Pochi appassionati di corse avrebbero potuto prevedere l'affermazione di Jeremy Clarke come campione del Ferrari Challenge Trofeo Pirelli prima dell'inizio della stagione 2022, e ancora meno avrebbero dato il loro voto al giovane pilota californiano dopo il primo weekend della stagione del 30° anniversario del Ferrari Challenge. Clarke, invece, è riuscito a mettere la propria firma negli annali del campionato, con un margine di 1 punto, concludendo la sua seconda stagione nella serie monomarca del Cavallino Rampante con un successo.
Alti e bassi al COTA. Dopo una stagione 2021 trascorsa nella classe Coppa Shell, Clarke era consapevole di dover affrontare un percorso in salita nella competitiva categoria del Trofeo Pirelli. "Sapevo che la concorrenza sarebbe stata agguerrita", ha detto Clarke, "ma pensavo anche che saremmo stati vicini, basandomi sui tempi che avevamo fatto registrare la scorsa stagione. Ero fiducioso di poter almeno competere". I primi segnali arrivati nel weekend di apertura al Circuit of the Americas hanno confermato questa valutazione, visto che il pilota si è qualificato terzo, a pochi centesimi dalla pole. Questo risultato, però, sarebbe stato l'apice del fine settimana, perché a causa di alcuni inconvenienti meccanici alla fine dello stesso Clarke aveva ottenuto solo due punti, e un forte deficit nei confronti dei principali protagonisti.
La svolta canadese. Dopo il deludente weekend texano vi erano stati dei barlumi di speranza, a partire dalla vittoria ottenuta a Daytona. Secondo il pilota, però, il vero punto di svolta è arrivato al Circuit Gilles Villeneuve di Montréal. Essendo l'unica gara nordamericana che va in scena in concomitanza con la Formula 1, e dove il margine che intercorre tra un giro ottimale e un contatto con un muro di cemento è sottile come la carta, il talento e la fiducia nei propri mezzi sono spesso le chiavi del successo. In Canada Clarke ha colto l'occasione per assicurarsi un altro doppio podio, con un terzo posto in gara 1 e una vittoria in gara 2, iniziando a maturare la convinzione che il campionato potesse svoltare: "Avevo ridotto il divario di un bel po' ed ero di nuovo in gioco".
Un sogno italiano. Tra Montréal e la lunga trasferta in Italia, Clarke ha conquistato altri tre podi che gli hanno permesso di raggiungere una posizione di rilievo in testa al campionato, sfruttando anche le alterne fortune dei propri concorrenti diretti.
Se l'esperienza delle Finali Mondiali non era nuova per Jeremy, che aveva già avuto modo di apprezzare la pista del Mugello che ospitò l’evento nel 2021, era nuovo invece il circuito di Imola. Per farsi trovare pronto all’evento di fine stagione, Clarke ha deciso di partecipare a una gara del GT italiano alcune settimane prima, un'esperienza che ha apprezzato molto: "Mi è piaciuta molto la serie, in quanto il tempo a disposizione per le prove è limitato, per cui è necessario mettersi all'opera e prendere velocità rapidamente. È stato lo stesso approccio che ho usato per il weekend delle Finali, dato che non ho partecipato ad alcune prove".
In vista dell’ultimo round, a Imola, per Clarke la matematica lasciava poco spazio a fraintendimenti. Per assicurarsi il campionato doveva finire dietro al suo principale sfidante Jason McCarthy. Un’impresa non facile. In gara 1 Clarke, a causa di un incidente, non ha raccolto alcun punto; in gara 2 sarebbe bastato un quarto posto per concludere l’annata con un successo. "Sapevo comunque cosa dovevo fare. Non avevo intenzione di lottare per il terzo posto, ma poi c'è stata la bandiera gialla e in qualche modo speravo solo che non tornasse al regime di bandiera verde, perché il pilota dietro era molto competitivo. Quando si ha qualcosa da perdere, si guida in modo così incerto che non è piacevole, cercando di evitare ogni errore". Alla fine Clarke, concludendo la gara ai piedi del podio, ha centrato l’obiettivo, aggiudicandosi il campionato.