Non è stata una stagione semplice quella appena completata da Enzo Fittipaldi. L’esordio nel campionato di Formula 3 si è rivelato più in salita del previsto, ma nella difficoltà il diciannovenne brasiliano ha colto un’opportunità, lavorando a testa bassa con gli ingegneri della Ferrari Driver Academy e con il team HWA Racelab per riuscire a dare battaglia per le prime posizioni. La conferma della bontà del lavoro svolto è arrivata nelle ultime tappe stagionali, e in particolare nell’ultimo weekend del calendario 2020 disputato sul circuito del Mugello, un fine settimana che ha visto Fittipaldi tra i grandi protagonisti. Ora Enzo freme già in vista della prossima stagione, spera di tornare su quel podio che gli è mancato nel corso del 2020.
Iniziamo da una domanda classica: che bilancio tracci del tuo primo campionato di Formula 3?
“È stata una stagione molto complessa. Abbiamo iniziato a luglio in Austria con una doppia tappa, e ci sono mancate molte certezze. Io e la squadra eravamo un po’… persi, ci mancavano dei riferimenti di assetto, di pressione degli pneumatici, aspetti importanti per emergere in un contesto così competitivo con ben trenta monoposto al via”.
Un debutto non dei migliori…
“Si, e nella terza tappa stagionale, a Budapest, ci siamo ritrovati in qualifica sotto una fitta pioggia. Mi sono confermato il migliore nel mio team, ma ero in fondo alla griglia, a 2.7 secondi dalla pole position. È stato spiazzante, perché di solito mi piace guidare sul bagnato e sono sempre andato bene in queste condizioni. È stato un venerdì sera duro, poi il giorno dopo sull’asciutto sono risalito in macchina e siamo riusciti a rimontare fino alla zona punti”.
Come è iniziata la crescita confermata nella seconda parte di stagione?
“Abbiamo capito che tutto passava attraverso la gestione delle gomme, e ci siamo concentrati totalmente su quell’aspetto. Ovviamente anche io sono cresciuto gara dopo gara, a Silverstone, ad esempio, dove ho corso per la prima volta, e non è facile ritrovarsi in qualifica dopo soli quaranta minuti di prove libere su un tracciato sconosciuto. Ho pagato dazio nel primo weekend, poi nel secondo ho iniziato a vedere la luce in fondo al tunnel, qualificandomi tredicesimo”.
L’impressione è che tu e la squadra siate cresciuti insieme.
“Direi che è stato proprio così. Abbiamo lavorato tanto, e bisogna considerare che il team HWA Racelab ha esordito in Formula 3 nel 2019, e quindi non ha un bagaglio d’esperienza paragonabile ad altre squadre storiche del campionato. Abbiamo capito che tutto è basato sulla perfetta gestione della gomma, e per questo abbiamo lavorato tanto su questo fronte. Assetto, pressioni, guida, tutto è stato puntato a migliorare la gestione degli pneumatici, ore di meeting o al telefono, studiando i dati per capire cosa fare. Non è stato facile, ma alla fine credo che abbiamo trovato la strada giusta e i risultati lo hanno confermato. Il primo passo avanti è stato il ritmo di gara, ma mancava la qualifica, e poco alla volta siamo migliorati anche su quel fronte fino al quinto posto ottenuto al Mugello”.
Un weekend speciale…
“Si, perché abbiamo dimostrato di essere cresciuti, ero felice per me ma anche per la squadra. Magari dall’esterno non si coglie un quinto posto in qualifica come un grande risultato, ma bisogna considerare da dove siamo partiti, e devo dire che è stata una bella soddisfazione, in precedenza in qualifica non ero mai entrato nei primi 12”.
Trovi che il format del weekend di gara sia un po' penalizzante per gli esordienti?
“Avere a disposizione una sola disposizione di prove libere di 40 minuti e tornare in pista poco dopo per le qualifiche non è proprio il massimo per un rookie, ma alla fine è uguale per tutti i piloti in pista. Diciamo che se inizi con il piede giusto alla fine va anche bene, ma quando devi sistemare problemi di guida o di setup, si è un po' tirati. Nelle prove libere abbiamo a disposizione quattro o cinque giri lanciati, non di più, e non puoi approcciare una pista sconosciuta valutando se puoi frenare un metro dopo o andare sull’acceleratore un po' prima: devi spingere subito. In questo contesto diventa cruciale la preparazione che si fa prima del weekend, quando arrivi in pista devi già sapere dove frenare, dove accelerare e le traiettorie migliori, bisogna avere le idee chiare su cosa ci aspetta. Così la sessione di prove libere diventa una verifica”.
Avete iniziato la stagione dopo una sola sessione di test in Bahrain, disputata a marzo. Con maggiori prove a disposizione sarebbe stata una stagione più gratificante sul fronte dei risultati?
“Non so, ho disputato i test in Bahrain, come da programma. Poi c’è stata la lunga sosta legata al lockdown, e mi sono ritrovato al via del campionato a Spielberg nel mese di luglio. Forse può aver pesato non aver potuto fare qualche test di preparazione con altre monoposto prima dell’inizio della stagione, come hanno fatto molti dei miei avversari, ma non era previsto nel budget, quindi ho dovuto adattarmi. Ma più di ogni altra cosa a causarmi problemi a Spielberg è stato avere il DRS che non si apriva sia nelle prove libere che in qualifica!”.
Nell’arco della tua carriera prima del 2020 avevi sempre corso con il team italiano Prema. Come è stata l’esperienza in una squadra tedesca come HWA Racelab?
“La mentalità è un po' diversa, mi sono dovuto abituare ma alla fine mi è piaciuto molto, mi trovo molto bene con il mio ingegnere. Per quanto gli approcci possano essere diversi, alla fine tutto converge nella voglia di vincere. Non è facile sfidare team come Prema, ma credo che nella fase finale del campionato ci siamo avvicinati molto”.
Dove vedremo Enzo Fittipaldi nel 2021?
“Voglio vincere, mi è mancato il feeling che si prova quando si lotta per la vittoria. Sto lavorando tanto per tornare a respirare quell’aria, e voglio tornare sul podio stabilmente. Il prossimo anno mi piacerebbe essere tra i contendenti per il titolo di Formula 3, i miei sforzi sono indirizzati in quella direzione, anche per dare un senso all’esperienza che ho fatto in questa stagione. Il 2020 è stato l’anno in cui ho imparato di più, ho avuto un compagno di squadra con molta esperienza e ho colto l’opportunità per capire molte cose. Credo di essere cresciuto molto”.
Che contributo è arrivato dalla FDA in questo processo di crescita?
“È un onore per me fare pare di questo programma, e non posso che riconoscere dato come fondamentale l’aiuto che mi è sempre stato dato. Faccio parte di questo progetto da anni, da parte mia ho sempre cercato di seguire le indicazioni e i consigli che mi sono stati dati su tutti i fronti, maturando delle esperienze incredibili. C’è un grande legame con tutti i componenti della Ferrari Driver Academy, e voglio tornare a vincere al più presto non solo per me stesso, ma anche per ripagare chi da anni mi consiglia e supporta: speri di riuscirci al più presto”.