Dal Portogallo alla Francia, la linea immaginaria che collega i circuiti del calendario della trentesima edizione del Ferrari Challenge Trofeo Pirelli Europe conduce nella regione della Mitteleuropa, attraversata dal Danubio, alle porte di Budapest, sull’Hungaroring, storico circuito che ha aperto i cancelli ai piloti del monomarca Ferrari per una tre giorni all’insegna della velocità.
Tre sessioni di qualifica. La novità della tappa ungherese, dal punto di vista del format, è stata sicuramente la doppia qualifica nella Coppa Shell. Come previsto dal regolamento, infatti, gli organizzatori hanno sperimentato la doppia sessione per diminuire il traffico nella classe più affollata. Una prima qualifica è stata riservata ai soli piloti della Coppa Shell, mentre in un secondo momento sono entrati in pista i contendenti della Coppa Shell Am.
I due gruppi di piloti hanno poi disputato la stessa gara, ma lo schieramento di partenza è rimasto distinto, a prescindere dai riscontri cronometrici, con una prima parte della griglia riservata alla Coppa Shell e, a seguire, un secondo blocco di piloti della sola Coppa Shell Am. Questa soluzione è stata scelta in via sperimentale e per il prossimo round si valuterà se riproporla o meno.
Tecniche di concentrazione. Ogni atleta ha il proprio metodo e i propri rituali. Scendere in pista, ad alta velocità, richiede molta concentrazione. Facendo un giro alle spalle dei box è possibile osservare come i piloti trovino la carica oppure la tranquillità, prima di chiudere la visiera del casco. C’è chi sceglie di stare in hospitality Ferrari con familiari e amici e chi invece ha allestito una piccola palestra con attrezzi vari per fare attività sportiva e far scendere la tensione.
Altri ancora, invece, scelgono altre attività, come Martinus Richter, ad esempio, alterna il salto della corda al Reflex Ball, proprio come Alex Sartingen: ovvero una pallina da tennis legata tramite una cordicella ad una fascia intorno alla testa che occorre colpire ripetutamente come se fosse un punching ball. E’ considerato un ottimo esercizio per migliorare i riflessi.
Suggerimenti live. Un ruolo sempre più importante in questi campionati è il coach, ovvero un pilota esperto che mette a disposizione le proprie competenze ed esperienza per dare consigli e informazioni. Sono vari i contendenti che hanno scelto di usufruire di questo servizio. Nel Baron Motorsport hanno fatto di più: hanno sviluppato un’app che permette di osservare su schermo tutti i propri piloti in pista, live, tramite una camera montata all’interno. In questo modo, il coach, può aiutare in diretta il pilota assistito, collegato via radio, suggerendo come affrontare una curva, dove impostare il punto di frenata e quale traiettoria seguire.
I love Budapest. L’ultima volta del Ferrari Challenge a Budapest risale al 2017, in occasione del terzo appuntamento stagionale. In quell’occasione si correva con la Ferrari 458 Challenge. Per il Trofeo Pirelli un solo vincitore, Daniele Di Amato capace di registrare una doppietta, mentre nella Coppa Shell successo in Gara 1 di Eric Cheung e di Johnny Laursen in Gara 2. Alcuni erano presenti sia nel 2017 sia nell’ultimo round del weekend: Thomas e Manuela Gostner, Tommy Lindroth e Fons Scheltema.
Cinque cerchi e non solo. In concomitanza con la tappa del Ferrari Challenge, Budapest ha ospitato anche i campionati mondiali di nuoto, iniziati ufficialmente con le prime gare in vasca nella giornata di sabato 17 giugno. Non dalle piscine, ma dal ghiaccio arriva invece Liu Sahoang, pattinatore di short track della nazionale ungherese, che ha assistito alle gare della domenica. Sahoang è quasi una star nel suo Paese per le numerose medaglie vinte in carriera: infatti, l’atleta porta al collo due ori olimpici (nella staffetta 5000 metri vinta nel 2018 e nei 500 metri nel 2022) oltre a due bronzi (conquistati entrambi nell’ultima edizione dei giochi, nella staffetta 2000 metri mista e nei 1000 metri) ma anche tanti titoli internazionali, tra mondiali ed europei.
Ad accompagnarlo Zsolt Gyulay, amministratore delegato del circuito dell’Hungaroring nonché presidente del Comitato Olimpico Ungherese: “E’ un grande onore per me partecipare a questa bellissima giornata – ha dichiarato Guylay – mi sono divertito a vedere queste gare. Devo ammettere che amo la velocità e le super car italiane, soprattutto le Ferrari”.