La Formula 1 nella stagione 1970 torna ad avere un Gran Premio in Austria. Non si gareggia più sul circuito ricavato sulle piste dell’aeroporto di Zeltweg, come era accaduto nel 1964, quando a vincere era stato Lorenzo Bandini con la Ferrari, ma nel nuovo Ӧsterreichring. Si tratta di un circuito da tutti considerato meraviglioso: modernissimo nelle sue strutture, ricorda il Nürburgring per i suoi saliscendi e le sue curve cieche e velocissime che consentono medie sul giro molto elevate, ma spicca per gli standard di sicurezza di prim’ordine. Nelle zone in cui sono presenti i dossi ci sono dei pannelli luminosi che preallertano i piloti di un potenziale pericolo, mentre i box sono spaziosi e dotati di tutti i servizi di ultima generazione.
La Scuderia Ferrari arriva in Austria fiduciosa di poter fare bene. La squadra italiana nel Gran Premio di Germania è stata battuta di un soffio, sette decimi, dalla Lotus del leader del Mondiale, Jochen Rindt, e così quando, a cavallo di Ferragosto, il campionato si sposta in Austria sono in molti a pronosticare la 312B tra le sicure protagoniste del Gran Premio. Anche per questo migliaia di tifosi dal settentrione d’Italia varcano le Alpi e raggiungono la pista tra le montagne della Stira. Dal momento che si tratta di un circuito del tutto nuovo e discretamente complesso, sono previste undici ore di prive libere, con inizio al giovedì, nelle quali a brillare sono proprio le Ferrari con Clay Regazzoni, alla quarta gara in Formula 1 appena, e il terzo pilota, il giovane italiano Ignazio Giunti. All’appello manca Jacky Ickx, che arriva a fine giornata affermando di non stare per niente bene: ha febbre e raffreddore, ma il giorno dopo scende in pista e pure lui è subito veloce.
Prima delle qualifiche piove e il meteo condiziona tutto il periodo nel quale si definisce la griglia di partenza. Per la gioia dei tifosi locali è dunque Rindt a stabilire la pole position con la Lotus. Regazzoni fa segnare il secondo miglior tempo a 47 centesimi dall’austriaco, mentre Ickx, che inizia a stare fisicamente meglio, è terzo a 63. Giunti piazza la sua Ferrari al quinto posto, a poco meno di un secondo dal miglior tempo.
Il giorno della gara, sotto un cielo ancora nuvoloso, Rindt non ha un buono scatto ed è Regazzoni a prendere la prima posizione. Lo svizzero, da fedele scudiero, al secondo passaggio con un evidente cenno del braccio cede la leadership a Ickx, mentre in terza posizione c’è la Lotus, tallonata dalla Matra di Jean-Pierre Beltoise, dalla Ferrari di Giunti e dalla March di Chris Amon. Al terzo passaggio c’è un sussulto sugli spalti: Rindt ha commesso un errore e ha perso tre posizioni. L’austriaco si lancia all’inseguimento e supera Amon mettendosi in caccia della Ferrari. In circuito si odono chiaramente le grida dei tifosi locali, ma anche quelle del gran numero di sostenitori della Scuderia che incitano Giunti a non mollare. Al 22° giro il pubblico sulle tribune viene gelato dalle urla dello speaker: Jochen Rindt si è ritirato per la rottura del propulsore.
Davanti le due Ferrari di Ickx e Regazzoni sono saldamente al comando ma la Matra di Beltoise è sempre lì, pronta ad approfittare di ogni passo falso. L’altitudine invece mette a dura prova i motori V8 che accusano problemi di surriscaldamento sotto il sole che nel frattempo ha fatto capolino fra le nuvole e sta scaldando la pista, il cui asfalto è ancora piuttosto scuro visto che è stato steso di recente. Oltre a Rindt si fermano anche Tim Schenken con la De Tomaso, John Surtees con la vettura omonima e Denis Hulme con la McLaren.
Al muretto della Scuderia Ferrari c’è tranquillità: le due 312B sono al comando divise da appena sei decimi mentre al termine della corsa mancano tre tornate. Non altrettanto sereno è Beltoise che accusa problemi di pescaggio ed è costretto a rientrare al box per un rabbocco di carburante. La sua sosta promuove il regolare Rolf Stommelen, con la Brabham, sul terzo gradino del podio sebbene il tedesco sia praticamente doppiato.
Sul circuito austriaco sventola la bandiera a scacchi: Ickx, che per la gioia ora sembra scoppiare di salute, vince scortato sul traguardo da Regazzoni, al suo primo podio nella quarta gara in Formula 1. Per la Ferrari è la vittoria numero 43, la ventiquattresima doppietta, la prima ottenuta in collaborazione con Marelli che della 312B2 cura l’accensione. Guardando la classifica si comprende come la gara dell’Ӧsterreichring sia stata un trionfo per i motori V12. Ce ne sono sei nelle prime sette posizioni. Dietro a Stommelen, infatti, ci sono le BRM di Pedro Rodriguez e Jackie Oliver, la Matra di Beltoise e la Ferrari di Giunti, che non ha potuto fare meglio solo per colpa di una foratura.
La birra scorre a fiumi nei chioschi a ridosso del paddock e a tarda sera si trovano ancora dei tifosi italiani che festeggiano il primo trionfo dell’anno, una vittoria così convincente da lasciare intuire una seconda parte di stagione tutta all’attacco da parte della Scuderia. Sarà così, anche se il titolo andrà a Rindt alla memoria.