La triste stagione 1982 si avvia verso la conclusione. L’annata è stata a dir poco maledetta per la Scuderia Ferrari che nel breve volgere di pochi Gran Premi ha perso prima Gilles Villeneuve, perito nelle qualifiche del Gran Premio del Belgio, e poi Didier Pironi, coinvolto in un terribile incidente nel corso delle prove del Gran Premio di Germania. La 126 C2, tuttavia, è una monoposto particolarmente competitiva al punto che, pur con una gara in meno disputata rispetto alla concorrenza, la Scuderia è al comando della classifica Costruttori.
Il Gran Premio d’Italia a Monza è il penultimo appuntamento del campionato e come spesso accade ci sono degli annunci in chiave stagione successiva. Uno riguarda proprio la Scuderia che alla vigilia del finesettimana italiano comunica che nel 1983 i due piloti ufficiali saranno René Arnoux e Patrick Tambay, confermato in squadra dopo aver preso il posto di Villeneuve a metà stagione. Proprio il francese è in forse fino all’ultimo, tuttavia, per colpa di un problema al collo che lo obbliga a saltare il Gran Premio di Svizzera. Il francese si cura in una clinica di Losanna e arriva a Monza decisamente pronto.
Per la seconda vettura la Scuderia, dopo aver preso in considerazione l’ingaggio del britannico Rupert Keegan e quello del campione del mondo 1980 Alan Jones, trova un accordo per le ultime due gare della stagione con Mario Andretti, che aveva corso con la Scuderia dieci anni prima e nel frattempo era diventato campione del mondo di Formula 1 decidendo poi di tornare in patria accettando la corte dei team americani che lo pagavano profumatamente per gareggiare nella locale Formula IndyCar.