Corre l’anno 1953, il mese di agosto è appena iniziato quando si disputa il Gran Premio di Germania sull’Inferno Verde, ovvero il Nürburgring, un dedalo di curve lungo quasi 23 chilometri. Al comando della classifica del Mondiale c’è il campione in carica Alberto Ascari . Il pilota della Scuderia Ferrari fino a questo punto ha vinto in Argentina, Olanda, Belgio e Gran Bretagna: arriva in Germania con 33,5 punti in classifica contro i 16 del primo inseguitore, il compagno di squadra Mike Hawthorn. Il titolo è dunque molto vicino e con un successo i giochi sarebbero chiusi. A prendere il via in questa gara, complice il fatto che dalla stagione precedente si gareggia con le più economiche e meno potenti vetture di Formula 2, sono in 34, il che fa di questo Gran Premio quello con il maggior numero di partecipanti della storia della Formula 1, anche più che a Indianapolis dove da sempre si parte in 33.
In qualifica Ascari con la Ferrari 500 domina la scena risultando l’unico pilota in grado di girare sotto la barriera dei dieci minuti. La sua pole, in 9’59”8, è di 3”9 più veloce rispetto al secondo miglior tempo, stabilito dall’argentino Juan Manuel Fangio con la Maserati. Terzo e quarto altri due piloti della Scuderia: l’esperto Giuseppe Farina, campione del mondo 1950, e il giovane Hawthorn, il cui ritardo in classifica è di 12”8. Tra Ascari e il tedesco Ernest Klodwig, che chiude la lista dei tempi, ci sono addirittura 2’24”8, un’eternità!
Alla partenza lo scatto migliore è quello di Fangio che però a metà della tornata inaugurale, sulla discesa di Breitscheid, si vede affiancare dalla Ferrari numero 1 che lo sopravanza e inizia ad allungare. Sul traguardo del primo dei 18 giri in programma (pari a 410,58 km) Ascari ha già dieci secondi di vantaggio sull’argentino. Poco dietro Hawthorn aumenta il ritmo, sempre tallonato da Farina, al punto che durante il secondo giro riesce a sopravanzare la Maserati.
Al termine del quarto passaggio Ascari ha un vantaggio di 42 secondi su Hawthorn ma poco prima della fine della tornata successiva, a causa di un sobbalzo della strada, sulla sua vettura si stacca la ruota posteriore destra, mentre è lanciato a oltre 200 km/h sul semirettilineo di Tiergarten. Miracolosamente il pilota italiano riesce a controllare la macchina e ad infilarsi ai box dove i meccanici della Scuderia riescono a rimandarlo in pista, appena quattro minuti più tardi, in decima posizione.
Poco dopo Fangio ripassa davanti ad Hawthorn ma i due battagliando si ostacolano e permettono a Farina di sopravanzare entrambi all’ottavo giro. Ascari intanto rimonta, animato dalla consueta fame di vittoria, e ottiene il giro veloce in 9’57”1, quasi tre secondi meglio del suo tempo in qualifica. Al nono giro però la sua vettura inizia a dare segni di cedimento e così si decide di fermare il compagno di squadra Luigi Villoresi e far ripartire Ascari con la vettura numero 4. Il pilota milanese va ancora più forte e al dodicesimo passaggio fa segnare uno strabiliante 9’56”0, appena due decimi più lento del record della pista fatto segnare da Fangio due anni prima con la ben più potente Alfa Romeo di Formula 1.
Farina davanti allunga su Fangio ad oltre un minuto, mentre Hawthorn è terzo. La rimonta di Ascari invece viene fermata da una vistosa scia di fumo bianco che esce dagli scarichi della sua vettura e lo induce a rallentare: al traguardo è solo ottavo. Per Farina si tratta del primo successo con la Scuderia Ferrari che resterà anche l’unico e l’ultimo della sua straordinaria carriera. Ascari mastica amaro, ma il suo vantaggio in classifica è rassicurante. L’appuntamento con il suo secondo titolo mondiale è solo rimandato.