La stagione di Formula 1 2000 vede la Ferrari presentarsi al via quanto mai agguerrita dal momento che c’è la chiara consapevolezza di avere un pacchetto molto competitivo. Al fianco del tedesco Michael Schumacher non c’è più Eddie Irvine, passato alla Jaguar, bensì il brasiliano Rubens Barrichello. L’avvio è travolgente: Schumacher si aggiudica le prime tre gare della stagione, mentre l’estate è meno positiva. Mika Hakkinen con la McLaren, al contrario, sfrutta al meglio i mesi estivi e con un sorpasso entrato nella storia, in Belgio, si porta in testa alla classifica alla vigilia della gara di Monza. In Italia e negli Stati Uniti, sulla pista di Indianapolis, vince però ancora Michael che arriva a Suzuka con otto punti di vantaggio sul finlandese. Sono 21 anni che il titolo piloti manca da Maranello e in Giappone il tedesco ha in mano il colpo del ko.
In qualifica Schumacher e il suo rivale finlandese sono una categoria a parte: Michael e Mika girano con tempi che differiscono tra loro di pochi millesimi e si alternano per cinque volte alla vetta della classifica. Alla fine ad avere la meglio è il pilota della Ferrari che in 1’35”825 si mette dietro l’alfiere della McLaren per appena nove millesimi, meno di un battito di ciglia. Gli altri? Dispersi, il più vicino è David Coulthard (McLaren) a 411 millesimi, poi c’è la seconda Ferrari, con Barrichello, a oltre mezzo secondo.
Al via la domenica nella testa dei due ragazzi in prima fila c’è una sola idea: vincere. Schumacher vuole chiudere i giochi in Giappone, per prendersi la rivincita su quella pista che lo aveva visto sconfitto due anni prima e per non concedere alcuna possibilità di rimonta a un pilota ostico come il finlandese. Hakkinen dal canto suo non ha scelta: per tenere vivo il Mondiale deve piazzarsi davanti al rivale.
Alla partenza Michael scatta bene ma fa pattinare le ruote e perde tempo. Mika invece è autore di uno spunto perfetto che gli permette di difendersi dal tentativo di attacco del tedesco. Superata la prima curva, già teatro di incidenti in passato, il pilota della McLaren allunga fino a due secondi sulla Ferrari. La coppia di testa viaggia oltre mezzo secondo al giro più veloce degli altri contendenti. Hakkinen si ferma per la sua prima sosta al giro 22, Schumacher due tornate più tardi. La cavalcata a folle velocità riprende a distacchi invariati. Al trentesimo passaggio sulla pista di Suzuka inizia a piovigginare e il tedesco approfitta delle condizioni di pista più insidiose per farsi di nuovo sotto al finlandese. La McLaren richiama Hakkinen ai box al 37° giro, mentre nella Ferrari c’è il carburante per fare una tornata in più: il suo pitstop è infatti previsto al 40° passaggio.
Michael in quei tre giri con pista libera spinge come un forsennato, mentre i meccanici della Scuderia Ferrari riforniscono e cambiano le gomme in 6,5 secondi completando il capolavoro iniziato nelle tornate precedenti dal loro pilota. La F1-2000 numero tre esce dai box in prima posizione con oltre due secondi di vantaggio sulla McLaren. Hakkinen sfruttando le gomme in temperatura in un primo momento si avvicina ma poi è costretto a subire la superiorità della Ferrari. Negli ultimi tredici passaggi non succede più nulla, ma tutti i tifosi della Cavallino Rampante sparsi per il mondo li vivono con il cuore in gola fino alla bandiera a scacchi.
In Italia sono le 7 del mattino: finisce una maledizione che durava dalla vittoria di Jody Scheckter del 1979, per radio un Michael quasi in lacrime ringrazia il team e loda la strategia messa a punto da Ross Brawn. A Maranello le campane suonano a festa, tutti esultano in strada: è l’alba ma sotto la sede della Scuderia sembra l’ora di punta.