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    A tu per tu con Giacomo Altoè

    Portimão 07 luglio 2024

    Un debutto impressionante a Balaton, nel secondo round del Ferrari Challenge Trofeo Pirelli Europe, e poi tante ottime prestazioni per Giacomo Altoè (Emil Frey Racing) che incontriamo nel paddock di  Portimão, durante il quarto round del campionato.

    “E’ un ambiente nuovo per me, una nuova esperienza. E’ il mio primo anno nel team, nel Ferrari Challenge e con la vettura – ci racconta appena sceso dalla sua 296 Challenge dopo la sessione di qualifica per Gara 2 – E’ tutto davvero molto bello e stimolante. Ho tanti amici, belle persone, nel paddock, mi piace questo ambiente friendly che comunque diventa sana competizione quando scendiamo in pista”

    A livello sportivo come è stato questo debutto? “Siamo partiti sicuramente in modo molto convincente, capendo subito come adattarci alla vettura e quali strategie utilizzare. Nonostante abbia saltato il primo round al Mugello, siamo in lotta nelle prime posizioni della classifica generale e punteremo a migliorare costantemente”.

    Nel Ferrari Challenge ci sono tanti giovani piloti, come te. Cosa può rappresentare questo campionato nella carriera di un giovane pilota? “E’ un’esperienza importante e sfidante, che ti fa imparare il feeling con le vetture. Poi il livello qui è molto alto, ci sono ottimi piloti e quindi è sicuramente un passaggio importante per chi vuole iniziare una carriera nel motorsport”.

    Hai già avuto esperienze nei campionati GT e con la 296 GT3. Quali sono le principali differenze che hai trovato?
    “Le vetture sono ovviamente diverse e diverso deve essere l’approccio e l’adattamento alla guida. Rispetto alla 488 Challenge però c’è stato un deciso passo avanti nella direzione della GT3. È più ‘macchina’, il telaio è molto più rigido e si sente di più l’aerodinamica. E poi il motore spinge molto di più. E’ veramente una bella macchina, secondo me è stato un gran bello step dalla 488”.

    Parliamo un po' di te: com'è iniziata la tua carriera nel motorsport? 
    “Sono nato e cresciuto ad Adria ed ho ovviamente i primi passi lì nell’autodromo di Adria dove è iniziato il mio percorso nel motorsport. In realtà non ho fatto la classica carriera di tanti piloti che iniziano fin da molto piccoli, magari girando con i kart. A dire la verità da piccolo ho giocato a calcio, ho fatto altri sport, ho corso in moto. Poi a 14 anni ho deciso di passare i kart, solo per sei mesi e poi sono salito in macchina a 15 anni, iniziando col la Formula 4. Il mio obiettivo è sempre stato quello di diventare un professionista nel mondo GT o prototipi, quindi ho lasciato la strada delle vetture a ruote scoperte”.

    Che tipo di pilota ti consideri? Quali sono le tue caratteristiche principali? 
    “Mi considero un pilota abbastanza completo, pur avendo tanti aspetti da migliorare. Non penso di avere grossi punti deboli, riesco a tenere un passo costante in gara e penso che l’aspetto dove riesco a fare la differenza è la gestione degli pneumatici durante la gara, su un long stint o su una prova endurance”.

    Che tipo di pista o di tracciato preferisci? Ce ne è qualcuno in particolare che ti piace più di altri?
    “A dire la verità, mi piacciono le piste solo quando riesco ad andare forte. Quindi non ho un tracciato preferito. Dove vado forte mi piace, dove non riesco a capirlo bene un po' meno. Se devo proprio dire una pista che mi piace molto è il Mugello, dove sono sempre andato abbastanza bene e comunque mi piace proprio come pista, (5:29) c'è un bel flow, tutte curve in medio, alta velocità, sali e scendi: un po' simile a Portimão appunto, quindi molto bella”. 

    Un'ultima domanda: come ti approcci alla gara? “Sicuramente sono molto attento alla preparazione, sia fisica che nell’alimentazione, in modo da essere pronto per il fine settimana di gara. Mi preparo sempre un po' al simulatore, giusto per entrare nella mentalità di quella pista e della vettura. Quindi un approccio il più professionale possibile”.