La stagione di Formula 1 1961 è destinata a passare agli annali come una delle più vincenti nella storia della Scuderia Ferrari, anche se l’epilogo lascerà con il cuore spezzato gli appassionati. Il campionato è dominato dalla squadra di Maranello, che meglio di qualunque altra ha saputo interpretare il nuovo regolamento tecnico voluto per cercare di limitare le prestazioni delle vetture che negli anni precedenti avevano portato a un numero esagerato di incidenti.
La cilindrata massima dei motori aspirati viene diminuita da 2.500 a 1.500 cm³ ed è totalmente proibita la sovralimentazione dei propulsori mediante compressori volumetrici. Inoltre, vengono introdotti il limite di peso minimo, pari a 450 kg, e i seguenti obblighi: utilizzare carburante con numero massimo di 100 ottani, dotare il veicolo della retromarcia e del motorino d'avviamento. Per il secondo anno consecutivo, inoltre, viene modificato il sistema di attribuzione dei punti. Al fine di dare un maggiore peso alla vittoria, al primo classificato ne vengono assegnati 9, contro gli 8 delle stagioni precedenti.
La prima gara della stagione, a Monaco, va alla Lotus-Climax di Stirling Moss che gareggia per il team di Rob Walker, ma in Olanda la Scuderia Ferrari fa doppietta con Wolfgang Von Trips davanti a Phill Hill. Il 18 giugno il Mondiale vive il suo terzo appuntamento sul tracciato di Spa-Francorchamps, uno dei banchi di prova più importanti per i piloti della massima categoria automobilistica. La maggioranza delle curve di questo circuito stradale sono delle vere e proprie sfide, da affrontare ogni giro a velocità pazzesche, con il risultato di rendere evidente la differenza tra i piloti medi e i campioni. Con l’intento di rendere la pista il tracciato più veloce d’Europa, vengono create la esse in salita Eau Rouge-Raidillon e il nuovo tornate Stavelot, che evita un incrocio e accorcia il percorso di circa 600 metri, mentre sono già nella leggenda curve come la vecchia Malmedy, una lunga piega a destra in forte discesa, la Masta, una serrata sequenza sinistra-destra da affrontare in pieno in mezzo alle case dell’omonimo villaggio, e la Blanchimont, che è ancora parte dell'attuale tracciato lungo circa 7 km.
In qualifica la prima fila è occupata interamente dalle vetture di Maranello. Phil Hill è l’unico a completare i 14,1 km del circuito in meno di quattro minuti fermando i cronometri a 3’59”3, otto decimi meglio di Von Trips e addirittura 3”7 più veloce di Olivier Gendebien che è in gara con una 156 F1 ufficiale ma tinta di un giallo acceso: sono i colori del Belgio, poiché alle spese per schierare quella vettura aggiuntiva compartecipa anche l’importatore Ferrari per il mercato locale. La quarta vettura, con Richie Ginther alla guida, scatta quinta.
Alla partenza Hill reagisce più prontamente degli altri ma, complici i lunghi rettilinei, Von Trips e Ginther lo sorpassano presto. Gendebien, che una settimana prima ha vinto la 24 Ore di Le Mans su una Ferrari ufficiale condivisa con lo stesso Hill, sembra quasi intimidito dai duelli ruota a ruota che si consumano pochi metri davanti a lui a velocità di ben oltre 250 km/h e preferisce restare in disparte. Le sue ragioni sono più che condivisibili: guai ad andare a disturbare i titolari dal momento che quello belga è destinato a rimanere l’unico Gran Premio con la Scuderia della sua stagione.
Dopo tre tornate di enorme bagarre Phil Hill riesce ad avvantaggiarsi in modo da non dover più temere gli attacchi dei rivali che, curva dopo curva, perdono la sua scia, mentre Von Trips sembra riuscire a tenere a bada Ginther. Le posizioni di gara di lì a poco si stabilizzano e nel finale Hill è persino libero di farsi quasi raggiungere dal compagno di squadra tedesco.
Hill passa per primo sul traguardo al termine dei 423 km di gara con sette decimi di vantaggio su Von Trips. Terzo è Ginther, mentre Gendebien chiude quarto con la sua Ferrari gialla. La Scuderia piazza quattro vetture ai primi quattro posti: in Formula 1 non era mai successo. Per la Casa di Maranello c’è anche un Grand Chelem, ovvero pole position, giro più veloce e vittoria comandando dall’inizio alla fine, seppure contr piloti diversi: Hill, Von Trips e Gendebien.
Al termine della gara il pilota statunitense guarda tutti dall’alto della classifica generale: lo statunitense è in testa con un punto di vantaggio su Von Trips e sette su Moss. Nella graduatoria riservata ai Costruttori la Ferrari comanda con 22 punti contro i 12 della Lotus e gli appena quattro della Cooper campione in carica.