A due settimane dal tragico Gran Premio di Spagna, nel quale Rolf Stommelen era volato oltre le barriere infortunandosi seriamente e uccidendo cinque spettatori dopo che sulla sua Hill aveva ceduto di schianto l’alettone posteriore, il Mondiale di Formula 1 arriva a Monaco. Come sempre accade quando la morte fa visita al paddock c’è quasi paura di ripartire. Qualcuno non vorrebbe gareggiare nel Principato, un altro circuito cittadino come quello di Barcellona, ma l’Automobile Club de Monaco, nella persona del presidente Michel Boeri, rassicura tutti: il circuito è stato riasfaltato in diverse zone, un’ulteriore fila di guard-rail è stata aggiunta rispetto agli anni precedenti, ci sono nuove reti di protezioni e il sistema di gru per rimuovere le vetture è stato potenziato. Infine solo 18 vetture, al posto delle consuete 25, potranno prendere il via della gara. Queste garanzie, unitamente al fatto che le medie a Monte Carlo sono molto più basse di quelle del Montjuich, fanno sì che tutti i protagonisti siano ai nastri di partenza del weekend più glamour della stagione.
La Scuderia Ferrari si presenta a Monaco con la nuova 312 T progettata da Mauro Forghieri. La vettura ha esordito in Sud Africa, dove Lauda è stato quarto, ma pareva destinata a dominare il Gran Premio di Spagna prima del disastro accaduto in curva 1, quando, dopo il via dalla prima fila, le due vetture di Maranello erano state spinte una contro l’altra dalle monoposto fuori controllo di Mario Andretti e Vittorio Brambilla, in lotta per la terza piazza. Dopo quattro gare, dunque, in testa alla classifica c’è Emerson Fittipaldi su McLaren con 15 punti, davanti al duo della Brabham formato da Carlos Pace e Carlos Reutemann con 12. Regazzoni e Lauda sono ottavo e nono con sei e cinque lunghezze, mentre la Ferrari è quarta tra i costruttori a quota 8.
Prove libere e qualifiche sono in programma giovedì e venerdì, mentre il sabato è riservato al prestigioso Gran Premio di Formula 3. Niki Lauda centra la pole position risultando l’unico uomo capace di girare sotto la barriera del minuto e 27 secondi. L’austriaco ferma i cronometri a 1’26”40, ben sei decimi meglio del britannico Tom Pryce, secondo a sorpresa sulla Shadow. Regazzoni con 1’27”55 si schiera in sesta posizione. La griglia da sole 18 vetture fa calare il sipario su una leggenda del motorsport: Graham Hill. Soprannominato “Mr. Monaco” per aver trionfato cinque volte nel Principato, l’inglese, 46 anni, si presenta in sostituzione di Stommelen sulla Hill ma fallisce la qualificazione e annuncia il definitivo addio alle corse. Gli sarà concesso un ultimo giro d’onore prima del via del Gran Premio di Gran Bretagna del 19 luglio.
Domenica mattina i piloti non hanno nemmeno di bisogno di affacciarsi alla finestra per capire che piove: sul Principato alle 9 del mattino scende una pioggia fortissima, quasi invernale, anche se è domenica 11 maggio e la stagione sarebbe più adatta a rapidi temporali passeggeri. Poco prima delle 15 arrivano sul palco reale il Principe Ranieri e la Principessa Grace e il cielo, quasi in una forma di rispetto, smette di far cadere acqua sul piccolo stato affacciato sul mare. La pista è comunque molto bagnata e tutti si schierano con gomme da bagnato. Per evitare incidenti le vetture delle prime due file vengono sfasate, quasi a formare quattro file da una sola vettura. L’espediente funziona perché Lauda, Pryce, la seconda Shadow del francese Jean-Pierre Jarier e la Lotus dello svedese Ronnie Peterson affrontano senza problemi la curva di Ste. Devote.
Al primo giro Jarier passa Pryce e si lancia alla rincorsa di Lauda ma va a sbattere alla curva del Tabaccaio, mentre alla chicane del porto Regazzoni si scontra con Brambilla, uscendo, di fatto, subito di scena. Al 14° giro il sole si fa strada fra le nuvole e la pista inizia ad asciugarsi. I primi a passare a gomme da asciutto sono i piloti più attardati, che sperano così di rientrare in gioco, mentre Lauda aspetta fino al 24° passaggio. I meccanici della Scuderia sono bravissimi ad effettuare alla perfezione ogni operazione, specie in una pitlane stretta e affollata come quella di Monaco. Lauda, al termine di tutti i pitstop, è leader con grande margine, anche perché Peterson ha perso tempo dopo che uno dei dadi è finito sotto la vettura al momento della sosta. L’austriaco guida su Fittipaldi, Pace e Peterson, mentre si capisce che la gara si concluderà allo scoccare delle due ore regolamentari. Lauda non corre rischi e nel finale rallenta fino quasi a farsi raggiungere dal rivale brasiliano, ma taglia il traguardo dopo aver dominato la gara. I meccanici sono in festa a bordo pista e, preso dall’entusiasmo, il direttore sportivo dell’epoca, Luca di Montezemolo, salta addirittura il muretto, sferrando involontariamente un pugno a Regazzoni che tentava di trattenerlo temendo potesse farsi male.
Tanta gioia comunque non è ingiustificata: la Scuderia torna a vincere nel Principato dopo 20 anni dall’unico successo firmato da Maurice Trintignant nel 1955. Inoltre Lauda e la Ferrari si rilanciano nella lotta al titolo e si ha la conferma che la 312 T è nata bene e che il suo motore, il 12 cilindri piatto con pistoni realizzati dall’azienda tedesca Mahle, è in grado di primeggiare sulle piste veloci così come sui circuiti più guidati.