Ospite di questa settimana della rubrica “Fast Lane” è il belga Florian Merckx. Il pilota del team Baron Motorsport rientra in orbita Ferrari dopo che gli impegni lavorativi lo avevano allontano dalle piste per qualche tempo. Per lui è un ritorno in una serie del Cavallino Rampante, dove è sempre stato protagonista e nella sua bacheca vanta anche il titolo Trofeo Pirelli conquistato nel 2016 nel campionato Asia Pacific.
Quali sono le caratteristiche che più apprezzi della nuova Ferrari 488 Challenge Evo e quali sono le differenze rispetto al passato?
“Adoro assolutamente questa nuova versione. E’ molto più veloce, ha una migliore aderenza al terreno e un impianto frenante ancora più efficace. Questa nuova vettura ha caratteristiche ancora più adatte alla competizione: guidarla è davvero un sogno”.
Tra tutti i circuiti dove hai gareggiato, quale reputi il tuo preferito?
“Domanda difficile. Senza dubbio Spa-Francorchamps, ma sicuramente apprezzo tantissimo anche il tracciato di Singapore”.
Come nasce la tua passione per Ferrari e per il motorsport?
“Ho sempre avuto la passione per le corse automobilistiche, trasmessa da mio padre già in tenera età. Conservo ancora alcune fotografie che mi ritraggono seduto al volante dei miei primi Go kart. Per quanto riguarda Ferrari, tutto nasce dalla mia famiglia che mi regalò la partecipazione a un Corso Pilota: ritrovarmi così vicino al mondo Ferrari ha significato per me esaudire un sogno. Durante il corso e in occasione dei vari test mi sono reso conto di non essere poi così male e ho deciso di partecipare al Ferrari Challenge. E oggi siamo ancora qui, la storia va avanti!”.
Durante la tua carriera sportiva hai sempre ottenuto risultati importanti, poi ti abbiamo visto in pista con meno frequenza. Come mai questa parentesi? Ora che sei tornato, possiamo aspettarci di vedere Florian Merckx a tempo pieno?
“E’ un insieme di cose che mi ha portato a rallentare. Ho iniziato a lavorare per l’azienda della mia famiglia e gli impegni sono aumentati. La mia occupazione è a tempo pieno e di conseguenza mi risulta difficile essere competitivo come prima. Consideriamo poi che sono stato lontano dalle gare per circa quattro anni e ora mi devo anche adattare alla nuova vettura: non ho ancora imparato del tutto a sfruttare le nuove tecnologie e le strumentazioni. Tornare come prima è un obiettivo difficile da raggiungere, ma voglio impegnarmi al massimo”.
Come ti prepari prima di una gara? Hai un particolare rituale o un metodo per raggiungere la concentrazione necessaria prima del semaforo verde?
“Cerco di restare tranquillo il più possibile. E una sorta di allenamento mentale: chiudo gli occhi e mi immagino al volante della mia auto, pronto alla gara. E’ una sorta di preparazione che mi aiuta a ritrovare la calma e allontanare la tensione”.