domenica del Gran Premio, del tutto imprevisto, il cielo è plumbeo e scarica una gran quantità d’acqua sui 3404 metri del tracciato. Per motivi di sicurezza viene deciso che ci sarà la possibilità di provare la pista in queste condizioni completamente nuove. Ne approfittano tutti i piloti che familiarizzano soprattutto con il cordolo dell’ultima curva che in prova e in qualifica veniva aggredito violentemente e ora rischia di trasformarsi in una trappola per chi dovesse eccedere con la fiducia.
Alla partenza tutte le vetture si schierano con gomme da bagnato. A scattare meglio di tutti è Peterson che si infila per primo alla curva Nuvolari precedendo Lauda e Regazzoni. Nei giri iniziali è difficile scorgere cosa accada dietro i primi tre, dal momento che la barriera d’acqua alzata dalle ruote posteriori delle vetture, particolarmente larghe in quel periodo, è imponente. Intorno al 15° passaggio smette di piovere e, complice anche un po’ di vento, il circuito inizia velocemente ad asciugarsi. Nel gruppo di testa il primo a rientrare al box per passare a gomme da asciutto è Regazzoni, seguito al giro successivo da Peterson e Lauda. L’austriaco, che si fa più aggressivo man mano che l’asfalto si asciuga, riesce addirittura a superare lo svedese subito prima di effettuare la propria sosta per il cambio gomme. I meccanici della Scuderia sono velocissimi e in appena 35 secondi l’austriaco è di nuovo in pista.
Al giro successivo Lauda passa solitario al comando davanti a Regazzoni. Sulla Lotus di Peterson si è infatti rotto il motore e lo svedese è costretto a un mesto rientro ai box a piedi. Uscita di scena l’unica vera minaccia al dominio della Scuderia, Lauda e Regazzoni si mettono in modalità gestione evitando di prendere rischi e salvaguardando la meccanica delle 312B3-74. La gara, prevista originariamente sulla distanza di 90 giri, terminerà allo scoccare delle due ore di tempo massimo regolamentare.
Nel box della Scuderia si contano i secondi che mancano alla fine della corsa sperando che nulla possa andare cambiare una classifica così perfetta. Lauda passa sul traguardo dell’83° giro in un’ora e 59 minuti, la corsa sarà dunque completata sulla distanza di 84 tornate. Tuttavia solo le due Ferrari la percorrono per intero: Emerson Fittipaldi è terzo ma a un giro di distacco dall’austriaco. I media non hanno dubbi: è nata una stella, e Niki in Spagna ha davvero stravinto portandosi a casa una tripletta da sogno: trionfo, pole position e giro più veloce della corsa. Per la Ferrari finisce un digiuno con la vittoria che durava da venti gare, da quando Jacky Ickx aveva conquistato il Gran Premio di Germania del 1972. Si tratta del successo numero 50 per la Scuderia in Formula 1, mentre Regazzoni, con un altro secondo posto, consolida la propria prima posizione nel Mondiale.