Ai microfoni di Fast Lane risponde Paul Simmerson. Il pilota che difende i colori di Graypaul Birmingham ha concluso una stagione decisamente positiva nel Ferrari Challenge Uk. Al suo secondo anno ha conquistato la terza posizione finale nella classe Coppa Shell. Nell’intervista Paul ha voluto raccontarci quanto abbia apprezzato l’ambiente Ferrari.
Sei al secondo anno al Ferrari Challenge, come nasce questa scelta?
“Beh, per me rappresenta tutto. Era la prima volta che mi approcciavo al motorsport. Ho sempre desiderato praticare questa disciplina, ma non avevo idea di come muovermi: non conoscevo nessuno e non avevo contatti. Poi, un giorno, io e mio padre ci siamo recati a Fiorano dove puoi ammirare tutte le auto da gara di Corse Clienti: uno spettacolo emozionante. Quando mi hanno detto che erano vetture da corsa per i clienti ho pensato: Wow, non ne sapevo nulla! A quel punto mi hanno spiegato che avrei avuto la possibilità di gareggiare nel Regno Unito e non ho avuto alcun dubbio: ho deciso di iscrivermi. Così ho acquistato un’auto e mi sono presentato alla prima sessione di test a Brands Hatch. Adoro la famiglia Ferrari: le persone, i piloti, i tecnici. Ridiamo, scherziamo: è un divertimento continuo!”.
Si dice che far parte della famiglia Ferrari rappresenta un’esperienza unica. E’ così anche per te?
“Assolutamente. Possiedo anche vetture di altri marchi, ma in termini di rapporto coi clienti, concessionari e quant’altro non c’è paragone. Scopri amicizie sincere. E’ proprio così, siamo davvero una famiglia dove nascono amicizie che manterrai per tutta la vita”.
La livrea della tua auto blu e nera è particolare: l'hai progettata tu?
“Esattamente. L’ho progettata pensando proprio alla vettura, collaborando con un designer lo scorso anno. Ho spiegato ciò che avevo in mente e lui ha steso il progetto che poi ho sottoposto ai designer della mia officina. Abbiamo lavorato insieme per ottenere questo risultato che mi pare piuttosto buono”.
Quest’anno hai guidato la 488 Challenge, come definiresti questa vettura?
“Sono in tuta da pilota ma non mi considero un pilota. Diciamo che mettendomi alla guida l’ho trovata fantastica: è veloce, potente, una di quelle auto che offrono il massimo delle prestazioni. Fatico un po’ in curva, in particolare in inserimento a causa del sottosterzo, ma a parte questo è una vettura davvero brillante”.
Ripercorrendo i tuoi due anni di gare, qual è l’aspetto o il momento che consideri memorabile?
“Tutte le persone che ho incontrato. Le amicizie e l’allegria. Noi piloti siamo diventati tutti amici. Le gare sono fantastiche, certo, ma l’aspetto che ricorderò per sempre sono le persone”.
Tra i circuiti che hai affrontato qual è il tuo preferito?
Ne ho in mente due. In primis Brands Hatch: tra accelerazioni e cambi di direzione è senza dubbio un circuito emozionante. Amavo molto anche Croft, che ci crediate o no! E’ vero che all’apparenza sembra pericoloso, se esci di pista finisci direttamente nei campi di grano: ma lo trovo divertente. Comunque, se dovessi scegliere, direi Brands Hatch”.