Questa settimana Fast Lane ospita Jamie Thwaites che da due stagioni difende i colori del team JCT600 Brooklands Leeds nel Ferrari Challenge UK e che si è laureato campione della Coppa Shell.
Jamie, è stato un anno difficile a causa del Covid, ma alla fine sei riuscito comunque a scendere in pista. Sei sollevato?
“Non vedi l’ora di metterti al volante a metà estate quando il tempo è piacevole, e invece ti ritrovi a correre in un posto come Snetterton, una vecchia base dell’aeronautica militare, dove il freddo di ottobre lo senti nelle ossa. Comunque, sì, al di là di questo tutti noi non vedevamo l’ora di tornare in pista e finire la stagione alla grande”.
Quest’anno hai scelto di tornare a correre nel Ferrari Challenge, come mai?
“Sono un fan di Ferrari fin da bambino e quando ho deciso di correre non potevo che scegliere Ferrari: è un sogno che si avvera. A volte mi fermo e osservo i trofei esposti nel mio ufficio o in casa: per me significa davvero molto”.
Un’esperienza che si è dimostrata all’altezza delle tue aspettative, mi sembra di capire.
“Assolutamente sì, è un evento fantastico, davvero ben gestito. I ragazzi di Ferrari sono straordinari, ti danno tutto l'aiuto di cui hai bisogno. Si è venuto a creare un clima ottimo anche con i professionisti: è una grande famiglia, ho trovato buoni amici, non solo tra i piloti, ma anche tra i tecnici e i meccanici”.
Tra i circuiti che hai affrontato quest’anno e nella scorsa stagione, quale hai trovato più emozionante?
“Tutti i circuiti hanno i loro pro e i loro contro, tutti hanno parti che amo e che odio. Direi che il mio preferito è Silverstone, se non altro perché su quel tracciato ho vinto due volte nella Coppa Shell. Sì, direi che è proprio questo il mio preferito per il momento”.
Ci piacerebbe saperne di più su Jamie Thwaites, la persona piuttosto che il pilota di successo: hai qualche abitudine in particolare per prepararti a un weekend di gare?
“A dire il vero cerco di non pensarci troppo. Smetto di allenarmi il mercoledì precedente, perché se proseguo con la preparazione fisica fino al weekend, arrivo al sabato che sono troppo stanco. Anche perché la mattina, prima di scendere in pista, non faccio mai colazione, per non sentirmi appesantito: anche questa mattina ho saltato il pasto e arrivo alle prove con un basso livello di zuccheri nel sangue. Il mio obiettivo è arrivare a pensare alla gara solo dieci minuti prima delle qualifiche”.
Il livello di abilità dei partecipanti alla UK Challenge è molto elevato. Ciò che colpisce maggiormente è l’atteggiamento di voi piloti: siete tutti in competizione, come è giusto che sia, ma all’interno del paddock si respira un’atmosfera di amicizia. Penso che il collante sia l’amore per Ferrari, sei d’accordo?
“Assolutamente. Ho conosciuto persone che oggi considero veri e propri amici, persone che ho incontrato proprio all’interno del paddock. Tutti apprezzano il successo di tutti, nessuno si vanta o si dà arie. Siamo persone semplici. Persone che a un certo punto salgono su un’auto e iniziano a darsi battaglia in pista... Davvero bello!”.